Fonte www.superando.it - «Credo che dovremo fare di più per riflettere le varie dimensioni della diversità umana nel Comitato CEDAW e, in particolare, includere persone provenienti da gruppi di popolazione invisibili e ignorati, come lo sono le donne con disabilità»: lo ha dichiarato Ana Peláez Narváez, vicepresidente dell’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, subito dopo essere diventata la prima donna con disabilità a far parte del Comitato ONU CEDAW, ovvero dell’organismo che verifica l’attuazione della Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna (CEDAW, appunto), adottata nel 1979 dall’Assemblea delle Nazioni Unite ed entrata in vigore il 3 settembre 1981.
Grande soddisfazione è stata espressa dall’EDF per il riconoscimento avuto dalla propria Vicepresidente, che resterà ora in carica per quattro anni. «La sua elezione – si legge in una nota del Forum – è un bel passo in avanti per rendere finalmente una concreta realtà il nostro tradizionale motto, che è sempre Nulla su di Noi senza di Noi».

Dopo avere fatto parte della delegazione ufficiale spagnola che ha partecipato all’elaborazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, Peláez Narváez ha lavorato per sette anni nel Comitato delle Nazioni Unite che si occupa dell’attuazione di tale Trattato.


Da sempre impegnata per i diritti delle oltre 600 milioni di donne con disabilità presenti in tutto il mondo, presiede il Gruppo Donne del Forum Europeo sulla Disabilità, oltre ad essere vicepresidente esecutivo della Fondazione delle Donne nel CERMI, il Consiglio Nazionale Spagnolo per le Persone con Disabilità. È stata anche componente del Consiglio Direttivo dell’European Women’s Lobby dal 2010 al 2014 ed è consigliera esecutiva per le Relazioni Internazionali e lo Sviluppo Esterno dell’Organizzazione Nazionale Spagnola delle Persone Non Vedenti.


«Credo – sottolinea ancora – che sia necessario integrare sistematicamente le donne e le ragazze con disabilità nel lavoro del Comitato CEDAW. Siamo infatti il 20% della popolazione totale di donne nel mondo, ma siamo tra le più povere e costantemente sottoposte a forme di discriminazione multipla. Lavorerò dunque con forza, per far sì che su tale situazione gli Stati che hanno ratificato la Convenzione ONU sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna elaborino delle Linee Guida specificamente centrate sulle donne con disabilità».