Lo chiedono formalmente all'AIFA , il CnAMC e il Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva
di Tonino Aceti, Coordinatore nazionale
del CnAMC (Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici e
Francesca Moccia, Coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del
Malato.
Fonte:
superando - Lo chiedono formalmente all'AIFA (Agenzia
Italiana del Farmaco), il CnAMC (Coordinamento nazionale Associazioni Malati
Cronici) e il Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva,
enumerando i vari punti che rendono critica l'attuale situazione dell'assistenza
farmaceutica nel nostro Paese, citando positive esperienze all'estero e varie
leggi italiane - a partire dalla Costituzione - chiedendo infine una Commissione
permanente, composta dalle Organizzazioni di Tutela del Diritto alla Salute e da
esponenti dell'AIFA, che garantisca il coinvolgimento delle Organizzazioni
medesime nell'attività di definizione, implementazione e monitoraggio della
politica farmaceutica italiana. «Tra le varie questioni analizzate da Malattie
croniche e diritti: zona ad accesso limitato, IX Rapporto prodotto dal CnAMC
(Coordinamento nazionale Associazioni Malati Cronici), quella dell'assistenza
farmaceutica risulta essere particolarmente critica ed è per questo che il
Coordinamento stesso e il Tribunale per i Diritti del Malato di
Cittadinanzattiva hanno deciso di chiedere formalmente all'AIFA (Agenzia
Italiana del Farmaco) di attivare al suo interno una Commissione permanente,
composta dalle Organizzazioni di Tutela del Diritto alla Salute e da esponenti
dell'Agenzia stessa, al fine di garantire il coinvolgimento delle Organizzazioni
medesime nell'attività di definizione, implementazione e monitoraggio della
politica farmaceutica italiana». Lo ha dichiarato nei giorni scorsi Tonino
Aceti, responsabile nazionale del CnAMC, rete di Cittadinanzattiva istituita nel
1996, alleanza trasversale per la tutela dei diritti dei cittadini affetti da
patologie croniche e/o rare cui aderiscono circa ottanta organizzazioni di
pazienti e/o di persone con disabilità tra associazioni e federazioni.
Riguardo al Rapporto citato da Aceti (Malattie croniche e diritti: zona ad
accesso limitato), rimandiamo al nostro ampio approfondimento, pubblicato al
momento della presentazione di esso (cliccare qui). Qui diamo invece spazio alla
lettera inviata il 27 luglio dallo stesso coordinatore nazionale del CnAMC e da
Francesca Moccia, coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato,
a Guido Rasi, direttore generale dell'AIFA (i grassetti nel testo della lettera
sono di nostra cura).
Il Coordinamento Nazionale delle Associazioni dei
Malati Cronici (CnAMC), rete di Cittadinanzattiva composta da un network di 85
Organizzazioni di persone con patologia cronica e rara, ha realizzato il IX
Rapporto nazionale sulle Politiche della Cronicità dal titolo Malattie croniche
e diritti: zona ad accesso limitato.
Il Rapporto fa il punto sulle
difficoltà che ancora oggi le persone con patologia cronica e rara incontrano
nel loro percorso di cura; in particolare si è voluto analizzare il percorso
diagnostico-terapeutico delle persone affette da tali patologie per capire se e
quanto l'assistenza erogata (nei vari momenti del percorso) soddisfi le esigenze
di salute dei cittadini e quali siano le principali criticità riscontrate.
Tra le varie questioni analizzate dal Rapporto, vi è anche quello
dell'assistenza farmaceutica, che siamo certi sarà oggetto, da parte
dell'Agenzia Italiana del Farmaco, di una particolare attenzione. In tal senso,
infatti, sono ancora molteplici le problematiche segnalate dalle Associazioni.
