Fonte www.disabili.com - Ogni anno, alla chiusura dell'anno scolastico, molti genitori, scelgono di far frequentare ai propri figli i centri estivi. Ciò consente ai bambini di partecipare ad attività educative, ludiche, sportive e di socializzazione e, al tempo stesso, rappresenta un servizio offerto alle famiglie in orario di lavoro. Tale servizio è oggi gestito da diversi soggetti (comuni, parrocchie o associazioni) ed è diffuso sul territorio nazionale in maniera piuttosto eterogenea. Anche l'attenzione alla disabilità non sembra essere molto uniforme.

Da una inchiesta condotta da SuperAbile Inail, infatti, emerge che le esperienze realizzate con ragazzi con disabilità nei centri estivi organizzati da parrocchie e associazioni sono generalmente positive, mentre quelle dei centri estivi comunali mostrano carenze sia in termini di attrezzature che di personale dedicato. Le attività svolte da cooperative e privati, però, sono molto costose, mentre quelle gestite dai comuni comportano un spesa decisamente più accessibile.

I CENTRI ESTIVI COMUNALI - Alcuni comuni, nel bando di assegnazione del servizio, prevedono il requisito dell'accoglienza dei ragazzi con disabili con personale specializzato; nei bandi di altri comuni, invece, questo riferimento non è contenuto e la questione viene lasciata alla discrezione dell'associazione che si aggiudica il servizio. Ne deriva che molti centri estivi comunali non sono preparati ad accogliere i bambini con disabilità e in alcuni casi si arriva di fatto ad escluderli. Inoltre, spesso i bandi fanno un riferimento generico a tale accoglienza. A Padova, ad esempio, è stato esplicitato che i gestori si sono impegnati ad accogliere i ragazzi con disabilità ed anche a Roma il riferimento alla disabilità è stato precisato nel bando. In entrambi i casi, però, si è trattato di un richiamo generico, che non ha fatto riferimento alle modalità di accoglienza.

In altre città, come Napoli o Palermo, non sono stati pubblicati bandi riguardanti il servizio dei centri estivi e le attività, rivolte anche a bambini e ragazzi con disabilità, vengono svolte soprattutto da associazioni e privati, in genere con il sostegno economico del comune. Le amministrazioni comunali, infatti, spesso stanziano finanziamenti rivolti a centri estivi gestiti da parrocchie, oratori o altri soggetti e bandiscono in alcuni casi una gara per l'affidamento del servizio presso le scuole primarie e dell'infanzia, con criteri anche in questo caso poco uniformi.

I COSTI - Anche sui costi c'è una grande disomogeneità: se alcuni comuni riescono a offrire alle famiglie più bisognose il servizio a costo zero e a modulare comunque il contributo richiesto in base al reddito familiare, in altri comuni il centro estivo comunale costa alla famiglia fino a 80 euro a settimana, indipendentemente dal reddito. Per i ragazzi con disabilità più grandi, soprattutto dopo i 18 anni, i servizi estivi diminuiscono fino a sparire del tutto. Alcune famiglie si rivolgono ai centri estivi speciali, organizzati presso i centri diurni. Purtroppo, però, anch'essi hanno un costo proibitivo per la maggior parte delle famiglie, che si aggira intorno ai 150-160 euro a settimana. Non solo.

Poiché sono organizzati in strutture separate, impediscono ogni forma di integrazione e di inclusione. Purtroppo.

11 luglio 2013