Anffas si è rivolta all’INPS per porre all'attenzione dell’Istituto una rilevante e gravosa questione che pone inevitabili e gravi conseguenze nei confronti delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

 

La nota, inviata in data 10.01.2024 all’attenzione della Direzione Centrale Ammortizzatori Sociali, della Direzione Centrale Inclusione Sociale e Invalidità Civile, e per conoscenza al Ministro per le Disabilità, giunge a seguito dell’ennesima segnalazione registrata dal Centro Studi Giuridici e Sociali di Anffas Nazionale rispetto al permanere di casi in cui l’INPS non tiene conto dell’ISEE “ristretto” ai fini del calcolo dell’Assegno Unico e Universale (AUU), contrariamente a quanto invece previsto dalla normativa nazionale.

 

Infatti, l’art. 1, comma 2, del decreto che istituisce l'Assegno Unico e Universale per i figli a carico (D.lgs. 29 dicembre 2021, n. 230), afferma espressamente che "nel caso di nuclei con figli maggiorenni, l'ISEE è calcolato ai sensi degli articoli da 2 a 6 e 9 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 5 dicembre 2013, n. 159".

Ed è proprio a norma dell’art. 6 del decreto da ultimo richiamato che si sancisce, ai fini del calcolo dell’ISEE, la facoltà, per le persone maggiorenni, di dichiarare un nucleo familiare ristretto rispetto a quello ordinario.

 

Tuttavia, nonostante l’espresso richiamo normativo, Anffas continua a riscontrare come non sempre si tenga conto di tale possibilità, richiedendo l’ISEE dell’intero nucleo familiare. Ciò anche in forza di quanto disposto dalla Circolare INPS n. 23 del 09 febbraio 2022, la quale al punto 6.2 prevede espressamente e difformemente da quanto sancito dal D.lgs. 230/2021 che “Per i figli maggiorenni, il riferimento è all’ISEE di cui agli articoli da 2 a 5 (ndr e non da “2 a 6”) del D.P.C.M. n. 159/2013 (ISEE ordinario) e all’articolo 9 del medesimo decreto (ISEE ordinario corrente)”, escludendo così, di fatto, proprio il richiamo alla disposizione che prevede il c.d. ISEE “ristretto”.

 

È del tutto evidente, allora, come ciò comporti delle gravissime conseguenze in capo alle persone con disabilità richiedenti, le quali si trovano innanzi ad una situazione assolutamente paradossale, quale quella per cui in forza di un atto normativo nazionale avrebbero diritto ad una prestazione di un certo importo, la quale non viene, poi, concretamente garantita. E il tutto diviene ancora più grave ove si pensi che il diniego provenga proprio dall’INPS, sulla base di un proprio atto attuativo di una normativa nazionale, ma in parte dal contenuto difforme dalla stessa.

 

Alla luce di quanto sopra e dando voce alle esigenze delle persone con disabilità e famiglie rappresentate, Anffas ha pertanto richiesto un tempestivo intervento affinché possano essere risolte le criticità rilevate, riallineando alla normativa vigente in materia la Circolare INPS n. 23/2022 su citata nonché tutte le prassi poste in essere, anche a livello territoriale, in conseguenza della stessa.