Scaricabile da ora il nuovo e-book "A casa mia" Una buona prassi per la vita indipendente delle persone con disabilità intellettive

SCARICA QUI

 

Vita indipendente e Disabilità, Cosa vuol dire?
Secondo la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, Vita indipendente significa vivere nella società, con la stessa libertà di scelta delle altre persone (Art. 19) attraverso l’adozione di misure efficaci ed adeguate che consentano a TUTTE le persone con disabilità (Art.1 Punto 2), anche a quelle che richiedono un maggiore sostegno (Preambolo Lettera “j”), la possibilità di scegliere il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere.
Il diritto di dove e con chi vivere riguarda tutte le persone con disabilità (non solo fisica ma anche intellettiva) ed in modo particolare le persone con disabilità che richiedono maggiori sostegni (le persone in condizioni di maggior gravità) che sono più esposte di altre al rischio di essere obbligate e costrette a vivere in particolari sistemazioni (ART.19).

Il progetto "A CASA MIA"...Perché “non basta un tetto perché ci sia una Casa …” (Papa Francesco).

“A Casa Mia” è un progetto sperimentale che prevede l’avviamento delle persone con disabilità alla convivenza assistita in appartamento. Concepito dalla Cooperativa Sociale COMENOI di Mortara (ente gestore Anffas) è stato approvato dal piano di zona del Comune di Mortara (PV) come intervento sperimentale di welfare innovativo ai sensi della legge regionale 3/2008 costituendo un esempio concreto di progetto sociale coerente con i contenuti della Legge 112/2016 (Legge sul "Dopo di Noi").

Il progetto nasce per prevenire e contrastare il rischio di fenomeni di istituzionalizzazione di ritorno in strutture di medio-grandi dimensioni come previsto dal DPR 4 ottobre 2013.
Il progetto costituisce oggi un’opportunità idonea a promuovere l’emancipazione delle persone adulte con disabilità dai familiari prima del venire meno delle capacità di cura dei genitori (durante NOI per il Dopo di NOI) quando i genitori sono ancora in grado di co-progettare il percorso di vita dei figli, insieme a loro ed alle realtà che oggi li sostengono.

Il progetto è attivo dal 2013 e si rivolge sia a persone con disabilità intellettiva sia a persone con disabilità motoria.

All’interno del progetto “A Casa Mia” sono oggi attivi
- Appartamento Piazza Nuova Parona (4 conviventi uomini) dal 2013
- Appartamento via Giovanni Paolo II Mortara (1 residente uomo) dal 2014
- Appartamento via Tagliamento Mortara 2014 oggi via Mazzini Tromello (4 Conviventi 2 donne e due uomini ) dal 2017
- Appartamento via Francana Pavia (1 residente donna) dal 2016. Progetto Sperimentale “Per fare Casa” , Centro di aggregazione sociale per la promozione della domiciliarità e dell’inclusione sociale attivo dal 2017
- “Nessuno Escluso” Servizio di abitare temporaneo per l’accompagnamento alla vita indipendente dal 2017 (in fase di avviamento)

A Casa Mia in particolare costituisce un tentativo di evoluzione dei servizi strutturati e standardizzati verso risposte più personalizzate e personalizzabili coerentemente con i principi ed i dettami della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. 

Il progetto prevede la realizzazione di un percorso di graduale distacco dai genitori e contestuale ambientamento all’interno di una dimensione abitativa nuova, basata sulla convivenza o sulla vita da soli e che rimette in gioco tutti i rapporti di dipendenza e di indipendenza delle persone coinvolte e punta a costruire un sistema di interdipendenze significative tra i conviventi e tra essi e l’ambiente in cui vivono. Un percorso che si realizza a partire dalla scelta del luogo di vita, della casa in cui vivere ed anche delle persone con cui con-vivere.

I percorsi che sostengono l' approccio alla vita indipendente non hanno una struttura standardizzata ma possiamo rintracciare in essi alcune costanti che ne caratterizzano contenuti e modalità operative:
• La costruzione di un dialogo con i genitori e i familiari delle persone con disabilità sulla possibilità di sperimentare forme temporanee di distacco dalla famiglia propedeutiche alla vita indipendente (dal sollievo, ad un nuovo progetto di vita);
• La costruzione di un dialogo e percorso di conoscenza reciproca tra persone con disabilità che frequentano i servizi diurni e manifestano il bisogno e il desiderio di staccarsi dai familiari e di provare la con-vivenza con amici e o con persone a cui sono legate da un rapporto sentimentale (ripensare i sostegni a partire dai desideri e dalle aspettative delle persone);
• La ricerca con i familiari e/o con le stesse persone con disabilità della casa e/o dell’appartamento m(promuovere la possibilità della scelta di dove vivere una volta raggiunta l’età adulta);
• La riprogettazione e l’adattamento dell’abitazione (adattare i luoghi e le strutture ai bisogni delle persone e non adattare le persone agli ambienti dei servizi);
• La sperimentazione di percorsi temporanei di con-vivenza o di vita da soli (provare e riprovare…);
• La ricerca e la progettazione dei sostegni personali necessari per supportare la con-vivenza (cosa sostiene la qualità della vita; oltre la logica dello standard);
• La costruzione di un percorso di inserimento e re-inserimento sociale che valorizzi la possibilità di vivere rapporti significativi con la comunità locale e consenta con essa uno scambio inclusivo, valorizzando il ruolo dei servizi diurni come mediatore e sostenitore qualificato di questa scelta (non bastano le mura di casa per una buona vita indipendente).

A partire dalle risposte di sostegno residenziale più strutturate, l’azione della COME NOI, attraverso il Progetto a Casa MIA ha promosso un evoluzione dei sostegni residenziali per la disabilità verso forme innovative di intervento che prevedono la possibilità di con-vivenza in appartamento, valorizzando le disponibilità di beni immobili messi a disposizione dalle stesse famiglie.
Gli esiti positivi di tale sperimentazione stanno determinando un interesse nuovo e diverso da parte delle persone e dei rispettivi genitori e familiari circa la possibilità e l’opportunità di realizzare progetti di sostegno residenziale non in struttura ma a casa propria, al domicilio.

"Quanto sono belle le città che anche nel loro disegno architettonico sono piene di spazi che uniscono, relazionano, favoriscono il riconoscimento dell’altro, contrastando lo sradicamento e l’emarginazione. La parola integrazione deve sostituire la parola sradicamento …ma deve sostituire anche quei progetti che intendono “truccare” le ferite sociali invece di curarle promuovendo un’integrazione autentica e rispettosa." (Papa Francesco).

 

SCARICA QUI l'e-book per saperne di più.

È anche possibile sfogliare ONLINE l'e-book cliccando QUI

 

Per maggiori informazioni sul progetto:

fondazionedopodinoi@anffas.net
Referente: Dott. Marco Bollani

 

24 marzo 2017