Fonte Anffas Ostia Onlus - “L'utente della strada è il primo anello nella catena di sicurezza e quello più debole. L'istruzione, la formazione e il controllo sono essenziali”. Parole della Commissione Europea inserite nel programma 2011-2020 della sicurezza stradale. “A volte ce lo dimentichiamo ma anche le persone con disabilità sono utenti della strada a tutti gli effetti e hanno il diritto/dovere di avere comportamenti corretti che non mettano a repentaglio la loro stessa incolumità e quella di ciclisti e automobilisti - spiega il direttore sanitario di Anffas Ostia Onlus, Francesco Cesarino -. È da questa presa di coscienza e da uno studio pubblicato dall’Istat e dal Ministero delle Politiche Sociali (oltre il 53 per cento delle persone con disabilità guida) che è nata l’idea di realizzare dei corsi di educazione stradale ad hoc per ragazzi con disabilità intellettiva”.

Il progetto soprannominato ‘E-Motus’ è ancora in una fase sperimentale, portato avanti dagli educatori specializzati di Anffas Ostia Onlus. Attivo ormai da un anno, si concluderà a breve con la pubblicazione di un vademecum realizzato dagli stessi ragazzi.

“La prima finalità di queste lezioni è l’orientamento - spiega l’infermiera professionale Daniela Pierlorenzi, coordinatrice del progetto -. Per noi è scontato avere una direzionalità, mentre per le persone con disabilità intellettiva è una conquista. Siamo partiti da cose semplici come la destra e la sinistra, arrivando per step a concetti più complessi come riconoscere la segnaletica stradale verticale e orizzontale e muoversi tra i pericoli che quotidianamente presentano una strada o un marciapiede”.

Per farlo all’interno di Anffas Ostia Onlus è stata ricreata una piccola città in miniatura: marciapiedi, strade, strisce, semafori, pensile degli autobus, persino una macchina, grazie alle quali simulare quello che poi realmente accade nella vita di tutti i giorni.

“Vengono mostrati i pericoli, il modo di evitarli e superarli. E anche un piccolo corso di ‘pronto soccorso’: chiamare il 118 in caso di incidente. Tutto però con la ‘scusa’ del gioco” spiega ancora Pierlorenzi. C’è poi la parte in ‘esterna’. “Con questa - afferma l’educatore professionale Daniele Belelli, responsabile del progetto - possiamo mettere in pratica ciò che si è imparato all’interno del centro. Prendere un mezzo pubblico, muoversi in completa autonomia. I ragazzi si dividono in piccoli gruppi di 3-4 persone supervisionati da due educatori. Vengono individuate delle mete d’arrivo via via più difficili da raggiungere. Questo innalza i livelli di autostima e fa in modo che i ragazzi siano più predisposti ad apprendere”.

Le regole e i rischi della strada, la segnaletica, percorsi pratici all'aperto, cartelloni, quiz e lezioni frontali. Tutto questo fa parte del corso. “L’obiettivo - conferma Belelli - non è solo quello di dare ai ragazzi le regole del codice della strada, ma anche insegnare loro nuove abilità attraverso semplici attività della vita quotidiana, mettendoli così anche di fronte a delle sfide via via più difficoltose ma sempre alla loro portata. Questo progetto ha anche un altro merito: attivare dei meccanismi cognitivi che lavorino sul loro senso di orientamento, sul prendere coscienza del corpo che si muove in uno spazio, e su una sorta di memoria corporea, concetti che per noi sono semplici ma che per ragazzi con disabilità intellettiva che non hanno mai avuto modo di sperimentarli, non sono così elementari".

“Il progetto - afferma Bellelli - si concluderà con la pubblicazione di un vademecum stradale con linguaggio semplificato destinato a tutti i ragazzi con disabilità intellettiva, nel quale oltre alle regole base e ai consigli, sarà dato spazio alla sicurezza personale e agli aspetti connessi all'inclusione sociale. Il manuale potrà essere letto dalle persone con disabilità intellettiva grazie all'utilizzo di concetti semplificati abbinati a una immagine e all'uso di parole facilmente comprensibili. Sarà presente anche una sezione dedicata all'esperienze reali dei ragazzi attraverso le quali esprimere una valutazione sul grado di accessibilità di Roma”.

13 dicembre 2016