Fonte - www.edscuola.eu - In uno straordinario, inconsueto (ma non per lui) dialogo con i partecipanti al congresso mondiale promosso dalla congregazione per l’educazione cattolica, Papa Francesco ha detto che occorre “cercare strade nuove” nell’istruzione, e che “oggi ci vuole una educazione di emergenza, rischiare su educazioni informali” in quanto “l’educazione formale si è impoverita perchè è l’eredità del positivismo che concepisce soltanto il linguaggio della testa. Bisogna rompere questo schema“. Anche l’arte e lo sport, ha aggiunto il Pontefice, possono avere un ruolo in una educazione che coinvolga “la testa, il cuore e le mani”.

Papa Francesco è tornato più volte su questo concetto, sostenendo che l’educazione “si è impoverita” proprio perché si è fondata “soltanto un tecnicismo intellettualista e il linguaggio della testa”. Ma “Ci sono tre linguaggi: il linguaggio della testa, il linguaggio del cuore, il linguaggio delle mani. L’educazione deve muoversi su queste tre strade. Insegnare a pensare, aiutare a sentire bene e accompagnare nel fare, cioè che i tre linguaggi siano in armonia”.

Solo in questo modo, ha insistito, è possibile realizzare un’educazione inclusiva “perché tutti hanno un posto, inclusiva anche umanamente”. La selettività in educazione ha determinato l’esclusione. Ma “il mondo non può andare avanti con un’educazione selettiva, perché non c’è un patto sociale che accomuni tutti. E questa è una sfida: cercare strade di educazione informale”.

L’invito di Papa Francesco, pur inserito in un contesto di riferimenti a visioni e valori di ispirazione cattolica, affronta una questione – quella del superamento della selettività degli studi e della valorizzazione di tutti i talenti individuali attraverso la diversificazione dei percorsi formativi – che costituisce una sfida per tutti i sistemi educativi contemporanei.

23 Novembre 2015