Tratto da: www.affaritaliani.libero.it - ROMA - Qualcuno, sul web, ci è rimasto davvero male, tanto da proporre una petizione per invitarli ad uscire allo scoperto. Ma difficilmente otterrà dei risultati, perché gli imprenditori "meritocratici" che hanno fatto volantinaggio nella zona di Cinisello Balsamo, aperto un sito web e un profilo su Facebook (prima chiuso, ora nuovamente disponibile), e che con toni provocatori si dicono contrari alla presenza di persone con disabilità in azienda perché "non producono e creano solo problemi", resteranno con tutta probabilità nell'ombra. E non perché non abbiano coraggio di esporsi, ma perché il loro fine è probabilmente un altro: solo quello di far parlare di sé, di creare dibattito, di inventare un argomento di discussione e di osservarne la discussione.
Il forte dubbio, insomma, che arriva a rasentare la certezza, è
che il gruppo anti-disabili in azienda non sia che una bufala: un
"troll", per usare il gergo di internet e delle comunità virtuali, un esempio di
gruppo creato ad arte – e da persone particolarmente capaci di nascondere le
proprie tracce informatiche – per proporre messaggi provocatori, fomentando gli
animi, con lo scopo di osservare le reazioni, di far parlare di sé, di trovare
spazio e ascolto nel grande spazio di internet.
E provocatori i
contenuti del sito web (http://www.imprenditorimeritocratici.tk/) lo sono
davvero: "Siamo aziende, non servizi sociali", dicono gli imprenditori, che
assicurano di non essere dei mostri, di non voler fare una crociata
contro le persone con disabilità e di essere anzi nient'altro che
degli onesti professionisti, ma che poi distribuiscono per strada nel milanese e
invitano a scaricare dal web volantini che affermano chiaramente che "nelle
nostre aziende non c'è spazio per chi non produce". La filosofia di fondo
proposta è semplice: le aziende "sono fatte per produrre" e "per dare lo
stipendio a chi se lo merita"; le persone con disabilità che la legge
obbliga ad assumere in azienda, invece, "non rendono come le altre persone" e
"per lo più creano problemi". No dunque alla loro presenza in azienda: concetto
espresso da un cartello stradale di divieto con nel mezzo il simbolo della sedia
a ruote. Un vero e proprio "divieto di disabile".
Il problema è che le
modalità della presenza su internet fanno pensare seriamente ad un tentativo di
depistaggio, ad una bufala, ad uno scherzo architettato da chi sa usare il web.
Il sito è un blog creato su piattaforma Wordpress e utilizza un dominio .tk, che
identifica l'isola di Tokelau, un territorio della Nuova Zelanda che – non
avendo evidentemente motivo di conservare l'esclusiva del dominio - ha
liberalizzato l'uso del dominio, anche a fini promozionali. Chiunque può dunque
registrare un dominio .tk, e così è stato fatto in questo caso attraverso una
società apparentemente con sede ad Amsterdam. Nel sito, comunque, nessun nome,
nessun indirizzo, nessun contatto. Tutto rigorosamente anonimo.
Ma è su Facebook (questa è la pagina attuale: http://www.facebook.com/profile.php?id=100002103932533&sk=friends&v=friends)
che gli indizi di una "bufala" si moltiplicano: circa 200 amici, fra le quali
quelle di numerose associazioni imprenditoriali e del non profit, come anche di
alcune sezioni di partiti politici. Poiché risulta difficile che queste abbiano
deciso l'amicizia in presenza dei contenuti proposti dagli "imprenditori
meritocratici", è probabile che il contenuto della pagina fino a qualche giorno
o ora fa fosse diverso. Fra quei 200, cioè, molto hanno dato la loro amicizia
alla pagina quando sulla stessa campeggiavano non gli imprenditori
meritocratici, ma qualsiasi altra causa, seria o faceta: contro la guerra, per
gli hamburger di tacchino, contro le partite di calcio giocate all'ora di
pranzo, a favore del cibo biologico e via ipotizzando.
Ma fra i 200
amici della pagina, di grande interesse all'occhio dell'osservatore attento sono
coloro che utilizzano come foto del proprio profilo il manifesto degli
imprenditori meritocratici. Si tratta cioè di qualcosa di più di semplici amici,
perché mostrare proprio quella come propria foto personale indica che ci
troviamo di fronte a coloro che dichiaratamente sposano la causa: ebbene, di
questi account – sono una decina in tutto sui circa 200 amici – tutti sono stati
creati all'inizio del mese di febbraio, contemporaneamente alla nascita del sito
con dominio.tk.
Tutte "persone" cioè che avrebbero fatto la loro prima iscrizione a Facebook contemporaneamente, e che si sarebbero poi trovate unite nella causa. Alquanto improbabile, a maggior ragione se si considera che tutti costoro tentano di rendere il loro profilo veritiero pubblicando gallerie di fotografie dalle quali mai si ricava un volto o una persona riconoscibile. Alquanto strano, per chi è abituato ai profili su Facebook. Ci sono le fotografie di una gita in Portogallo, quelle di escursioni in montagna o della primavera, ma mai un volto. E tutte – altra coincidenza? – sono state caricate lo stesso identico giorno, il 7 febbraio. Alcuni, sempre per rendere veritiero il profilo, affermano di essere imprenditori, ma le aziende citate non esistono. Le "anomalie" che fanno propendere per la bufala sono queste e numerose altre, ma quanto mai eloquente è, fra tutte, il dato più semplice che esista: nomi e cognomi di coloro che "sposano la causa" degli imprenditori meritocratici. Fra i più indicativi c'è un Andrea Lasola, insieme ad un Gianfilippo Cacchione, una Giorgia Finziani, e poi Terenzio Pirillo, Marzia Pifferi, Patrizio Zozzi, Fernando Coliti, Jennifer InSeri, Mina Gabbata, Greta Spazzino. Tutti account fittizi, creati appositamente per dare voce agli imprenditori meritocratici, per far parlare di sé, per creare disturbo sulla rete. Una bufala, insomma.
22 marzo 2011