Fonte www.superando.it - «L’Unione Europea e gli Stati membri non dispongono attualmente di un quadro giuridico forte in grado di proteggere, promuovere e assicurare la totalità dei diritti di donne e ragazze con disabilità. Una serie di ostacoli impedisce loro di decidere delle loro vite e di godere dei loro diritti di cittadine europee»: Superando riporta uno dei passaggi più sostanziali contenuti in un rapporto elaborato dal CESE, il Comitato Economico e Sociale Europeo che rappresenta le diverse componenti economiche e sociali della società civile organizzata.
Si tratta, di un organo istituzionale consultivo, nato con il Trattato di Roma nel 1957 (istitutivo della Comunità Economica Europea), la cui funzione consente ai propri 350 membri (provenienti da tutta l’Unione e nominati dal Consiglio dell’Unione stessa), e quindi alle organizzazioni che essi rappresentano, di partecipare al processo decisionale dell’Unione.
Superando ne scriveva perché il tema dei diritti e della discriminazione multipla è senz’altro, ormai da molti anni, uno dei più presenti sulle nostre pagine, seguendo ad esempio il percorso del 
Secondo Manifesto sui diritti delle Donne e delle Ragazze con Disabilità nell’Unione Europea, adottato dall’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità che con il CESE collabora strettamente.

Ebbene, quel rapporto – realizzato su richiesta del Parlamento Europeo – è stato discusso dal CESE riunito in sessione plenaria lo scorso 11 luglio per essere successivamente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e contemporaneamente trasmesso all’Europarlamento, che se ne servirà per preparare un proprio documento, con l’obiettivo di influenzare le prossime iniziative legislative della Commissione Europea, il tutto «per intensificare gli sforzi contro la discriminazione che colpisce donne e ragazze con disabilità e la loro esclusione sociale».

In particolare, il CESE intende porre con forza le seguenti richieste:


- Attuare la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e nello specifico l’articolo 6 di essa sulle donne con disabilità.
- Includere la dimensione della disabilità nella strategia sull’uguaglianza di genere, di prossima adozione, e, all’inverso, iscrivere la dimensione di genere nelle sue strategie per la disabilità.
- Usare i finanziamenti dell’Unione Europea per sostenere gli Stati Membri nel promuovere l’accessibilità per donne e ragazze con disabilità e la non discriminazione nei loro confronti.
- Aderire alla 
Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta della violenza contro le donne e la violenza domestica.

«Nell’Unione Europea – sottolineano dal CESE ci sono 40 milioni di donne e ragazze con disabilità, pari a circa il 16% dell’intera popolazione femminile. Si tratta di uno dei gruppi sociali più vulnerabili, emarginati ed esclusi dal mercato del lavoro, e anche uno dei più esposti alla violenza domestica (5-6 volte più del resto della popolazione femminile). Il testo che verrà presentato al Parlamento Europeo si concentra in modo particolare sui diritti sessuali e riproduttivi delle donne con disabilità, che spesso si vedono negare tali diritti a causa di errati stereotipi sulla disabilità e il genere. Esse sono infatti spesso viste esclusivamente in chiave medica e asessuata».

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio stampa del CESE (Laura Lui/Daniela Marangoni), press@eesc.europa.eu.