Fonte www.vita.it - «Destiniamo 400 milioni alle regioni per aiutare ospedali e Rsa e ulteriori fondi agli altri enti locali, al Terzo settore e alle federazioni sportive»: è questo il sintetico passaggio con cui il presidente del Consiglio Mario Draghi ha confermato in conferenza stampa che sì, nel decreto Aiuti ter appena approvato dal Consiglio dei Ministri l'atteso (e tardivo) sostegno al Terzo settore per affrontare il caro-bollette c'era.

Sono due le misure introdotte nel dl Aiuti ter per aiutare gli enti di Terzo settore. Una viene dal ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Andrea Orlando e prevede un contributo straordinario per gli enti del Terzo Settore pari al 25% della spesa sostenuta per l'acquisto della componente energetica effettivamente utilizzata nel primo, secondo, terzo e quarto trimestre del 2022 e - a parziale compensazione dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l'acquisto del gas naturale - un eguale contributo straordinario sempre pari al 25%, per quanto consumato nel primo, secondo, terzo e quarto trimestre 2022 per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici. I soggetti beneficiari sono gli ETS iscritti al Runts, le aps coinvolte nel processo di transmigrazione e le onlus.

Una seconda misura invece riguarda gli enti di terzo settore e agli enti religiosi civilmente riconosciuti che gestiscono servizi sociosanitari e sociali residenziali e semiresidenziali per persone con disabilità. Per supportarli nell’affrontare gli aumenti legati costi dell'energia è stato istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze un fondo ex novo, di 120 milioni l'anno. Potranno accedervi le realtà che per l'aumento dei costi di energia termica e elettrica hanno subito un incremento dei costi oltre il 30% nel terzo e quarto trimestre 2022. «Dei 120 milioni, 100 vengono da fondi gestiti dal ministero per le Disabilità e 20 dal Ministero dell’Economia, non c’era altra disponibilità», conferma al telefono la ministra Erika Stefani. Consapevole che si tratta di un segno, visto che è la prima a sottolineare il grande numero di enti erogatori di servizi di questo tipo per le persone con disabilità: «Secondo l’Istat sono 45mila, faccia lei la divisione», dice. Per la cronaca, fa 2.600 euro a ente. I 100 milioni, spiega la ministra, vengono dalle risorse previste per il 2022 per l’attuazione della legge delega sulla disabilità: «Risorse che non sarebbero comunque state utilizzate, su quest’anno, dal momento che la legge delega non ha ancora i decreti attuativi e quindi è ancora operativa», sottolinea la ministra. «È importante aver creato un fondo ad hoc perché in questo modo, in legge di bilancio sarà possibile mettervi ulteriori risorse per il prossimo anno. Per il decreto di riparto, faremo di tutto perché arrivi in tempi brevi».

«Governo e Parlamento hanno preso atto che lasciare il Terzo settore privo di ristori contro i rincari avrebbe significato far gravare maggiormente la crisi energetica proprio su quella fascia di popolazione più indifesa, povera e a rischio emarginazione. Ci fa molto piacere nel Dl Aiuti ter siano stati previsti, facendo seguito alle nostre richieste, dei sostegni ad hoc per quelle realtà non profit che svolgono attività di cura e assistenza verso i più fragili e che avrebbero rischiato di non poter continuare a operare. Speriamo però che non si debba più assistere a simili ‘salvataggi in extremis’ del Terzo settore o a sottovalutazioni del suo importante ruolo», afferma Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore. Vincenzo Falabella, presidente della Fish (cui Anffas aderisce), è soddisfatto del risultato ottenuto in ore concitate insieme al Forum del Terzo Settore (cui Anffas adersisce) e ai due ministeri e sottolinea la necessità che le procedure per avere accesso alle risorse a supporto del Terzo settore siano snelle e non burocratiche. Mentre Lisa Noja, deputata di Italia Viva sempre attenta ai temi della disabilità, evidenzia da un lato la fatica che è stato necessario fare, ancora una volta, per trovare risorse per il terzo settore e per le persone con disabilità, «una fatica che stride con la facilità con cui invece sono state trovate le coperture per innalzare il tetto degli stipendi dei manager della Pubblica Amministrazione» e dall’altro il fatto che non ci si può accontentare di questo sostegno agli enti gestori. «Le persone con disabilità e le loro famiglie hanno costi energetici insopprimibili legati al fatto che devono ricaricare una carrozzina, usare l’apparecchio della tosse, un sollevatore… Sono apparecchi a cui non si può rinunciare e a parità di reddito oggi non viene riconosciuto il fatto che in una famiglia con un componente con disabilità c’è anche questo tema aggiuntivo. Quindi bene il sostegno alle strutture, ma non dimentichiamoci delle persone con disabilità che non sono istituzionalizzate».

Il Cdm ha approvato anche la riforma degli Istituti tecnici e professionali prevista dal Pnrr.