Un'interessante simulazione su come l'introduzione dei costi standard potrebbe essere irrilevante ai fini della ripartizione dei fondi
Fonte: lavoce.info
– di Vittorio
Mapelli - Il governo ha approvato la bozza di decreto sui costi
standard in sanità. Saranno applicati solo dal 2013 e potrebbero aprire la
strada a tagli al budget del Sistema sanitario nazionale. Ma la vera sorpresa è
che i costi standard diventano irrilevanti per la ripartizione dei fondi e per
stimolare l'efficienza delle Regioni, tanto che lo stesso risultato si può
ottenere applicando qualsiasi costo standard, basso o alto.
Il governo
ha approvato la bozza di decreto sui costi standard in sanità. La buona
notizia è che saranno applicati solo dal 2013, la cattiva notizia è che
potrebbero aprire la strada a tagli al budget del Sistema sanitario nazionale.
Ma il vero scoop è che i costi standard non c'entrano proprio nulla con il
calcolo dei fabbisogni regionali di spesa. Tanto che la stessa quota
regionale si ottiene sia applicando un costo standard basso (delle Regioni più
virtuose) sia uno elevato (vedi tabella).
LA SIMULAZIONE
Si è
simulata la ripartizione delle risorse disponibili per il 2012 (che si suppone
siano uguali a quelle del 2010: 102 miliardi) secondo i nuovi criteri, per
semplicità senza suddividerle per i tre livelli essenziali di assistenza (Lea)
indicati.
I passaggi logici della bozza di decreto si possono così
riassumere:
1) il costo standard è rappresentato dalla spesa media
ponderata delle tre Regioni più "virtuose" , su una rosa di cinque;
2)
sono le Regioni che nel secondo esercizio precedente hanno chiuso il bilancio in
pareggio e rispettato i parametri di qualità, appropriatezza ed efficienza;
3) la spesa benchmark coincide con il finanziamento ordinario, perché
si escludono sia le entrate da sforzo fiscale autonomo, sia le spese per
prestazioni oltre i Lea;
4) il finanziamento pro-capite, che serve da costo
standard, è quello ponderato per classi di età (ad esempio, nel 2010 la
Campania ha ricevuto 1.636 euro pro-capite e la Liguria 1.861 euro);
5) in
via teorica, il requisito dell'equilibrio di bilancio si può riscontrare sia in
Regioni con alti livelli di spesa sia in Regioni con bassi livelli
di spesa (ed è quindi casuale);
6) se il costo standard, calcolato sulle
Regioni virtuose, fosse inferiore alla media nazionale e applicato sic et
simpliciter a tutte le Regioni, i fondi disponibili potrebbero apparire
eccessivi: ad esempio, il budget potrebbe essere di 99 miliardi. Viceversa, se
fosse superiore, risulterebbero insufficienti, e servirebbero 106 miliardi;
7) a prescindere da ciò, conta la percentuale di ogni Regione sul
valore teorico ottenuto dalla moltiplicazione tra il costo standard e la
popolazione regionale pesata (art. 22, comma 6, lett. e, comma 8), che si
applica al budget del nuovo anno (art. 22 comma 9), fissato dal "Patto per la
salute", i 102 miliardi nell'esempio. Ma così facendo il costo standard non
diviene altro che una costante moltiplicativa della popolazione pesata (vedi
colonne 5 e 7 della tabella), per cui la quota di finanziamento regionale
riflette solo la percentuale di popolazione pesata rispetto alla popolazione
nazionale. Il costo standard diventa perciò irrilevante per la ripartizione dei
fondi e per stimolare l' efficienza delle Regioni, tanto che lo stesso
risultato si può ottenere applicando qualsiasi costo standard, basso o
alto.
Ne risulta che i costi standard non sono i veri meccanismi per
l'assegnazione delle risorse sanitarie alle Regioni. Il decreto sembra
prigioniero dei suoi stessi limiti, dovuti all'identificazione dei costi
standard con i finanziamenti standard e alla definizione di "virtuosità" basata
principalmente sul pareggio di bilancio. Se si fa coincidere il costo standard
efficiente con il finanziamento delle Regioni più giovani, Lombardia e Veneto
per esempio, solo perché chiudono il bilancio in pareggio, e poi lo si applica
anche a quelle con popolazione più anziana, si entra in un circolo vizioso. E si
commette una grave ingiustizia sul piano dei diritti. Di sicuro, il
metodo proposto del governo non porta al risultato sperato.