Sussiste ancora una difficoltà di accesso ai farmaci necessari e
insostituibili per il trattamento della patologia (54,2%), riconducibile
principalmente alla loro non rimborsabilità (fascia C) da parte del Servizio
Sanitario Nazionale (50%), alla necessità da parte delle Aziende Sanitarie di
rispettare i propri budget (50% - in particolare in quelle Regioni con i Piani
di Rientro), alle difficoltà di carattere burocratico inerenti il rilascio del
piano terapeutico (50%), ad alcune decisioni di carattere regionale che si
pongono in contrasto con quelle di carattere nazionale (34,7%). È il caso delle
decisioni regionali sull'inserimento di un farmaco all'interno del Prontuario
Terapeutico Regionale da parte delle Commissioni Regionali del Farmaco.
Rappresenta un'importante difficoltà anche il mancato inserimento di alcuni
molecole all'interno dell'elenco previsto dalla Legge 648/96 e per l'utilizzo di
farmaci per un'indicazione diversa da quella autorizzata (15,4%).
Un
ulteriore problema, particolarmente avvertito dalle Associazioni, è quello della
mancata erogazione gratuita (52%) dei cosiddetti parafarmaci (integratori,
alimenti particolari, creme ecc), i quali sono comunque indispensabili per il
trattamento di molte patologie.
A fronte di tutto ciò, abbiamo purtroppo rilevato che il
coinvolgimento delle Associazioni dei pazienti da parte delle Istituzioni
nazionali (AIFA) e regionali nelle fasi decisionali è ancora estremamente
scarso, nonostante le decisioni di politica farmaceutica incidano direttamente e
profondamente sulla vita delle persone con patologia cronica e rara.
In
particolare non sono previste forme strutturate e permanenti di coinvolgimento
delle Organizzazioni dei cittadini nell'attività di definizione, implementazione
e monitoraggio delle politiche farmaceutiche.
Ciò contrasta fortemente
invece con la volontà espressa dalle Associazioni di essere coinvolte, sia a
livello nazionale, sia a livello regionale, nel processo decisionale in materia
di assistenza farmaceutica (79,2%).
In questo ambito, il quadro tracciato
dalle Associazioni all'interno del Rapporto rischia di divenire ancora più
preoccupante nel corso del 2010, vista l'ulteriore riduzione del tetto della
spesa farmaceutica territoriale dal 13,6% del Fondo Sanitario Nazionale al
13,3%, lasciando inoltre inalterato il tetto della spesa farmaceutica
ospedaliera al 2,4%, che sappiamo essere stata quella maggiormente fuori
controllo sia nel corso del 2008 che del 2009.
Solo per fornire
un'indicazione in tal senso, nel corso del 2008, a fronte di un tetto
programmato di spesa farmaceutica ospedaliera pari al 2,4% del Fondo, si è
arrivati a toccare una spesa effettiva pari al 4,2%.
Anche le previsioni dei
tecnici regionali sulla spesa farmaceutica pubblica complessiva del 2010, ci
dicono che a fronte di un tetto programmato pari al 15,7% (FSN) la spesa
effettiva si attesterà al 18,4%.
Inoltre il Decreto Legge 78/10 (Misure
Urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica),
attualmente in discussione in Parlamento per la necessaria conversione in Legge,
innova ulteriormente la materia, prevedendo tra l'altro che l'AIFA provveda
all'individuazione, fra i medicinali attualmente a carico della spesa
farmaceutica ospedaliera, di quelli che, in quanto suscettibili di uso
ambulatoriale o domiciliare, dovranno essere erogati attraverso l'assistenza
farmaceutica territoriale, con effetti diretti e tangibili sulla vita dei
cittadini con patologie croniche e rare.
Per tutto questo, in una situazione così complessa come quella
che vive oggi l'assistenza farmaceutica, con risorse sempre più limitate da
mettere in campo, a fronte di un fabbisogno di salute dei cittadini in continua
crescita e allo sviluppo di nuove terapie innovative e molto costose,
Cittadinanzattiva - in particolare attraverso le reti del Coordinamento
nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici e del Tribunale per i Diritti
del Malato - considera prioritario e necessario che l'AIFA e le Regioni
prevedano un coinvolgimento, permanente e strutturato, delle Organizzazioni di
tutela del diritto alla salute nell'attività di definizione, implementazione e
monitoraggio della politica farmaceutica italiana.
