Fonte www.disabili.com - Come evidenziato in un altro articolo, anche quest’anno scolastico è iniziato con grossi ritardi nella nomine dei docenti e tantissime sono ancora le cattedre vuote, curricolari e, soprattutto, di sostegno. La FISH* ha invitato a segnalare ogni disservizio, le famiglie sono indignate. Mancano assistenti, vi sono ritardi nell’avvio dei servizi di trasporto scolastico, permangono numerose barriere architettoniche. Non mancano bambini e ragazzi che vengono tenuti a casa, in attesa dell’arrivo del personale che, non di rado, non è adeguatamente formato. Scarsa rimane l’attivazione di percorsi formativi per i docenti curricolari e per il personale ATA; scarso il coinvolgimento stabile dei docenti curricolari nei processi di inclusione degli alunni con disabilità; scarsa la volontà di una formazione diffusa. L’inclusione, in questo periodo, fatica tanto ad affermarsi.

Oltre il 40% dei docenti di sostegno è precario, gli specializzati sono pochi, il MIUR ne assume solo 1 su 10 perché non sono presenti nelle graduatorie di riferimento per il ruolo. Così i posti annuali sono in costante aumento, quelli dei docenti stabilizzati rimangono invece invariati, anche se cresce il numero degli alunni con certificazione. A volte i supplenti non si presentano alle convocazioni, molto spesso i docenti di sostegno in ruolo transitano su posto comune. Com’è possibile che ogni anno si ripeta tutto questo, ed in maniera crescente? Cosa bisogna fare? Non manca ormai chi propone di forme di premialità per chi lavora su posto di sostegno, in modo da evitarne la fuga. La situazione, ancora una volta appare particolarmente grave al nord, dove si concentra il 96% dei posti vuoti. Il ministro Bussetti ha annunciato l’avvio di un quarto ciclo di specializzazione per 10 mila docenti. Non saranno sufficienti. Si profilano nuove azioni legali da parte delle famiglie, per le ore di sostegno, per la discriminazione subita dai loro figli, per il diritto allo studio negato.

Bisognerebbe riflettere anche su altre possibilità, altre vie, alcune già prospettate, come ad esempio quella della cattedra mista, che consentirebbe di utilizzare risorse formate e stabili anche su posto di sostegno, eventualmente incentivando i docenti disponibili.

Le difficoltà, purtroppo, non finiscono qui e gravi sono anche i ritardi nell’assegnazione degli educatori e degli assistenti da parte degli enti locali. Le regioni lamentano, come ogni anno, ritardi nell’assegnazione dei fondi, poi in qualche modo intervengono e solo dopo lunghi iter burocratici giungono a chi gestisce il servizio che, in tal modo può erogarlo. Nel frattempo gli alunni con disabilità aspettano. Anche le ore sono sempre poche, mai attribuite sulla base delle reali necessità, ma quasi sempre in maniera piuttosto standardizzata, con la finalità, ahimè, di coprire più ore possibili, alternandosi al docente di sostegno, senza alcun reale progetto educativo ed inclusivo. Il governo nei giorni scorsi ha comunque stanziato 75 milioni di euro per l’assistenza: ci auguriamo possano essere utilizzati in tempi brevissimi.

Molte sono le segnalazioni delle famiglie anche in merito ai ritardi nell’attivazione dei servizi per il trasporto scolastico, moltissime sono ancora le barriere architettoniche e nell’accesso ad ambienti e strumenti.

Da dove iniziare? Cosa fare nelle emergenze? Occorre in primo luogo creare le condizioni perché gli alunni possono accedere alle scuole, ai servizi ed alla stessa vita scolastica, nella maniera più serena ed entusiastica possibile. Bisognerebbe poi pensare seriamente ad un tavolo di confronto per trovare soluzioni condivise che possano consentire, una volta per tutte, di superare l’estrema fragilità dell’inclusione scolastica che, soprattutto all’inizio dell’anno, è messa duramente alla prova. 

*Cui Anffas aderisce