Fonte www.superando.it - Con la prima formazione in presenza è partito a Tunisi il progetto DICoo1, ossia Disabilità, Inclusione, Cooperazione: prima scuola di formazione professionale mediterranea per la cooperazione inclusiva con persone con e senza disabilità. Gestita dalla RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), l’iniziativa coinvolge due Paesi mediterranei (Italia Croazia) e due Paesi extraeuropei dell’area mediterranea (Marocco e Tunisia), con l’obiettivo di formare ventiquattro persone con disabilità come esperti junior nel campo della cooperazione internazionale e dell’emergenza.
La RIDS, ricordiamo, è un’alleanza strategica avviata nel 2011 da due organizzazioni non governative, l’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau) ed EducAid, insieme a due organizzazioni di persone con disabilità, quali DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap - cui Anffas aderisce), alle quali si è aggiunto successivamente l’OVCI-La Nostra Famiglia (Organismo di Volontariato per la Cooperazione Internazionale). Il compito di essa è appunto quello di promuovere il protagonismo delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni nei progetti di cooperazione internazionale, come afferma la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.

La formazione di DICoo1 sarà sviluppata con modalità mista, online e in presenza, con le sessioni in presenza che si terranno in Tunisia e in Italia. «La scelta di includere un Paese extraeuropeo dell’area mediterranea come meta per la formazione residenziale – spiegano i promotori del progetto – è pensata per favorire un’immersione in un contesto culturale “altro”, così da permettere ai partecipanti europei di provare le sfide e le emozioni del mestiere di cooperante. D’altro canto, i partecipanti che provengono dai Paesi extraeuropei, già coinvolti in progetti della RIDS a livello locale, avranno l’opportunità di conoscere da vicino il modello di inclusione europeo, con le sue innovazioni e i suoi limiti. Le sessioni online serviranno invece a tenere vivo l’interesse dei partecipanti durante gli intervalli tra le formazioni residenziali, dando spazio a lavori di gruppo per approfondimenti tematici, guidati da formatori esperti attraverso specifici incontri di tutoraggio, e produrranno un vademecum utile per coloro che realizzano interventi di cooperazione inclusiva».

«Ai partecipanti – viene spiegato ancora – verranno forniti, secondo le esigenze di ciascuno, tutti i sostegni per garantire pari opportunità nella partecipazione alle attività formative e del progetto (accessibilità fisica, fruizione dei materiali e delle formazioni, assistenti personali ecc.), assicurando nella formazione in presenza la traduzione nelle lingue parlate dai partecipanti (inglese, francese, italiano e arabo). Al termine del percorso, i partecipanti avranno acquisito competenze specifiche che serviranno loro per presentarsi come esperti junior nel campo della cooperazione inclusiva. Dal canto loro, i partner di progetto si impegneranno a continuare a sostenerli nella loro ricerca di un lavoro attraverso azioni mirate di job counselling (“consulenza lavorativa”) e l’inserimento dei loro dati in un gruppo di consulenti da sponsorizzare all’interno delle reti di organizzazioni non governative di cui fanno parte».

Come si legge nella presentazione del progetto, esso vuole sostanzialmente avere un impatto su:

  • I partecipanti, che aumenteranno le loro conoscenze e competenze professionali spendibili poi quotidianamente sia a livello di impegno con le Associazioni di riferimento, sia nel mondo più ampio della cooperazione, che verrà presentato loro e al quale saranno presentati nel corso del programma formativo.
  • Le Associazioni, Cooperative e Istituzioni che, nelle città coinvolte (Tunisi e Ostuni, in provincia di Brindisi) lavorano con giovani e con persone con disabilità, perché potranno apprezzare le buone pratiche e la fattibilità di una formazione professionale inclusiva.
  • Le Associazioni partners e la RIDS che potranno contare su esperti junior di cooperazione inclusiva da iniziare a coinvolgere anche per brevi missioni all’estero o per l’ideazione e la gestione di progetti in loco, aumentando le capacità di coinvolgimento di giovani con disabilità.

Nello specifico, i partecipanti impareranno a:

  • valorizzare le proprie capacità e quelle degli altri, indipendentemente dalla disabilità;
  • fare ricerche, raccogliere dati, compararli, sintetizzarli in testi;
  • conoscere il mondo della cooperazione inclusiva, i diritti delle persone con disabilità, il funzionamento delle istituzioni locali, nazionali, transnazionali che devono tutelare i diritti umani, ed il funzionamento delle organizzazioni della società civile (OSC);
  • usare devices in modo accessibile, comunicare in modo semplice e accessibile, trovare strategie di comunicazione capaci di superare le barriere linguistiche e culturali;
  • reagire positivamente nei momenti di difficoltà, rimanere focalizzati sulle priorità e non lasciarsi sopraffare dalle difficoltà, migliorare le proprie competenze, cooperare con gli altri e le altre per un obiettivo comune, lavorare in gruppi multiculturali e multidisabilità, lavorare in autonomia, parlare in pubblico, promuoversi;
  • riconoscere le proprie lacune, e aprirsi al nuovo, allo sconosciuto, superare i limiti dettati dai propri pregiudizi e dalle limitazioni dettate da contesti poco favorevoli;
  • mettersi in gioco, rinforzando la propria autostima, le motivazioni nell’ascoltare l’altro e sperimentare;
  • ricevere e dare informazioni, mettendo cura e puntualità sulla documentazione, focalizzando tutte le informazioni, attraverso la facilitazione visuale e metaforica con oggetti, con la cura che serve per le particolarità di questo gruppo dove ci sono giovani ipovedenti, non udenti e senza la possibilità di parlare.

Questi, infine, i vari temi che verranno sviluppati nelle sessioni di prima formazione:

  • presentazione del progetto e degli obiettivi; presentazione dei partners;
  • la cooperazione nei Paesi partner: beneficiari e donatori;
  • la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e i documenti internazionali;
  • la progettazione inclusiva: metodi, strumenti e obiettivi;
  • gli interventi in emergenza: metodi, strumenti e obiettivi, attori;
  • centralità delle persone con disabilità e loro valorizzazione; autovalutazione del proprio processo di empowerment (“crescita dell’autoconsapevolezza”).

Detto che le formazioni si basano su una metodologia innovativa, centrata su cooperative learning e su metodi di educazione non formale e gioco, con visite sul campo, role play, simulazioni e ludopedagogia, va segnalato che il progetto – che proseguirà per un anno e mezzo sino alla fine del 2024 – verrà lanciato il 19 ottobre Ostuni, nel corso del Festival della Cooperazione Internazionale, evento già ampiamente presentato in altra parte del giornale (a questo link il programma completo del Festival), durante un incontro online (ore 10), cui sarà possibile assistere tramite questo link.
Con la moderazione di Valentina Pescetti, formatrice, antropologa e referente per la base associativa dell’AIFO, vi parteciperanno Giampiero Griffo, presidente della RIDS, Francesca Ortali, coordinatrice dell’Ufficio Progetti Esteri dell’AIFO e i quattro group leader della scuola, vale a dire per l’Italia Enrichetta Alimena, per la Tunisia Sarra Raddadi, per il Marocco Mohammed Mounir e per la Croazia Marica Miric.