In occasione della giornata del 1 maggio, le persone con disabilità intellettive e del neurosviluppo hanno poco da festeggiare. Infatti, nonostante la Legge n.68/99 promuova l’inclusione nel mondo del lavoro, pubblico e privato, delle PcD e la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità (CRPD) all’art. 27 sancisca il diritto delle PcD al lavoro su base di parità con gli altri, questo diritto continua ad essere negato.

Pertanto, cogliendo anche l’occasione dei festeggiamenti del 1 maggio, Anffas si appella al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, ed al Ministro delle disabilità, Erika Stefani, affinchè si facciano parte attiva per promuovere un piano nazionale straordinario di assunzioni a partire dalla Pubblica Amministrazione di persone che disabilità, con particolare riferimento a quelle con disabilità intellettive e del neurosviluppo. Disabilità queste che risultano le più penalizzate. Ciò porrebbe fine a quella che in atto rappresenta un’autentica discriminazione nonché, come dimostrato dalla recente relazione al Parlamento sullo stato di applicazione della Legge 68/99, una non corretta applicazione della vigente normativa in materia.

Solo in presenza di un concreto impegno nel senso sopra indicato anche le persone con disabilità intellettive e del neurosviluppo, ed i loro familiari, potrebbero guardare alla festa del 1 maggio con rinnovata speranza e fiducia e prendere atto che finalmente l’Italia si avvia a garantire anche ai cittadini con disabilità il diritto ad avere accesso al mondo del lavoro “vero”. Diritto, tra l’altro, posto a fondamenta della nostra stessa Carta Costituzionale e che non può essere più negato se si vuole, come sancito in questi giorni anche dal PNRR, mettere in atto un grande piano di rilancio e sviluppo del nostro paese che metta realmente al centro il diritto al lavoro per tutti.

Ma occorre avere chiaro che si deve trattare di un lavoro dignitoso ed inclusivo che garantisce diritti a tutti i lavoratori e lavoratrici, con e senza disabilità, e che concorre a promuoverne la loro migliore qualità di vita.

Solo con i i giusti e necessari sostegni ed in presenza di politihe attive sul lavoro tale diritto potrà essere esercitato dalle pcd in condizioni di pari opportunità con gli altri cittadini!