Fonte comunicato stampa Anffas Trentino - "Siamo costruttori di felicità pubblica. La politica riconosca e valorizzi il patrimonio di esperienze del terzo settore. Meno frazionamento tra le nostre realtà". Questi in estrema sintesi i contenuti della relazione letta dal presidente di Anffas Trentino, Luciano Enderle, nel corso dell'Assemblea dei Soci svoltasi presso la sede delle Edizioni Centro Studi Erickson a Gardolo.

All'incontro annuale dell'Associazione che assiste le persone e le famiglie di persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo, che è stato aperto dall'esibizione del gruppo musicale "Bandalock" di Arco, sono intervenuti, tra gli altri, gli assessori provinciali Stefania Segnana e Achille Spinelli, e quello comunale, Chiara Maule.

Come prima cosa nella relazione è stato messo in evidenza, lo dicono i dati ISTAT, il contributo insostituibile, che il terzo settore esprime a livello economico e occupazionale. Nulla è cresciuto così tanto in Italia in termini di attività, organizzazione, innovazione e occupazione. Il terzo settore è tra le forze economiche più promettenti del Paese, il comparto con il maggiore impatto occupazionale in proporzione al valore economico movimentato. Le organizzazioni, così come il tasso di occupazione, sono in continua crescita. Parliamo a livello nazionale di 861.000 dipendenti, con una crescita media annua del 2%. È un tesoro non da poco, nell’epoca degli individualismi, degli egoismi personali e organizzativi. "Immaginare che tale contributo - ha affermato Enderle - possa essere sostituito da iniziativa pubblica e privata di tipo economico-speculativo è un’illusione: sono troppe le risorse necessarie a sostituire il libero dono con la spesa pubblica sociale, inoltre, nessuna organizzazione economica si misurerà in quei territori e contesti nei quali non è conveniente investire ma valuterebbe ogni cosa prioritariamente dal punto di vista economico".

Da sempre il Trentino è stato lungimirante pioniere nel sociale, tuttavia, da qualche anno Anffas Trentino rileva che esigenze e bisogni di altri settori economici, pur legittimi ma che possono trovare soddisfazione nel mercato, vengono anteposti ai crescenti bisogni sociali che il mercato stesso non riconosce e che pertanto hanno bisogno di tutta l’attenzione politica. Anffas Trentino propone dunque due piste di lavoro. Una costante attenzione da parte della politica che riconosca e valorizzi il patrimonio di esperienze del terzo settore, anche orientando in tale direzione l’uso delle risorse. "Serve un maturo, responsabile e sinergico rapporto collaborativo - ha proseguito il presidente di Anffas Trentino - orientato ad una sorta di amministrazione condivisa, nel comune perseguimento di attività di interesse generale perchè prestare attenzione al sociale significa trasformare una comunità in una realtà più coesa ed economicamente più prospera".

Il presidente Enderle ha anche proposto un rinnovato patto tra gli enti del terzo settore, una nuova convergenza che possa aiutare a superare la frammentazione ed i personalismi, a ritrovare il denominatore comune che è alla base dell’efficienza d’azione sociale e di rappresentanza del terzo settore. Positiva in questo senso è l'esperienza avviata di recente di progetto unificato sull’autismo, a cui partecipano la Cooperativa Autismo Trentino, la Fondazione Trentina per l’autismo, Anffas Trentino, Agsat e la Cooperativa Albero Blu. Realtà che hanno unito le forze in un partenariato funzionale per ragionare congiuntamente sui bisogni e sulle possibili risposte, in un modello organizzativo inedito.

La pandemia ha cambiato il mondo, facendo affiorare con ancora più forza le disuguaglianze sociali presenti già prima dell’emergenza. Non tutti sono stati colpiti allo stesso modo: chi già faceva fatica ed era ai margini, ha sentito i contraccolpi in maniera amplificata rispetto a chi prima non era esposto a problemi e rischi sociali, economici o di salute. La guerra in Ucraina, poi, con il suo risvolto inflazionistico, sta ancora producendo una serie di conseguenze misurabili non solamente sul piano umanitario, ma anche su quello del tenore di vita e delle condizioni socio-economiche delle famiglie nel nostro territorio. Questo tipo di situazioni evidenzia la persistenza, in ogni tempo e ad ogni latitudine, di anelli deboli della famiglia umana che, sganciati da meccanismi di solidarietà e accompagnamento, rischiano di isolarsi e staccarsi dal resto della compagine sociale. Secondo Anffas Trentino occorre quindi costruire un sistema efficiente “di antenne sociali diffuse” in grado di anticipare i fenomeni, di intercettare tempestivamente, sul nascere, il bisogno sociale, prima che si acutizzi, per non rimanere sopraffatti dalla logica della inevitabilità dei dati e delle tendenze, cioè dalla ineluttabilità dei fatti compiuti.

