il velino.it - Oggi, 21 aprile 2016, con Zenit Distribution, arriva al cinema il film “Abbraccialo per me”, diretto e prodotto da Vittorio Sindoni. Al centro della storia la disabilità psicosociale trattata senza pietismi, in maniera diretta e vera, attraverso l’amore di una madre per un figlio che la gente a tratti teme. Stigmatizzazione sociale? La tenacia e l’abbraccio dello sguardo di mamma Caterina per suo figlio sono uno scudo potente contro tutto e contro tutti. Bravissima Stefania Rocca in questo ruolo che sembra consegnarla direttamente a grandi riconoscimenti, e bravissimo Moisè Curia che sa rendere così reali i momenti di tenerezza e di rabbia di un giovane che percepisce il mondo a modo suo e che nel linguaggio della musica cerca la chiave per sintonizzarsi con gli altri.

Sindoni racconta: “Quando due anni fa, mi raccontarono la storia di un ragazzo colpito da disabilità psicosociale, del suo calvario tra psichiatri e psicofarmaci che gravavano sempre più sul suo fragile fisico, ebbi una forte resistenza a valutare la realizzazione di un film su questa malattia psicosociale. Non avevo la competenza necessaria per affrontare un tema così delicato, avrei rischiato la superficialità, la presunzione. Ma riflettendo e ripensando alla storia di questo ragazzo, la mia attenzione si concentrò sulla famiglia, e in particolare sulla madre. Cosa succede in una famiglia quando la disabilità psicosociale entra nella sua vita? E in particolare, quali difficoltà dovrà affrontare la madre che ha tenuto in grembo, partorito e cresciuto questo figlio che per lei è il più straordinario bambino sulla faccia della terra e che, proprio lui in mezzo a tanti, nell’adolescenza, viene colpito dal disagio psicosociale? Questa è la storia che mi interessava raccontare. La lotta di una madre per difendere il proprio figlio contro tutti e tutto. I miei riferimenti sono stati il ragazzo e la madre che hanno ispirato questa storia”.

E così la storia risulta la pagina di un libro di una vita che si apre e si racconta con la sua forza, senza nascondere nulla, con l’abbraccio dello sguardo di mamma Caterina a segnare i tempi e il modo generoso e soave per accogliere una verità difficile da accettare. In questo percorso centrato su una madre ed un figlio, Stefania Rocca e Moisè Curia sono stati affiancati da colleghi bravi e altruisti. Vincenzo Amato è Pietro, il padre severo, ma smarrito davanti alla malattia del figlio. La sorella Tania ha il viso dolce e saggio di Giulia Bertini. Pino Caruso è il prete che accoglie la scienza come speranza. Paolo Sassanelli è il maresciallo premuroso, un amico a cui rivolgersi sempre. Luigi Di Berti è lo psichiatra che sa spiegare la malattia. Paola Quattrini è la contessa che crede nelle potenzialità musicali di Ciccio. Loredana Martinez è la vicina che ha difficoltà a comprendere l’amore di una madre. Alberto Lo Porto è l’uomo nero, “l’ombra”… Oltre agli attori a rendere la storia così tenera e forte ci sono: alla scrittura Angelo Pasquini, Maria Carmela Cicinnati, Antonella Giardinieri; alla fotografia Luigi Cecchini; alla scenografia Marco Dentici; ai costumi Magda Accolti Gil; alla musica Fabio Frizzi; al montaggio Jenny Loutfy; al suono in presa diretta Ugo Celani. Questa troupe diretta da Vittorio Sindoni ha davvero scritto una nuova e bella pagina del cinema italiano. “Abbraccialo per me” ti arriva dentro come una carezza, come un abbraccio appunto…

 “Abbraccialo per me” viene accompagnato da un grande consenso di pubblico e di critica dopo la conferenza stampa di presentazione ed alcune anteprime.
Un invito anche agli esercenti che ancora non lo hanno fatto: “Aprite le porte del vostro cinema ad ABBRACCIALO PER ME. Sarà il vostro regalo a milioni di persone che direttamente o indirettamente aspettano quella solidarietà che dia loro una speranza di vita migliore”.

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