Fonte www.redattoresociale.it - Lavorare su un progetto di vita delle persone con disabilità, mettere a punto servizi appropriati per gli over 65, progettare politiche abitative che favoriscano l’autonomia. Sono alcune delle proposte per la città di Bologna elaborate da Aias, Uildm e Anffas, che in occasione delle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre hanno inviato ai candidati sindaco una lettera per chiedere interventi ad hoc in tutela delle persone con disabilità e delle loro famiglie. La lettera, firmata dai tre presidenti Alice Greco (Uildm Bologna), Gianluca Pizzi (Aias Bologna) e Gaspare Vesco (Anffas Bologna), affronta una serie di criticità del contesto bolognese, offrendo idee e soluzioni per superarle.

Il punto numero 1 riguarda l’importanza di stilare un progetto di vita, che raccolga i bisogni e i desideri della persona con disabilità fin dalla sua nascita, creando una continuità tra servizi diurni, residenziali, laboratoriali. “È un discorso che stiamo portando avanti da alcuni anni, ma non abbiamo ancora ricevuto una risposta soddisfacente – afferma Gaspare Vesco, presidente di Anffas Bologna –. La nostra città è ricca di servizi e non possiamo certo dire che il territorio non offra opportunità, ma si può sempre fare meglio”.

Il progetto di vita permetterebbe di non stravolgere, come spesso accade, la vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie nel passaggio da un servizio a un altro. In questa ottica si inquadra anche il tema degli over 65: “Ancora in troppi casi si vedono interruzioni e cambi dei servizi forniti solo in ragione di un criterio puramente anagrafico – continua Vesco –. Questa è la conseguenza di un fenomeno nuovo: oggi le persone con disabilità vivono più a lungo, e come tutti invecchiano e diventano anziane. Al momento, dopo i 65 anni, queste persone escono dai servizi per le persone con disabilità e vengono inserite nei servizi per anziani, un passaggio spesso traumatico. Quello che chiediamo è di valutare il da farsi situazione per situazione: non si possono spostare le persone come se fossero dei pacchi”.

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