Non siamo ruote di scorta, né semplici prestatori d’opera di servizi per la pubblica amministrazione.

Non dobbiamo avere paura nel relazionarci con la pubblica amministrazione, che tende sempre più a schiacciarci tra catalogo, prestazioni, tariffe, costi standard ed una burocrazia che invece di ridursi diviene sempre più soffocante. Non dobbiamo accettare di veder svilito il nostro ruolo sociale, che viene dal sacrificio e dall’impegno gratuito di tante persone. Dobbiamo avere la consapevolezza che è il Terzo Settore che ha tenuto fino ad oggi la coesione sociale nel nostro territorio facendo in modo concreto politica di welfare. Forse troppo silenziosamente il terzo settore è la colonna vertebrale della nostra società. Noi non facciamo le battaglie per i nostri interessi economici, che in quanto enti senza scopo di lucro non ci sono per definizione, ma per contrastare la crescita delle disuguaglianze sociali e della emarginazione, per sopperire alla mancanza di risposte adeguate a bisogni primari, per mantenere quel livello di qualità di vita per le persone con disabilità che abbiamo impiegato 60 anni a costruire.

"So che abbiamo politici sensibili - ha concluso Luciano Enderle - con cui possiamo confrontarci. Ho ben chiaro che il quadro delle risorse economiche pubbliche ha tinte fosche. Ma so anche che questo più di altri è il momento delle scelte, scelte politiche forti dove difendere le fragilità è una missione che richiede determinazione, coraggio e forza, una missione cui tutti i nostri amministratori e tutti noi siamo chiamati assieme".

Nel corso dell'Assemblea è stato assegnato al Parco Naturale Adamello Brenta il "Premio per la felicità sostenibile Anffas Trentino" in memoria di Francesca Paris Kirchner, riconoscimento annuale istituito con la volontà di riconoscere il merito di enti, di ogni dimensione e settore di attività, che si sono distinti per dedizione, professionalità e orientamento ai bisogni del territorio.

Da tempo il Parco ha intrapreso la strada della “natura accessibile a tutti”. Un progetto impegnativo, che lo sta portando a riconsiderare, profondamente, le strutture, i servizi, le attività e i percorsi rivolti al pubblico in funzione dell’accessibilità e della sostenibilità.

Importante in questo contesto, la firma per il rinnovo del piano d’azione e strategia 2023-2027 per il rinnovo della Carta europea turismo sostenibile (CETS), sottoscritta da numerosi partner del parco, tra cui Anffas Trentino. È un riconoscimento prestigioso, che certifica gli sforzi fatti per conciliare una buona accoglienza dei visitatori, che tenga conto delle loro esigenze e ne rafforzi la sensibilità ambientale.

Ammirevole è poi l’impegno volto a creare legami duraturi con il territorio attraverso l'adesione ai distretti famiglia, il coinvolgimento delle scuole, i percorsi di educazione ambientale e le proposte formative per fare impresa in modo sostenibile. Anffas Trentino nel consegnare il premio vuole esprimere l'apprezzamento per gli gli sforzi che si stanno compiendo per rendere inclusive alcune delle zone del Parco più affascinanti dal punto di vista naturalistico: il percorso di Nudole, in Val di Fumo, fruibile per qualunque visitatore, anche per persone non vedenti, ipovedenti e con disabilità motorie e il sentiero che da Patascoss porta al lago di Nambino, completamente rinnovato ed accessibile. Il Parco inoltre, attraverso il ricorso alla realtà virtuale, ha reso possibile anche agli anziani o alle persone con disabilità ammirare i luoghi più suggestivi delle Dolomiti, grazie a dei visori di ultima generazione. "Attraverso fitti rapporti di collaborazione - si legge nel testo di motivazione del Premio - con il tessuto economico e sociale, il Parco si pone come promotore di sviluppo e di reti territoriali a vantaggio di tutta la comunità. In questo approccio, orientato al bene comune, anche Anffas si riconosce".