Fonte Quotidiano di Sicilia | ed. 09.02.2024 - È un ennesimo ed accorato appello quello che Anffas Sicilia e il suo presidente Giuseppe Giardina rivolgono alla Regione. Il tema, fondamentale per la vita e la serenità delle persone con disabilità, quello dei fondi sul “Dopo di Noi”, previsti dalla Legge n. 112/2016, un provedimento pensato per garantire la massima autonomia e indipendenza delle persone con disabilità, consentendogli per esempio di continuare a vivere, anche quando i genitori non possono più occuparsi di loro. A tal proposito l’associazione ricorda che, con il D.A. n. 2727/S5, l’assessorato regionale della Famiglia, Politiche sociali e del lavoro del 16/10/2017 ha approvato gli indirizzi operativi finalizzati alla definizione dei Piani distrettuali “Dopo di Noi”. Con lo stesso decreto, altresì, sono state assegnate ai 55 Distretti socio-sanitari, le risorse del Fondo nazionale per l’assistenza delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare anni per gli 2016-2017, ripartite sulla base del criterio della popolazione 18-64 anni e ammontanti ad oltre 11 milioni.

Tuttavia i territori, e nello specifico, i distretti socio sanitari hanno incontrato diverse difficoltà nella definizione dei Piani distrettuali, ora per problematiche organizzative-amministrative (governance distrettuale), ora per ragioni tecnico professionali (redazione dei progetti individuali ai sensi dell’articolo 14 dell legge 328/00). Ad aggravare il quadro la edifficoltà della sedimentazione culturale del “Dopo di Noi” e della nuova visione del concetto di disabilità dettata dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.

Pur in un contesto complicato come quello appena descritto, evidenzia Giardina, alcuni Distretti socio-sanitari, in tempi più o meno congrui rispetto a quelli dettati dal suddetto decreto, hanno avviato i Piani Distrettuali per il “Dopo di Noi”, permettendo l’avvio, di uno o più percorsi, previsti dalle 5 misure volute dalla legge di riferimento. La maggior parte di questi prevedono per le persone con disabilità “programmi di accrescimento della consapevolezza, di abilitazione e di sviluppo di competenze per la gestione della vita quotidiana e per il raggiungimento della maggior livello di autonomia possibile”. Nei territori in cui la cui sensibilità verso le persone con disabilità è stata spinta e supportata dalle associazioni di familiari che hanno saputo e potuto rappresentare le concrete ed urgenti esigenze di perone con disabilità, rendendo disponibili anche propri patrimoni, sono stati direttamente avviati - come previsto dalla norma - percorsi di residenzialità supportata in soluzioni alloggiative dalle caratteristiche abitative e relazionali della casa familiare. Ospiti di queste soluzioni allogiative sono principalmente persone con disabilità grave, prive di entrambi i genitori, o comunque di familiari in grado di garantire loro un adeguato sostegno. In questa situazione - sottoliena il presidente di Anffas Sicilia - va esposto un altro dato di fatto.

Dal 2016 ad oggi il fondo nazionale “Dopo di Noi” ha previsto in favore della Regione Sicilia appostamenti di risorse pari a circa 32 milioni di euro, di cui solamente 11 (annualità 2016 e 2017) sono in disponibilità dei Distretti in virtù della già citata prima ssegnazione. L'erogazione da parte dello Stato alle Regioni delle risorse di ciascuna annualità del Fondo, infatti, è condizionata alla rendicontazione, da parte delle Regioni, sul mondo in cui viene impiegato almeno il 75% della quota relativa alla seconda annualità precedente su base regionale. Ed è proprio qui che sta il cuore della complicata situazione denunciata da Anffas Sicilia. Su 55 distretti socio sanitari, come anzidetto, solo pochissimi hanno effettivamente avviato i Piani Distrettuali “Dopo di Noi” e quindi la Regione non potrà ricevere le ulteriori risorse, perchè non potrà rendicontare la famosa quota del 75%. Proprio per questo motivo, i Distretti che hanno completato l’erogazione delle misure sulla seconda annualità, come ad esempio Agrigento e Ragusa, non potranno ricevere le ulteriori somme per continuare a garantire l’erogazione dei servizi a valere sulla legge 112/2016. Stessa sorte, fra qualche mese, toccherà ai Distretti di Siracusa e Palermo. La domanda che si pone alle Regione allora è, come si fa a dire (i nomi sono di fantasia) ad Alessio, Pietro, Angela, che non vi sono più risorse e che pertanto non potranno continuare i percorsi di autonomia, e Guglielmo, Giovanni, Alessia - persone che hanno perso i genitori e che insieme ad altre costituiscono soluzioni alloggiative dalle caratteristiche proprie
della della famiglia - dove andranno a vivere?

Crediamo - sottolinea Anffas Sicilia - che a nessuno piaccia sentirsi dire che non può continuare a fare ciò che sta facendo, imparare ciò che sta imparando. Nessuno vorrebbe vedere ridimensionate le proprie opportunità. A nessuno piacerebbe sentirsi dire che non potrà più stare in famiglia ed essere “costretto” verso soluzioni più istituzionalizzanti, (l’esatto contrario che la legge vuole). Allora perché le persone con disabilità invece devono continuare a subire tali vicissitudini?

In che modo la Regione Sicilia intende trovare soluzione a questo spinoso problema? Le risorse ci sono, però non possono essere incamerate e di conseguenza non possono essere spese. Potranno essere rese disponibili eventuali economie che si sono determinate nel corso delle annualità ove i piani sono stati attualizzati? Possono i distretti, per così dire più virtuosi, subire le conseguenze dei distretti rimasti indietro nell’attuazione dei piani distrettuali? È plausibile pensare di iniziare un percorso di residenzialità costruito sul modello organizzativo del dopo di noi senza avere la certezza di continuità del finanziamento? Sono tanti gli interrogativi! Ma tanto per i Piani distrettuali mai stati avviati e tanto per i piani le cui prime due annualità sono terminate, a farne le spese continuano ad essere le persone con disabilità.