Tratto dal sito di Superando

«Le scelte politiche operate in questo ultimo periodo - scrivono in un comunicato gli organizzatori del Seminario di Studi del 24 ottobre a Roma sull'integrazione scolastica, denominato Integrazione: indietro tutta. Noi non C.I.I.S.tiamo - stanno mettendo in ginocchio la scuola pubblica italiana, compromettendo, di conseguenza, il processo di inclusione degli alunni con disabilità».
A tale iniziativa - della quale ci eravamo già occupati nei giorni scorsi (se ne legga nel testo di Evelina Chiocca del CIIS - Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno, intitolato Queste sono «classi speciali non dichiarate»!, disponibile cliccando qui) - sempre più organizzazioni stanno affiancando quelle che l'avevano inizialmente promossa, vale a dire lo stesso CIIS, insieme a Didaweb, Educazione&Scuola, Lista di Didaweb-Handicap, Lista di Handicap e Società, l'Associazione Tutti a Scuola ONLUS e il Gruppo Genitori Tosti in Tutti i Posti. A firmare infatti il documento diffuso in questi giorni vi sono anche, ad esempio, l'Associazione Italiana SuXfragile, l'Associazione Almeno Credo, lo SFIDA (Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità), l'ANIEF (Associazione Nazionale Insegnanti ed Educatori in Formazione), l'Associazione x disabili gravissimi Claudia Bottigelli di Torino, l'ANMIC (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) e l' ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e Relazionale).
«Quelli seguenti - si legge ancora nel comunicato - sono alcuni dei temi che segnalano lo stato attuale della scuola pubblica italiana e che denunciano come l'integrazione sia seriamente a rischio: il sovraffollamento delle classi in spazi notoriamente di metratura non sufficiente; più alunni disabili inseriti nella stessa classe: in una si è arrivati a censirne sette… [se ne legga in questo sito al testo disponibile cliccando qui, N.d.R.], ma è solo la punta di un iceberg (è stata infatti abolita la norma che stabiliva una persona con disabilità disabile in classi da venticinque e fino a un massimo di due in classi da venti); l'oggettiva riduzione delle ore di sostegno didattico erogato per ciascun alunno (stesso numero di risorse a fronte di bisogni aumentati: non si guarda ai bisogni individuali, ci si preoccupa invece che gli insegnanti per il sostegno sono numericamente gli stessi dell'anno scolastico 2008-2009, mentre gli alunni con disabilità sono aumentati); il consistente taglio delle risorse umane (con gli ultimi provvedimenti i "precari" sono diventati "precari invisibili"); il sovraccarico di lavoro per gli insegnanti in servizio».
Secondo i promotori del Seminario di Roma, dunque, «l'ipotesi di un "ritorno al passato", della riapertura di "classi speciali" viene alimentata dai "numeri" che, attraverso la forte denuncia mediatica delle famiglie e delle Associazioni, fanno conoscere le molteplici situazioni di disagio».
A fronte di questa grave situazione della scuola pubblica - continua la nota - e del futuro "a rischio" dell'integrazione, molte organizzazioni hanno aderito per promuovere congiuntamente un Seminario di Studi in cui sarà definita e condivisa la prima Piattaforma per l'Inclusione Scolastica degli Alunni con Disabilità. L'elenco degli "aderenti" e "simpatizzanti" cresce di giorno in giorno, segno che non vi è alcuna intenzione di "gettare la spugna" e che l'attenzione verso l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità non è venuta meno. Nessuno degli aderenti intende tornare indietro: l'inclusione, infatti, è una scelta di civiltà, per sua natura irreversibile. Pertanto, l'esperienza può solo proseguire, continuando il cammino intrapreso». (S.B.)

30 settembre 2009

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