Tabella - Simulazione
del metodo di ripartizione del budget del SSN secondo il decreto approvato dal
Governo con diverse ipotesi sui costi standard |
|||||||
|
Popolazione al
1.1.2009 |
Popolazione pesata
(pesi 2003) |
Quota capitaria
2010 |
Fabbisogno 2012
standardizzato con |
|||
costo standard basso:
1.650 € |
% su fabbis. std
|
costo standard alto:
1.780 € |
% su fabbis. std
|
||||
Piemonte |
4.432.571 |
4.592.748 |
1.740 |
7.577 |
7,649 |
8.173 |
7,649 |
Valle
d'Aosta |
127.065 |
127.526 |
1.714 |
210 |
0,212 |
227 |
0,212 |
Lombardia |
9.742.676 |
9.663.413 |
1.696 |
15.942 |
16,094 |
17.197 |
16,094 |
Bolzano |
498.857 |
472.468 |
1.659 |
779 |
0,787 |
841 |
0,787 |
Trento |
519.800 |
506.093 |
1.690 |
835 |
0,843 |
901 |
0,843 |
Veneto |
4.885.548 |
4.813.916 |
1.693 |
7.941 |
8,017 |
8.567 |
8,017 |
Friuli-V.G. |
1.230.936 |
1.279.475 |
1.747 |
2.111 |
2,131 |
2.277 |
2,131 |
Emilia-Romagna |
4.337.979 |
4.441.054 |
1.738 |
7.326 |
7,396 |
7.903 |
7,396 |
Liguria |
1.615.064 |
1.783.987 |
1.861 |
2.943 |
2,971 |
3.175 |
2,971 |
Toscana |
3.707.818 |
3.862.159 |
1.752 |
6.371 |
6,432 |
6.873 |
6,432 |
Umbria |
894.222 |
925.661 |
1.748 |
1.527 |
1,542 |
1.647 |
1,542 |
Marche |
1.569.578 |
1.615.387 |
1.736 |
2.665 |
2,690 |
2.875 |
2,690 |
Lazio |
5.626.710 |
5.383.659 |
1.691 |
8.881 |
8,966 |
9.581 |
8,966 |
Abruzzo |
1.334.675 |
1.358.737 |
1.719 |
2.242 |
2,263 |
2.418 |
2,263 |
Molise |
320.795 |
336.719 |
1.729 |
555 |
0,561 |
599 |
0,561 |
Campania |
5.812.962 |
5.579.109 |
1.636 |
9.204 |
9,292 |
9.929 |
9,292 |
Puglia |
4.079.702 |
4.030.182 |
1.668 |
6.649 |
6,712 |
7.172 |
6,712 |
Basilicata |
590.601 |
607.792 |
1.722 |
1.003 |
1,012 |
1.082 |
1,012 |
Calabria |
2.008.709 |
2.008.954 |
1.684 |
3.314 |
3,346 |
3.575 |
3,346 |
Sicilia |
5.037.799 |
5.001.227 |
1.669 |
8.250 |
8,329 |
8.900 |
8,329 |
Sardegna |
1.671.001 |
1.654.799 |
1.690 |
2.730 |
2,756 |
2.945 |
2,756 |
|
|
|
|
|
|
|
|
ITALIA |
60.045.068 |
60.045.068 |
1.702 |
99.056 |
100,000 |
106.858 |
100,000 |
|
|
|
|
|
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Fonte: Ns
elaborazioni su dati Ministero della Salute (delibera di riparto
25.1.2010) |
|||||||
Note: I costi
standard per abitante sono stati calcolati per i valori bassi su Bolzano,
Campania, Puglia e per i valori alti su Umbria, Toscana,
Liguria |
13 ottobre 2010
leggi l'ulteriore approfondimento dell'autore
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