Illustrissimo
Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano
Preg.mo
Presidente del Consiglio
Silvio Berlusconi
Preg.mo
Presidente del Senato
Renato Schifani
Preg.mo
Presidente della Camera
Gianfranco Fini

E p.c.
Spett.Li
Organi di Stampa

OGGETTO: MANOVRA ANTICRISI E SITUAZIONE PERSONE CON DISABILITA'

Illustrissimi,
il Consiglio Direttivo Nazionale di Anffas Onlus, Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale che da oltre 50 anni si prende cura e carico delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale e dei loro genitori e familiari, riunitosi a Roma in data 10 giugno scorso, si rivolge a Voi per richiedere un fattivo intervento al fine di porre rimedio alla grave situazione determinata dalla "manovra anticrisi" varata dal Governo. Essa colpisce in maniera ingiustificata ed indiscriminata tutta una serie di persone e famiglie alle quali dovrebbero essere garantiti, in via prioritaria, diritti umani e civili sanciti, in primo luogo, dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità recentemente ratificata dallo Stato Italiano.
Ci preme innanzitutto sottolineare con forza che la nostra associazione, composta di persone e famiglie che vivono e conoscono bene le disabilità "vere", non può che condividere l'intento serio ed efficace di un contrasto ai falsi invalidi, ed anzi auspica fortemente che tale attività avvenga in maniera incisiva e definitiva. Al tempo stesso, tuttavia, riteniamo fondamentale che tale opera sia realizzata con il fattivo coinvolgimento delle associazioni che si prendono cura e carico di persone con gravi e gravissime disabilità (nel nostro caso intellettive e/o relazionali) e che le risorse in tal modo "guadagnate" siano re-destinate per ampliare quanto previsto e di diritto per tali persone, piuttosto che allocarle in ambiti completamente diversi.
In ogni caso, desideriamo sottoporre nello specifico alla Vostra attenzione la questione relativa alla previsione dell'innalzamento (dal 74% al 85%) della percentuale di invalidità per beneficiare dell'assegno mensile di assistenza (al momento pari a 256,76 euro), che di fatto esclude dalla platea dei beneficiari di tale minima, eppure tanto importante, provvidenza tutta una serie di persone che sicuramente si trovano in una situazione di svantaggio, tra cui, in maniera particolarmente eclatante, le persone con sindrome di Down.
Tali provvedimenti, spesso tra l'altro indicati anche come misure di contrasto al fenomeno dei "falsi invalidi", di fatto penalizzano ulteriormente le persone con vere disabilità, specie quelle con disabilità intellettiva e/o relazionale, che già vivono in una situazione spesso discriminante e sono sempre più prossime, insieme alle loro famiglie, ad un progressivo impoverimento sociale ed economico. In materia, ci si richiama al Rapporto Famiglia Cisf 2009 "Il costo dei figli" dove emerge inconfutabilmente lo stato crescente di povertà delle famiglie con all'interno un persona con disabilità.
A tal proposito, ci preme sottolineare ancora una volta come, in tale contesto diventi quanto mai evidente l'assoluta priorità della revisione del sistema degli accertamenti per le persone con disabilità ed il riordino delle relative provvidenze economiche così come statuita dall'art. 24 della legge 328 del 2000, ma mai attuata, nonché la concreta applicazione dei principi espressi (solo per fare un esempio) dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità (ratificata nel nostro Paese con l. 18/2009), rendendo concreti strumenti quali l' ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute) e le scale SIS (Scala dell'Intensità dei Sostegni), definiti dall'OMS mezzi condizionanti di classificazione. Riteniamo qui di accennare soltanto, non entrando nel merito, anche ad altri importantissimi strumenti purtroppo rimasti "nel cassetto", quali in primo luogo i Livelli Essenziali di Assistenza e delle prestazioni sociali.
La nostra preoccupazione principale è che, in assenza di un serio e complessivo adeguamento del sistema di accertamento dell'invalidità civile e stato di handicap, unito ad una costante formazione e di chiare indicazioni per i deposti a tali importantissime valutazioni, i provvedimenti di contrasto ai "falsi invalidi" non possano raggiungere l'obiettivo sperato. In particolare, è da considerare la complessità relativa a persone con disabilità intellettiva e relazionale le quali, specie in giovane età presentano, oltre a svariate forme di ritardo mentale, classificabile come "medio-lieve",carenze nell'area relazionale, dell'autonomia ed a volte vere e proprie "patologie psichiatriche", tali da neutralizzare di fatto le pur residue qualità di tipo meramente intellettivo. Ciò determina, "in un ambiente sfavorevole" quale purtroppo è oggi di norma la nostra comunità, che i criteri utilizzati della qualità astratta delle capacità mentali residue, restino largamente insufficienti ed a volte realmente svianti. In sintesi, queste persone, oggi oggetto di continue cure e di interventi continui da parte di chi di loro si prende cura e carico, specie quando hanno recuperato alcune abilità come dire "sociali", restano tagliate fuori da concrete provvidenze, pur non essendo assolutamente o in gran parte in grado di provvedere a se stesse. Ciò le porta ad essere troppo spesso "i nuovi poveri", vittime prima della propria condizione di disabilità e poi paradossalmente escluse da un complessivo percorso di abilitazione e riabilitazione.
La nostra associazione (che ricordiamo è presente con oltre 250 strutture associative sull'intero territorio nazionale cui fanno riferimento circa 14.000 soci) è costretta a registrare (anche a fronte di specifiche segnalazioni), che le visite di accertamento spesso durano pochi istanti e sono condotte con modalità e procedure che sovente umiliano le persone con disabilità e le loro famiglie (che ad esempio si vedono negare le provvidenze solo perché, il ragazzo "ha contato fino a 5" oppure ha letto il titolo di un giornale - magari nulla o poco comprendendone) e ciò a fronte anche della presenza nelle Commissioni Mediche a ciò deputate di nostri medici rappresentanti spesso non convocati o non messi nelle condizioni di poter apportare un fattivo contributo
Di fronte all'innalzamento della percentuale di invalidità, allo scrupolo dei medici che non osano più scrivere "grave" su un certificato, occorre, a nostro avviso, che tali accertamenti diano la reale possibilità di comprendere "caso per caso" la vera situazione dedicando ad essa tutto il tempo, l'attenzione e la competenza che ciò richiede.
Ci preme ricordare, ancora una volta, che la disabilità è un problema sociale e non privato di cui la Repubblica "in primis" si deve fare carico, e non soltanto le famiglie che vedono sempre più scaricato sulle proprie già gravate e curve spalle, l'intero peso della propria condizione esistenziale fungendo troppo spesso da ammortizzatore sociale nella più totale indifferenza della società cosiddetta civile e del mondo dei cosiddetti normali.
In estrema sintesi, Anffas Onlus richiede che venga immediatamente stralciato il comma 1 dell'art. 10 del DL n. 78/10 e che venga invece concretamente avviato un percorso di revisione ed adeguamento del sistema di accertamento dell'invalidità civile e stato di handicap, con connesse attività di contrasto al fenomeno dei falsi invalidi e che tale percorso sia realizzato con la piena ed attiva partecipazione del movimento delle persone con disabilità e di chi le rappresenta.
Siamo certi che tale nostra accorata istanza troverà in Voi tutta l'attenzione, sensibilità e coscienza che un tema tanto importante per la vita di moltissime persone che vivono in questo Paese sicuramente merita.
Cordiali Saluti
Il Consiglio Direttivo Nazionale
Anffas Onlus

16 giugno 2010

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