Nei giorni scorsi il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato gli esiti del monitoraggio fatto, a campione, su circa 22.0000 richieste di Isee (DSU), a fronte di oltre 1.100.000 attestazioni ISEE richieste e generate dall’Inps nei primi tre mesi del 2015.

A fronte dichiarazioni di soddisfazione espresse del Ministro Poletti, Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas Onlus - Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale, richiama ad un maggior equilibrio, visto che molti sono ancora i punti oscuri.

Dichiara infatti il presidente: “Come chiaramente espresso dalla mozione approvata dalle famiglie Anffas in occasione dell’Assemblea Nazionale svoltasi nel maggio scorso, ancor prima del commento sui dati occorre confermare la nostra ferma contrarietà nei confronti della scelta del Governo di non dar seguito, fino ad ora, alle sentenze emesse dal Tar Lazio che, invece, hanno severamente messo in discussione, dichiarandole illegittime, parti importanti del nuovo ISEE”.

Continua: “Addirittura il Governo ha espresso la volontà di impugnare, nel termine ordinario che scadrà fra qualche mese, le tre sentenze del Tar Lazio, con la chiara conseguenza di continuare ad aggravare di giorno in giorno la situazione di caos generata dal DPCM 159/2013. Caos, ma anche e soprattutto iniquità, ancora una volta a danno delle persone in condizione di maggiore vulnerabilità, come le persone con disabilità”. “Basti pensare al fatto che ancora l’Inps genera ISEE più alti perché continua a calcolare le provvidenze economiche per invalidità civile che invece il Tar ha dichiarato non computabili, tanto da indurre i vincitori dei ricorsi al Tar a provare a far presentare la DSU direttamente presso l’Inps, minacciando l’Istituto dei danni che dovessero generarsi per il mancato rilascio dell’ISEE conforme alle sentenze”.

“In relazione ai dati emersi dal monitoraggio” afferma ancora Roberto Speziale “diamo positivamente atto dell’analisi condotta dal Ministero, in quanto basata su un significativo campione di DSU. Pur ammesso che dal confronto tra il vecchio ed il nuovo Isee si assiste ad un aumento, in percentuale, di ISEE nulli (pari a 0,00) e di ISEE più bassi per le fasce di popolazione con ISEE sotto i 3.000,00 euro, occorre considerare che ancora ci sono situazioni assolutamente critiche che colpiscono fortemente le persone con disabilità ed i loro nuclei familiari”.

È il caso, ad esempio, delle condizioni di pluridisabilità che hanno fatto schizzare verso l’alto l’ISEE delle persone che ne sono affette, arrivando anche a vedere situazioni in cui da ISEE ristretto pari a 0,00 si è passati, pur considerando le franchigie, ad un ISEE in cui, calcolandosi tutte le provvidenze correlate all’invalidità (a causa della mancata esecuzione delle sentenze del Tar Lazio del febbraio scorso), si arriva anche a 13.000,00 euro con le conseguenze negative per accedere alle prestazioni sociali agevolate.

“Occorre inoltre precisare” prosegue il presidente “che di per sé il dato della apparente positività del nuovo ISEE nei confronti delle persone con disabilità non consente di rimanere tranquilli. Oltre a ciò che l’ISEE rileva, sono poi le scelte regionali e dei Comuni che determinano le condizioni di accesso alle prestazioni. Da questo punto di vista i dati rilevati dal Ministero fotografano una situazione in cui sono pochissimi i Comuni che hanno adeguato i propri regolamenti. Con preoccupazione, inoltre, Anffas rileva che da queste prime scelte si sta profilando un orientamento pericoloso: soglie di esenzione ridotte o addirittura pari a zero, percentuali di compartecipazione al costo elevate rispetto a livelli ISEE molto bassi, prestazioni non considerate come sociosanitarie e ascrivibili quindi non all’ISEE ristretto ma all’ISEE ordinario”.

Analoga preoccupazione permane, da parte dell’Associazione, per le famiglie con minori con disabilità, per cui non è applicabile l’ISEE ristretto, così come per il mancato rispetto della normativa vigente in materia di prestazioni sociosanitarie, con la conseguenza che prestazioni chiaramente sociosanitarie, ma non codificate come tali dalle scelte regionali errate - come nel caso della Regione Lombardia - siano condizionate all’ISEE ordinario (familiare).

“Questa situazione, unita ad un non corretto utilizzo del moduli per la DSU per le persone con disabilità che stiamo registrando in vari casi lungo il territorio nazionale” conclude il presidente nazionale “determina ancora più una falsa rappresentazione delle vere e, purtroppo precarie, condizioni di vita delle persone con disabilità, rendendo più oneroso l’accesso alle prestazioni sociali agevolate”.

Per approfondire

Leggi il comunicato di Anffas Onlus con la Mozione Assembleare cliccando qui

Leggi l'ultimo comunicato di Anffas Onlus sulle sentenze del Tar Lazio cliccando qui

9 giugno 2015