Fonte Inclusion Europe - La situazione che stiamo vivendo a causa del Coronavirus in alcuni paesi europei mette a rischio i diritti delle persone con disabilità intellettive. Inclusion Europe ha notato scioccanti proposte di legge per negare alle persone con disabilità l'assistenza sanitaria e ci sono stati casi in cui ciò è realmente accaduto. L'accesso all'assistenza e alle cure di cui disponevano quotidianamente non è più garantito. La maggior parte dei bambini con disabilità intellettive non è in grado di continuare il proprio apprendimento perché le scuole non possono comunicare con loro, e le famiglie sono lasciate da sole ad occuparsi di tutto, dall'alimentazione all'educazione. Le persone nelle case di cura o negli istituti sono state confinate senza il permesso di vedere le loro famiglie o i propri amici, anche virtualmente.

Le persone con disabilità sono anche tra coloro che vivono nelle case di riposo e queste strutture hanno visto un numero molto elevato di persone contagiate e morte a causa del virus.

Ci sono stati casi di contagi ad ampio raggio anche negli istituti per le persone con disabilità. In alcuni casi, le persone con disabilità che hanno contratto il virus sono state rilasciate dall'ospedale senza alcun trattamento e sono state trasferite nuovamente dentro gli istituti in cui il virus avrebbe potuto facilmente diffondersi ad altre.

L'Unione Europea ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UNCRPD). Ha inoltre riconosciuto nella Carta fondamentale dei diritti dell'Unione europea il diritto delle persone con disabilità di beneficiare di misure intese a garantirne l'autonomia, l'inserimento e la partecipazione sociale e professionale nella vita della comunità. Tuttavia, questi diritti non sono stati pienamente presi in considerazione durante questa crisi epidemica e sanitaria.

Pertanto, Inclusion Europe ha presentato una petizione per attirare l'attenzione della Commissione per le petizioni del Parlamento europeo sui numerosi casi di leggi nazionali incompatibili con la CRPD delle Nazioni Unite o con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea chiedendo misure volte a proteggere le persone con disabilità intellettive durante e dopo l'emergenza Coronavirus.

Quali misure l'Unione europea potrebbe adottare per proteggere le persone con disabilità intellettive?

Per quanto riguarda la risposta sanitaria immediata, è essenziale garantire che sia compatibile sia con la Carta dell'UE e con la CRPD, tenendo presente che tutte le vite sono uguali e che nessun altro può essere considerato in grado di giudicare se la vita di una persona vale meno o no.

È fondamentale che le autorità nazionali ed europee assicurino che i miliardi di euro di iniezione economica post-Corona siano rivolti innanzitutto alle persone con disabilità e ad altri gruppi "vulnerabili". È necessario che le misure finanziarie post-Corona non solo raggiungano ma partano dalle stesse persone con disabilità intellettive e dalle loro famiglie.

La petizione è stata ascoltata dalla Commissione per le petizioni del Parlamento europeo il 19 maggio 2020 ed è stata accolta con favore da tutti gli eurodeputati: 7 deputati su 8 hanno dichiarato il proprio sostegno per mantenere aperta la petizione.

  • Ádám Kósa (eurodeputato, Gruppo del Partito popolare europeo): "Sono d'accordo con la petizione. È importante che le persone con disabilità intellettive siano trattate con rispetto"; 
  • Alexander Matthew Agius Saliba (eurodeputato, Gruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici): "Credo che stiamo entrando in una nuova frase del COVID-19. I problemi di salute mentale devono essere affrontati al più presto; a livello nazionale, ma è anche importante avere una strategia a livello europeo, con particolare riguardo alle persone con disabilità intellettive";
  • Yana Toom (eurodeputato, Gruppo del Renew Europe): "Il triage è discriminatorio per definizione. Quindi, il nostro obiettivo è quello di evitare situazioni in cui dobbiamo usarlo. Solo perché gli Stati membri hanno ratificato l'UNCPRD non significa che la attuino completamente";
  • Loránt Vincze (eurodeputato, Gruppo del Partito popolare europeo): "Questa pandemia ha evidenziato che i sistemi sociali e sanitari non sanno quali procedure dovremmo adottare con tali persone. Queste persone sono state completamente isolate con un alto tasso di mortalità tra di loro. È anche importante che il Parlamento europeo giochi un ruolo più forte. Abbiamo bisogno di una risoluzione in Aula";
  • Ulrike Muller (eurodeputato, Gruppo del Renew Europe): "Sosteniamo moltissimo questa petizione. Dobbiamo creare un quadro in modo che le persone con disabilità possano tornare alla loro vita quotidiana e alla società. In quanto Europa dobbiamo garantire che gli Stati membri stiano davvero attuando la CRPD delle Nazioni Unite e dobbiamo garantire che le persone con disabilità abbiano una partecipazione più equa nella società. Quindi, abbiamo bisogno di finanziamenti per le famiglie e l'Europa deve garantire che le persone con disabilità non vengano lasciate indietro";
  • Monica Semedo (eurodeputato, Gruppo del Renew Europe): "Sono lieta di sostenere questa petizione poiché le situazioni di crisi colpiscono sempre i più vulnerabili. La sicurezza e l'accesso a un'assistenza sanitaria adeguata dovrebbero essere garantiti a tutti, comprese le persone con disabilità. Potete stare sicuri che porterò le vostre preoccupazioni ai negoziati per un nuovo e più forte Fondo Sociale Europeo".

Link alla petizione: qui
Link al video dell'audizione: qui
Link alla nostra relazione con la Commissione PETI: qui