Tale coinvolgimento da
parte delle Istituzioni faciliterebbe:
- l'individuazione più puntuale delle
esigenze di salute dei cittadini, delle criticità dell'attuale sistema di
assistenza farmaceutica dal punto di vista dei cittadini, delle proposte di
miglioramento;
- la condivisione della responsabilità di alcune scelte, con
particolare riguardo al tema dell'Health Technology Assessment° a livello
nazionale e regionale; è ormai riconosciuta la necessità-importanza del
coinvolgimento delle Associazioni dei pazienti nell'Health Technology
Assessment, la quale viene praticata sempre più anche a livello regionale con
modalità tali, in alcune situazioni, da mettere in serio pericolo il diritto
all'accesso ai farmaci, in particolari quelli innovativi, già previsto a livello
nazionale attraverso le diverse Determinazioni AIFA;
- l'informazione e la
comunicazione rivolta ai cittadini sulle principali questioni inerenti la
farmaceutica;
- la promozione della crescita e dello sviluppo delle
competenze delle Associazioni.
Esperienze di coinvolgimento delle
Associazioni di tutela del diritto alla salute sono già state avviate ad
esempio, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dalla Food and Drug
Administration (FDA) e dal National Institute for Clinical Excellence (NICE).
Inoltre esistono alcuni riferimenti normativi (e non) che riconoscono alle
Organizzazioni di tutela del diritto alla salute, alcune forme (a livelli
diversi) di partecipazione alla definizione, implementazione e monitoraggio
delle politiche socio-sanitarie. Solo per citarne alcuni:
1. l'articolo 1
della Legge 23 dicembre 1978, n. 833, Istituzione del servizio sanitario
nazionale;
2. l'articolo 14 del Decreto Legislativo 30 dicembre 1992, n.
502, Riordino della disciplina in materia sanitaria;
3. il Decreto
Legislativo 19 giugno 1999, n. 229, Norme per la razionalizzazione del Servizio
sanitario nazionale;
4. il DPCM 19 maggio 1995, Schema generale di
riferimento della Carta dei servizi pubblici sanitari;
5. la Legge 8
novembre 2000, n. 328, Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato
di interventi e servizi sociali;
6. l'articolo 118, ultimo comma della
Costituzione: «Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni
favoriscono l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo
svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di
sussidiarietà».
Tutto ciò premesso, Cittadinanzattiva chiede formalmente
all'Agenzia Italiana del Farmaco di attivare al suo interno una Commissione
permanente, composta dalle Organizzazioni di tutela del Diritto alla Salute e da
esponenti dell'Agenzia, al fine di garantire gli obiettivi menzionati. Chiediamo
inoltre un incontro per discutere insieme della proposta avanzata [in
quest'ultimo periodo grassetto nell'originale, N.d.R.].
L'Health Technology
Assessment è un approccio multidimensionale e multidisciplinare per l''nalisi
delle implicazioni medico-cliniche, sociali, organizzative, economiche, etiche e
legali di una tecnologia (apparecchiature biomedicali, dispositivi medici,
farmaci, procedure cliniche, modelli organizzativi, programmi di prevenzione e
promozione della salute), attraverso la valutazione di più dimensioni quali
l'efficacia, la sicurezza, i costi, l'impatto sociale e organizzativo.
L'obiettivo è quello di valutare gli effetti reali e/o potenziali della
tecnologia, sia a priori che durante l'intero ciclo di vita, nonché le
conseguenze che l'introduzione o l'esclusione di un intervento ha per il sistema
sanitario, l'economia e la società.
2 agosto 2010
Fonte:
superando