logo UNHCHRMartedì 9 febbraio è iniziato l'esame dell'Italia nell'ambito dell'Universal Periodic Review (UPR), una nuova procedura di monitoraggio dei diritti umani che ha per obiettivo la valutazione periodica (ogni 4 anni) dei progressi compiuti da ciascuno dei 192 Paesi delle Nazioni Unite. Fonte: Gruppo CRC (leggermente riadattato da Anffas)

La discussione sull'Italia si è svolta a Ginevra, alla presenza di una delegazione di ONG italiane accreditate presso l'ECOSOC (Comitato Economico e Sociale delle Nazioni Unite), che hanno inviato all'Ufficio dell' Alto Commissariato per i Diritti Umani una "submission of information", cioè una compilazione sintetica di informazioni aggiuntive rispetto a quelle inviate dai Governi.
Presente anche il Gruppo CRC - rappresentato dalla coordinatrice Arianna Saulini - che a settembre 2009 aveva inviato il proprio contributo. Per l'Italia, oltre a quella del Gruppo CRC, ci sono state altre 12 submissions of information. Tre da parte di coalizioni di ONG italiane: Unione Forense insieme con la Open Society Justice Initiative, Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani, e Gruppo CRC. Dieci da parte delle più importanti ONG di diritti umani a livello mondiale: Amnesty International UK, Human Rights Watch USA, International Commission of Jurists Geneva, European Roma Rights Centre, Franciscan International Geneva, International Arcigay, Global Initiative to End All Corporal Punishment of Children, Index of Censorship, European Region of the International Lesbian and Gay Federation, Sexual Rights Initiative. In questa prima fase dell'esame, le ONG potranno solo assistere alla discussione, senza intervenire, mentre nella sessione di giugno potranno intervenire con una dichiarazione orale.

Nello specifico, il rapporto governativo accenna alla disabilità nel contesto scolastico, evidenziando che "sono state introdotte numerose misure per garantire il diritto all'educazione così come per assicurare l'effettiva frequenza scolastica e per rispondere ai bisogni individuali e collettivi, inclusi quelli degli studenti con disabilità o con bisogni speciali, gruppi vulnerabili,migranti e bambini rom ", senza specificare quali.
Riportiamo di seguito quanto scritto del documento inviato dal Gruppo CRC proprio su questo tema (che, lo ricordiamo, è tratto dal 2 Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite, Rapporto alla cui stesura ha partecipato attivamente anche Anffas):
Alunni con disabilità
I bambini, bambine e adolescenti con disabilità iscritti a scuola nell'anno scolastico 2008/2009 sono 192.873. L'istruzione dei bambini e degli adolescenti deve essere incentrata su un modello inclusivo, finalizzato a favorire «lo sviluppo della personalità del bambino e dell'adolescente nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità»33, inclusi i bambini e adolescenti con disabilità. Nella prassi ci sono docenti che si trovano impreparati e in difficoltà nella gestione della classe frequentata da alunni con disabilità e il processo di inclusione tende ad essere delegato all'insegnante per le attività di sostegno piuttosto che prevedere un coinvolgimento sinergico dell'insegnante curriculare e di altre figure, quali assistenti all'autonomia, alla comunicazione ed all'igiene personale, docenti di educazione motoria opportunamente formati. Alla luce di ciò, visite guidate e viaggi di istruzione, momenti ludico-ricreativi ed attività culturali possono diventare "paradossalmente" situazioni di emarginazione, in particolare per gli alunni con grave disabilità.
Il Gruppo CRC raccomanda al Governo italiano di realizzare percorsi formativi e di specializzazione a partire dagli insegnanti curriculari, per tutti gli altri soggetti a vario titolo coinvolti (assistenti all'autonomia, alla comunicazione ed all'igiene personale, docenti di educazione motoria).
Un'altra attività riportata nel Rapporto governativo è stata la ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità (con la Legge 18 del 3 marzo 2009), sottolineando che la legge di ratifica include, all'art. 3, l'istituzione dell' Osservatorio Nazionale sulla condizione delle Persone con disabilità ai cui lavori parteciperanno anche le associazioni, avrà il compito di formulare i Piani di azione biennali sulla disabilità e di sviluppare dati statistici, in ottemperanza dell'articolo 31 della CRPD, la formulazione ed implementazione di misure a supporto delle persone con disabilità e la promozione di studi e ricerche che possano contribuire a definire aree di priorità in cui implementare queste azioni.
Purtroppo l'articolo 3 della L. 18/09 (la legge di ratifica della Convenzione, appunto) non ha ancora avuto seguito: nonostante l'impegno di spesa previsto già per il 2009, l'Osservatorio non è ancora stato costituito e nulla si sa sulla tempistica.
Un tema richiamato nel documento del Gruppo CRC ma completamente ignorato nel rapporto governativo, è quello della discriminazione nella piena realizzazione del diritto alla salute che i bambini e adolescenti con disabilità vivono a fronte della mancanza di dati quantitativi e qualitativi che consenta di realizzare un'adeguata programmazione prevedendo una «presa in carico precoce, complessiva e duratura per tutto l'arco della vita», basata su un modello di intervento valido su tutto il territorio nazionale. Il tema della mancanza di dati è stato ripreso anche nel compendio di tutti i documenti inviati dalle ONG predisposto dall'Alto Commissariato per i diritti umani.

Per approfondire
leggi il rapporto presentato dal Governo Italiano (ingelse)
leggi il documento del Gruppo CRC (italiano)
leggi il Compendio dei contributi inviati dalle ONG (ingelse)
guarda il video della discussione dedicata all'Italia (inglese)
per maggiori informazioni sull'UPR, visita il sito web www.upr-info.org