Un'inchiesta realizzata dal mensile Terre di mezzo e da Franco Bomprezzi
Tratto da: www.affaritaliani.libero.it - Dalla disabilità all'immigrazione. Sono tante le storie che vengono raccontate cavalcando stereotipi e senza opportune verifiche. Esempi eclatanti che sono stati presentati durante il V Redattore Sociale Milano.
Un'inchiesta realizzata dal mensile Terre di mezzo e dal giornalista e blogger Franco Bomprezzi monitorando gli articoli pubblicati su quotidiani e periodici tra febbraio e aprile 2011.
"Ci ha stupito leggere sulla prima pagina de La stampa il titolo 'Attenti ai cinesi', sono qui per copiare -commenta il direttore di Terre di Mezzo Elena Parasiliti -. Nell'articolo si parlava di una ricerca condotta nel Regno Unito che però veniva legata a una città in cui vivono circa 2mila studenti cinesi".
Nel pezzo non veniva data voce alla comunità cinese e, nei
giorni successivi, non è stato dato spazio alla replica dei giovani di Associna
che, ben lontani dall'essere degli 007 infiltrati nelle università italiane,
promuovono iniziative di integrazione e conoscenza reciproca che coinvolgono
immigrati e italiani.
Elena Parasiliti e Franco Bomprezzi hanno chiamato
in causa non solo la professionalità del cronista che scova e costruisce la
notizia, ma anche quella di chi, all'interno della "macchina-giornale"
contribuisce a costruire il sistema dell'informazione.
È il caso, ad esempio, del "Gazzettino di Padova" che ha dato spazio a una notizia fuorviante che riguarda una donna rom cui viene appiccicata l'etichetta di "falsa invalida": la donna, che è seguita dalla Caritas locale, chiede l'elemosina in carrozzella perché non può stare in piedi troppo a lungo. "Il giornalista che ha scritto il pezzo la osserva semplicemente, non le ha mai parlato. Se lo avesse fatto, avrebbe scoperto un'altra realtà", commenta Elena Parasiliti.
Altro caso presentato, quello della copertina del settimanale
Panorama che riporta in copertina la figura stilizzata di un omino in carrozzina
con le sembianze di Pinocchio e il titolo "Scrocconi". "Questa non è
un'inchiesta, ci diversi errori, molti dei quali grossolani -commenta Franco
Bomprezzi- il pezzo si limita a riportare i dati Inail senza dare voce alle
tante associazioni di persone con disabilità che quei dati li hanno contestati".
Ultimo caso, quello dell'asilo "Obra del nino" di via Padova, gestito da
alcune donne peruviane in collaborazione con la cooperativa Comin. Una piccola
realtà che lavora per l'integrazione dei bambini stranieri, ma che per Il
Giornale, diventa semplicemente "L'asilo dei bambini clandestini". "I bambini
non sono mai clandestini -puntualizza Elena Parasiliti- Se la giornalista avesse
visitato l'asilo e non si fosse limitata a una telefonata, avrebbe scoperto che
la realtà di cui stiamo parlando è molto più complessa".
2 maggio 2011