Fonte www.vita.it - Anffas è stata coinvolta da Intesa San Paolo nella redazione di un Glossario che il gruppo bancario ha presentato ai dipendenti, 100mila, per trattare il tema della disabilità. Abbiamo chiesto a Roberto Speziale, presidente della storica associazione di raccontarci l’esperienza.

Presidente, da dove nasce questa collaborazione?

Dal 1958, anno della sua fondazione, Anffas è impegnata nel far sì che alle persone con disabilità vengano sempre riconosciuti e garantiti dignità, diritti ed inclusione sociale. Le famiglie Anffas e le stesse persone con disabilità, specie quelle con disabilità intellettive e del neurosviluppo, sono da sempre vittime dello stigma sociale legato alla condizione di disabilità. Ciò è fonte di pregiudizi, discriminazioni, emarginazione ed esclusione sociale. In tale contesto anche il linguaggio utilizzato nel quotidiano è spesso testimone di un approccio culturale duro a morire e che tende a manifestarsi con diverse modalità a volte subdole e meno apparenti, altre volte con modalità di vera e propria violenza verbale se non addirittura scadenti in fenomeni di bullismo, maltrattamenti, vessazioni e violenze. Mentre l’utilizzo di un corretto linguaggio, fortemente ancorato ai paradigmi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, non rappresenta solo un esercizio lessicale ma, bensì, è espressione di un avanzamento culturale che vede nella diversità, parte integrante della stessa condizione umana, una insostituibile ricchezza. Proprio per questo motivo, Anffas ha deciso di collaborare con Intesa Sanpaolo per la realizzazione del Glossario Le parole giuste – media e persone con disabilità portando a patrimonio comune l’esperienza associativa maturata nel tempo.

È soddisfatto del risultato?

Si tratta di un volume che siamo convinti permetterà alla società tutta, agli operatori del mondo dell’informazione e ai rappresentanti delle Istituzioni di utilizzare le parole giuste per descrivere la condizione di disabilità. Riteniamo centrato l’ambizioso obiettivo che ci eravamo prefissati, ovvero contribuire attraverso tale lavoro all’avanzamento culturale sui temi della disabilità che certamente contribuisce a rendere più civile ed allineato al modello basato sui diritti umani il nostro Paese. Avanzamento culturale che certamente concorre in modo significativo a far sì che si consolidi ulteriormente la nuova visione sulla disabilità avendo tutti realmente rispetto delle sensibilità, diritti e dignità di ogni persona con disabilità senza mai rivolgersi loro o utilizzare terminologie offensive e non rispettose delle stesse e dei loro familiari.

Soddisfatti, quindi…

Alla luce di tali considerazioni sì, Anffas non può che esprimere grande soddisfazione per questo ennesimo passo in avanti nella giusta direzione, manifestando gratitudine per tutti coloro che, a partire dal gruppo Intesa Sanpaolo, hanno contribuito a realizzare il Glossario. Ciò a testimonianza di quanto anche un gruppo bancario che sceglie di impegnarsi sui temi sociali possa contribuire al processo di miglioramento a cui l’intera società civile deve tendere affinché, in chiave inclusiva, garantisca a tutti pari opportunità, non discriminazione, rispetto dei diritti umani, civili e sociali e nessuno venga mai discriminato a causa della propria condizione.

Per approfondimenti: "Sulla disabilità dire bene fa bene" (intervista a Stefano Lucchini, Affari istituzionali e comunicazione esterna di Intesa Sanpaolo)