Gruppi di lavoro nelle scuole fra genitori, insegnanti e operatori sanitari per migliorare la comunicazione
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superabile - L'Emilia-Romagna torna in classe e a prendere posto tra
i banchi di scuola ci sono anche i giovani studenti affetti da disturbi dello
spettro autistico (Asd). Sono 1.400 i ragazzi tra gli 0 e i 18 anni con Asd
attualmente in carico al servizio sanitario regionale per i quali la regione
Emilia-Romagna ha avviato il programma regionale "Pria". Il progetto, di durata
triennale, è appena giunto al termine e sarà presentato in viale Aldo Moro oggi
in un seminario dedicato all'integrazione scolastica per i bambini fino ai 6
anni.
Il progetto, che la Regione ha finanziato con 1 milione e mezzo di
euro ogni anno per tre anni, consiste nella creazione di gruppi che lavorano su
casi selezionati nei nidi e nelle scuole dell'infanzia. "Nella fascia d'età fra
gli 0 e i sei anni, in regione ci sono 116 bambini inseriti a scuola. Per
seguirli, in ogni azienda regionale c'è un team di esperti - spiega Elisabetta
Fréjaville, che si occupa di neuropsichiatria infantile presso l'assessorato
delle Politiche per la salute della Regione -. Abbiamo messo insieme persone dal
mondo della scuola, dai centri di documentazione e dei servizi per fare sistema
a livello locale e in ogni provincia sono stati scelti degli istituti per creare
i gruppi di lavoro. Lo scopo del progetto è quello di raccogliere materiale su
come seguire al meglio un bambino con autismo o sospetto autismo". Fra le
diverse figure che circondano il bambino (genitori, insegnanti, operatori
sanitari) si tenta quindi di stabilire un linguaggio comune, in modo da fornire
stimoli coerenti ai piccoli affetti da Asd.
Se fino alla fine degli anni '80
l'autismo era considerato un problema curabile dalla psichiatria, oggi si pensa
che l'unico metodo efficace di intervento consista in un approccio
psico-cognitivo o cognitivo-comportamentale integrato. "In regione abbiamo
cominciato ad adottare questo approccio agli inizi degli anni '90 - prosegue
Fréjaville -, perché la psichiatria non funzionava. Nel 2000 sono state
formulate le prime delibere che istituivano i centri per l'autismo ma è solo nel
2008 che nasce il Pria". Fra i primi risultati raggiunti c'è un riconoscimento
tempestivo dei disturbi dello spettro autistico. "Negli anni scorsi si tardava a
fare la diagnosi - conclude Fréjaville -. Oggi, dopo un solo triennio del
progetto Pria, si è abbassata la soglia di diagnosi, come comprovato dai buoni
risultati documentati dalle Ausl". Nel seminario del 14 settembre, che presenta
i risultati del progetto, si chiederà di rilanciare il Pria anche per i prossimi
anni. (gg)
17 settembre 2010