Sulla questione del numero degli alunni con disabilità per classe pare che il Ministero voglia vederci chiaro.
È questo il senso della lettera inviata dal vicedirettore della Direzione Generale per lo Studente, l'Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione (Dipartimento per l'Istruzione) Sergio Scala a tutti gli Uffici Scolastici Regionali in cui, come riporta il sito di Superando, il Ministero chiede chiarimenti in merito alle numerose segnalazioni giunte circa "la costituzione di classi con numero di alunni con disabilità che andrebbe al di là della normativa vigente". I dati saranno così raccolti "al fine di consentire un'attenta valutazione dell'opportunità di disporre un monitoraggio, teso ad accertare l'effettiva consistenza del fenomeno segnalato" (comunque già previsto nel DPR 81/09, all'art. 22).
Crediamo, giunti a questo punto, sia il caso di fare chiarezza su quale sia la "normativa vigente" alla quale si appella il Ministero, così da fugare ogni dubbio su dove ricada la responsabilità ma soprattutto per comprendere se ancora una volta, con questa lettera, si intenda in realtà solo temporeggiare. Ad oggi è in vigore il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) 81/09 "Norme per la riorganizzazione della rete scolastica ed il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola" che si rifà all'articolo 64 della Legge Finanziaria. Tralasciando i commenti sul titolo del Decreto (che ad oggi di razionale ed efficace ha ben poco), vediamo nel dettaglio che questa disposizione, di fatto, annulla i due precedenti Decreti Ministeriali: il 331/98 sulla la riorganizzazione della rete scolastica, la formazione delle classi e la determinazione degli organici del personale della scuola ed il 141/99 sulla Formazione delle classi con alunni in situazioni di handicap. Mentre i due Decreti Ministeriali citati fissavano un tetto massimo di presenze di alunni con disabilità per classe, stabilendo di conseguenza il numero complessivo degli alunni presenti in una classe, il nuovo DPR 81/09 stabilisce che le prime classi di ogni ordine e grado possono essere composte da un massimo di 20 alunni mentre per le classi intermedie e finali il numero può variare tra i 18 ed i 30. In nessun punto del menzionato DPR, si parla di quanti alunni con disabilità ci possono essere in una classe.
A questo punto ci chiediamo cosa stiamo esattamente
monitorando? Stiamo facendo una mappatura degli istituti scolastici
dove, di fatto sono state ricreate delle classi speciali? E se si, a chi
attribuire eventuali responsabilità? Agli istituti scolastici che non hanno le
risorse per rispondere alle effettive esigenze o agli Uffici Scolastici
Provinciali che non autorizzano il numero di ore di sostegno richieste dalla
scuola?
Ricordiamo il caso eclatante di Vercelli, citato, tra l'altro, dalla
stessa lettera del Ministero, dove si è formata una classe con ben 7 alunni con
disabilità.
Sono ormai quotidiane le segnalazioni di classi numerose (che
già di per sé deteriora la qualità dell'educazione scolastica generale) in cui
la presenza degli alunni con disabilità diventa "un problema" sia per il
numero di gran lunga superiore al "canonico 2", sia per il taglio effettivo
alle ore di sostegno che non permette un efficace svolgimento della funzione
educativa della scuola, tanto che alcuni alunni con disabilità si vedono ridotto
il loro orario di permanenza a scuola (vedi il caso della scuola
Gramsi-Keynes di Prato (leggi
l'articolo).
Le associazioni si mobilitano come possono. La Fish
paventa un massiccio ricorso alla magistratura che porterebbe seri aggravi
finanziari per l'erario (leggi
il comunicato stampa della Fish). Anffas, dal canto
suo, chiede un incontro con il Ministro Gelmini al fine di concordare un piano
d'azione che abbia come obiettivo unico e primario la qualità del sistema
scolastico generale, stabilendo, tra le altre cose, una volta per tutte il
numero massimo di alunni con disabilità presenti per classe (leggi
il comunicato stampa di Anffas).
Prendendo spunto
proprio dal comunicato stampa di Anffas, il Presidente, Roberto
Speziale, sottolinea come la promessa di mantenere invariato il numero degli
insegnanti di sostegno per questo anno scolastico, garantendo il rapporto 1:2, è
risultata di fatto a dir poco ingenua. Infatti, come dimostrano anche le
tabelle statistiche del Ministero stesso, il numero degli alunni iscritti
segue un trend in costante crescita. Era quindi facile prevedere un aumento
anche per questo anno scolastico al quale, però, non è seguito un incremento
delle attività di sostegno e, volendo a questo punto completare il quadro, non è
stata nemmeno attivata una seppure simbolica iniziativa di formazione sui
temi della disabilità rivolta agli insegnanti curricolari che, lo
ribadiamo ogni volta è possibile, sono coloro che hanno in carico tutta la
classe.
Così facendo viene svilito il ruolo delle associazioni , che hanno partecipato con tanto impegno e convincimento, affrontando numerosi sforzi (anche dal punto di vista economico) per partecipare alle riunioni della "Consulta delle Associazioni di persone con disabilità" del Ministero. Tavolo che ha discusso sin dall'inizio di quest'anno, snocciolando questi temi fino all'osso e stilando, insieme al Ministero, anche le decantate "Linee guida sull'integrazione scolastica degli alunni con disabilità" di cui anche il nostro sito ha dato notizia, esprimendo qualche perplessità (leggi l'articolo). A questo punto la domanda è: "per chi sono queste Linee Guida?".
29 settembre 2009