Fonte www.vita.it - Nessuno si aspettava una cosa simile. La pioggia era attesa, le proporzioni del disastro no. Una casa famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII, a Faenza ha il piano terra completamente allagato. «Il frigorifero galleggia, siamo otto persone di cui tre con gravi disabilità. Siamo ancora in attesa di essere evacuati. Sappiamo che i soccorritori stanno facendo il massimo, ma le richieste sono tantissime», spiega Giovanni Belosi, il responsabile. Al momento le persone sono tutte al primo piano. La situazione si ripete un’infinità di volte: la notte scorsa sono state evacuate prioritariamente le case a maggior rischio, gli altri sono stati invitati a salire ai piani superiori. Ora però tutte queste persone vanno spostate, racconta Luca Luccitelli, responsabile dell’ufficio stampa della Papa Giovanni XXIII: «I mezzi di trasporto sono fuori uso, la luce manca in tantissime nostre strutture da ieri sera, non si può cucinare, i disagio sono enormi per tutti ma dove ci sono persone con disabilità la situazione è ovviamente ancor più complicata».

Al Villaggio della gioia di Forlì l'acqua è arrivata a pochi metri dalle case. La Capanna di Betlemme, sempre a Forlì, per l’accoglienza dei senza dimora, ha tutta l'acqua intorno. Due case sull'Appennino in cui la Comunità Papa Giovanni XXIII accoglie profughi sono completamente isolate a causa delle frane. «La casa famiglia di Santa Paola di Roncofreddo, nel Cesenate è irraggiungibile: la strada è franata. A Rimini invece la casa famiglia di via Tolemaide ha tutto il piano terra allagato ed è stata evacuata», racconta Isabella Ognibene, la responsabile, che sta spalando fango dalla casa. Le 12 persone, di cui 9 con disabilità, sono state accolte in un'altra struttura della Papa Giovanni, la Colonia Stella Maris. «Abbiamo tolto l’acqua, stiamo togliendo il fango. Vedremo cosa si potrà salvare, anche degli elettrodomestici», dice. Sempre a Rimini la Caritas ha lanciato appello per raccogliere urgentemente coperte, vestiti e scarpe da uomo, perché le persone che vivono in strada non hanno più niente di asciutto.

I testimoni raccontano di case allegate anche al secondo piano, sei metri d’acqua. Barbara Bentivogli, presidente di Anffas Emilia Romagna, è lei stessa fuori casa, ospite di una zia: «I vicini, che non hanno lasciato casa, ci dicono che non solo il piano terra ma anche il primo piano è invaso dall’acqua». Anffas Forlì ha messo a disposizione la sede per chi è stato sfollato e ha bisogno di un appoggio, Anffas cesena ha fatto lo stesso con la sua fattoria. «Noi di Anffas Faenza non possiamo neanche avvicinarci alla nostra sede perché tutta la zona è sommersa. Non sappiamo cosa possiamo trovare: a logica direi che sarà sicuramente piena d’acqua. Sappiamo di famiglie che seguiamo che sono state evacuate, per fortuna sono state tutte accolte da parenti che vivono in zone non colpite, non c’è stato bisogno di ricorrere a strutture provvisorie».

Anche a Bologna, poco prima di mezzogiorno, il torrente Savena è esondato. «La situazione non è grave come in altre zone ma la situazione è in evoluzione, purtroppo negativa», afferma Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna. Per quanto riguarda le cooperative, i danni più drammatici sono nell’agricoltura e nei magazzini di stoccaggio alcuni dei quali hanno gestori cooperativi. I centri diurni per anziani e per persone con disabilità sono chiusi».