Fonte www.ilfattoquotidiano.it - “Bisogna trovare un giusto equilibrio e un giusto compromesso, non dire ‘basta si chiude non si fanno più le visite’, misura che poi tra l’altro non trova nemmeno una ragione dal punto di vista sanitario: le visite e gli incontri si fanno con protocolli di sicurezza molto rigidi. Un’ulteriore segregazione sarebbe terrificante: una violenza inutile fatta ai danni di persone con disabilità e delle loro famiglie”. Il presidente dell’Anffas, Roberto Speziale, risponde così a chi tra gli osservatori ritiene al contrario che, benché sia poco, per proteggere le Rsa e le Residenze per persone con disabilità dal Covid non si possa fare “altro che chiudere alle visite dei parenti”.

I gestori contattati da ilfattoquotidiano.it dal canto loro fanno notare che “ad oggi i protocolli di visita dei familiari sono molto rigidi, il rischio zero non esiste per nessuno, però quello del contagio dai visitatori esterni è un rischio infinitesimale, perché le misure di sicurezza che prevedono il distanziamento, il plexiglass e il triage all’ingresso, riducono fortemente il rischio”. La scelta della chiusura resta ovviamente obbligata in caso di focolai, ricordano, sottolineando che “ci sono regioni che presumibilmente in base all’andamento epidemiologico come la Toscana, hanno deciso di bloccare le visite. Altre non si sono ancora espresse al riguardo, però anche dal punto di vista del benessere dell’ospite è giusto bloccarle nel momento in cui le strutture presentino un focolaio interno o limitrofo, in alternativa con tutte le misure stringenti del caso, è bene continuare a garantire un contatto tra ospite e familiare”.

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