Fonte: Superabile - Gli ultimi dati Istat dicono che, in Lombardia, oltre 300 mila persone (il 3,8% della popolazione sopra i sei anni) convivono con qualche tipo di handicap. Tra gli enti che si occupano della loro cura non ci sono più solo le istituzioni pubbliche e private o le associazioni di volontariato, ma anche la Coldiretti con il progetto delle "fattorie sociali", al centro di un convegno organizzato a Milano. "Esistono nuovi bisogni ai quali anche le aziende agricole possono dare una risposta", ha affermato il vicepresidente della Coldiretti lombarda, Ettore Prandini. Il modello è quello della "multifunzionalità". "Le aziende non devono snaturarsi - spiega Stefania Pendezza, responsabile del progetto - ma affiancare alla loro vocazione produttiva altre attività di carattere sociale. Capaci di aiutare sia la società che l'azienda stessa, in collaborazione con gli enti pubblici e il terzo settore". Il mondo delle fattorie sociali non è mai stato censito, ma secondo Stefania Pendezza "è in costante espansione". Molteplici i settori d'intervento: dal supporto alla riabilitazione per disabilità psichiche o fisiche ai progetti di reinserimento lavorativo, dai percorsi di formazione ai servizi di ospitalità e accoglienza per gli anziani. Un altro dei progetti che la Coldiretti sta monitorando e sviluppando è quello degli "agriasili" e degli "agrinidi" per i più piccoli. Di "agriasili" e "agrinidi" ne esistono già dieci in Italia. Il primo ha aperto nel torinese per iniziativa della Coldiretti piemontese, e ora si stanno espandendo nel resto d'Italia. "Sono luoghi dove i bambini possono imparare a vivere a contatto con la natura, cosa alla quale ormai non sono più abituati, oltre a conoscere un patrimonio di memorie e tradizioni del passato e allo stesso tempo rispondere a un loro bisogno ancestrale, quello di stare all'aria aperta".(Andrea Legni)

1 ottobre 2010