Fonte www.superabile.it - “Mario ha circa un anno, ha un ritardo psicomotorio importante dovuto ad una malattia genetica rara, ha ed avrà tanti problemi, non sa fare tante cose e non si sa se mai le farà”. Eppure Emilia Russo, dell'associazione “Dalla parte dei bambini”, è sicura che “da qualche parte la mamma e il papà di Mario ci sono. Non li abbiamo ancora trovati. Due genitori e magari qualche fratello!”.

E per trovarli, chiede aiuto: “Li cerchiamo tutti insieme?”.

Perché Mario (il nome è, ovviamente, di fantasia) vive da sempre in casa famiglia. E' uno dei tanti bambini con disabilità che potrebbero beneficiare di adozione “speciale”, con un iter più breve e requisiti più “leggeri”, visto che anche i single possono diventare, in questo caso, genitori. Di questi bambini, stando alle ultime cifre fornite a Redattore sociale dal dipartimento per la Giustizia Minorile, ce ne sarebbero almeno 300, Ma i dati risalgono al 2014, sono sicuramente incompleti e probabilmente “arrotondati per difetti”, ci ricorda Emilia Russo, che insieme all'associazione fondata e gestita, a titolo volontario, con altre mamme adottive come lei, si è data il compito di “stanare” questi bambini e renderli meno invisibili, perché possano trovare una famiglia, di cui hanno bisogno, forse anche più degli altri.

C'è anche una legge, che dovrebbe rendere più facile questo compito: la 149/2001, che prevede misure di sostegno economico e sociale da parte delle regioni. Eppure, di storie come questa di Mario ce ne sono tanti: bambini che trascorrono spesso tutta la vita in un istituto o una casa famiglia.

Secondo Anfaa, l'associazione nazionale delle famiglie adottive e affidatarie, “in Italia i bambini con disabilità, malati, pre-adolescenti o adolescenti problematici che vivono ricoverati negli istituti o nelle comunità alloggio sono alcune migliaia”. Si tratta di bambini non riconosciuti alla nascita in ospedale, oppure ricoverati in istituto dopo qualche anno e lasciati lì dai genitori, incapaci di sostenere il peso della malattia. Altri ancora sono stati allontanati dalle famiglie dalle autorità competenti, spesso in seguito a violenze”.

Non sappiamo e non possiamo conoscere quale sia la storia di Mario e perché si trovi, da sempre, in una casa famiglia. “Non possiamo fornire dettagli neanche sula regione in cui si trova – ci spiega Emilia Russo – possiamo dire solo che è in Centro Italia. Trattandosi di un'adozione, comunque, possono proporsi famiglie da tutto il territorio nazionale. Ricordo che noi facciamo solo da tramite tra i servizi o tribunali per i minorenni e l'eventuale famiglia che si rende disponibile: saranno poi sempre i servizi o i tribunali a procedere all'eventuale abbinamento – precisa Emilia – Il nostro compito è solo quello di favorire l'incontro. E speriamo di riuscirci presto, anche nel caso di Mario”.

Un bambino che ha tanti problemi e difficoltà, a causa della sua patologia, ma che “sorride in modo consapevole – ci racconta ancora Emilia - si relaziona con gli adulti e afferra gli oggetti, anche se un po' a fatica. Chi lo accoglierà, famiglia o single, dovrà essere consapevole e pronto ad amarlo incondizionatamente per sempre”.

Per ulteriori informazioni, si può scrivere a dallapartedeibambinisegreteria@gmail.com

28 marzo 2017