Nonostante i ripetuti messaggi lanciati in questi mesi dall'EDF, il Patto sulla Disabilità non rientra nella nuova strategia
Durante il recente incontro tra i leader europei, svoltosi a
Bruxelles il 17 giugno scorso, è stato adottato Europa 2020 , programma
strategico per le future politiche economiche e sociali dell'Unione Europea. E
tuttavia, nonostante i ripetuti messaggi lanciati nei mesi scorsi
dall' EDF
(European Disability Forum) e pur nel mezzo della peggiore crisi
economica degli ultimi anni, gli Stati non hanno affatto recepito la proposta
di inserire un Patto Europeo sulla Disabilità in Europa 2020. Le conclusioni
del Consiglio d'Europa, quindi, non riconoscono sostanzialmente i milioni di
cittadini con disabilità dell'Unione e il ruolo che essi potrebbero giocare nel
raggiungimento degli obiettivi del nuovo programma strategico politico,
economico e sociale.
Ma andiamo per ordine, ricordando innanzitutto che
nella definizione di Europa 2020 gli Stati si sono trovati d'accordo su alcuni
specifici obiettivi in ambito di istruzione, inclusione sociale e riduzione
della povertà. Il Consiglio ha approvato inoltre le Linee Guida Integrate
per le Politiche Economiche e Occupazionali , sulle quali per altro il
Parlamento Europeo non ha ancora pubblicato le proprie considerazioni.
Ebbene, su temi fondamentali per l'inclusione, come il lavoro e
l'istruzione, bisogna dire subito che 65 milioni di persone con disabilità
rischiano di essere "lasciate indietro" e benché le statistiche evidenzino
discriminazioni significative in tutta l'Unione Europea, in tali ambiti la
disabilità non è stata considerata come un obiettivo di primo piano.
Eppure
è noto che le persone con disabilità rappresentano più del 12% della popolazione
dell'Unione Europea e che una loro maggiore partecipazione al mercato del lavoro
contribuirebbe a raggiungere l'obiettivo che si pone Europa 2020, cioè innalzare
al 75% il tasso di occupazione di donne e uomini, allo stesso modo in cui
potrebbe contribuire a ciò un maggiore tasso di occupazione tra giovani,
anziani, e migranti. Su un altro versante, poi, una rinnovata attenzione
all'educazione inclusiva e ai bisogni speciali potrebbe ridurre i tassi di
abbandono scolastico a meno del 10%, obiettivo anche questo auspicato nelle
conclusioni del Consiglio d'Europa.
Tenendo presente quindi che un uguale
accesso al mercato del lavoro e a quello dell'istruzione sono diritti
fondamentali, a questo punto l'EDF ha esortato la Commissione e il Consiglio
d'Europa a includere la disabilità nelle più rilevanti aree di priorità di
azione, quali quelle denominate Nuove competenze per nuovi posti di lavoro,
Gioventù in movimento e Una Piattaforma europea contro la povertà.
Sebbene
poi il Forum abbia accolto con favore i riferimenti alla disabilità e ai
requisiti di accessibilità elettronica nella nuova Agenda Digitale per
l'Europa*, l'organizzazione si è dichiarata convinta che il mainstreming della
disabilità - ovvero l'inserimento della disabilità stessa in tutte le politiche
generali - debba spingersi ben oltre e che a ciò debbano seguire concrete
iniziative politiche.
Positivo, infine - sempre secondo l'EDF - vedere
l'inclusione sociale compresa negli obiettivi principali sulla povertà, ma anche
qui bisognerà proseguire con misure - nell'ambito della Piattaforma europea
contro la povertà - che possano portare a un maggiore accesso alla salute, alle
pensioni e ai servizi sociali. In particolare, si dovrebbe porre l'attenzione a
fare emergere quelle gravi situazioni di esclusione sociale in cui vivono le
persone con disabilità che si trovano in istituti segreganti, includendole una
volta per tutte nella società, mediante l'accesso ai servizi, e riconoscendole
quindi quali cittadini come tutti gli altri.
«Continueremo il nostro lavoro
collettivo - ha dichiarato Yannis Vardakastanis, presidente del Forum - per
migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità europee e il loro
proposito di un'esistenza all'altezza delle loro aspettative. Continuo per altro
a credere che vi sia assolutamente bisogno di un Patto per la Disabilità come
componente integrante dell'agenda di Europa 2020. Serve infatti una strategia
per far sì che la disabilità sia parte del progetto europeo e della
collaborazione con gli Stati Membro. Su questo non molleremo». (Giuliano
Giovinazzo e Stefano Borgato)
*L'Agenda Digitale Europea è un documento contenente le
priorità europee di azione nel settore delle tecnologie dell'informazione per i
prossimi cinque anni.
Si ringrazia per la collaborazione l'Ufficio Stampa
dell'EDF (European Disability Forum).
30 giugno 2010
Fonte: www.superando.it