Si chiude così la seconda Conferenza degli Stati Parte della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità che ha avuto luogo a New York dal 2 al 4 settembre.
Un appuntamento ricco di eventi che hanno riguardato due
aspetti in particolare: "accessibilità e accomodamento ragionevole" ed
"eguale riconoscimento dinanzi alla legge". Piuttosto fitta l'agenda di
questa sessione che, come di consueto, ha radunato i massimi esperti in materia,
oltre alle rappresentanze delle varie agenzie delle Nazioni Unite e,
soprattutto, della società civile.
Il Forum sulla Convenzione dell' International
Disability Alliance (IDA) - di cui sono parte anche Inclusion
International e lo European Disability Forum - ha rilasciato una
dichiarazione piuttosto esaustiva evidenziando le criticità rispetto ai due temi
in discussione ed avanzando delle proposte concrete per far si che
l'applicazione della convenzione nei vari paesi sia davvero efficace.
Ecco
alcuni dei passaggi più importanti della dichiarazione di Jan-Peter
Strömgren, presidente dell'IDA.
L'accessibilità è un elemento
fondamentale per far si che le persone con disabilità possano godere pienamente
dei diritti umani ma nonostante l'impegno di numerosi Stati nell'adottare misure
adeguate nella loro legislazione, il divario tra la legge e la sua
applicazione rimane troppo ampio. La scelta di affrontare il tema
dell'eguale riconoscimento dinanzi alla legge è encomiabile e rappresenta
l'emblema del cambio di paradigma verso la disabilità che la Convenzione stessa
promuove. La profondità di questo cambiamento è dimostrata dalla necessità di
apportare dei significativi cambiamenti legislativi, al fine di riconoscere
l'autonomia giuridica delle persone con disabilità e stabilire delle regole per
l'implementazione dei processi di supporto alle decisioni (su questo tema
specifico, leggi
il documento di Inclusion Europe, tradotto da Anffas Onlus -
segnaliamo di fare particolare attenzione al glossario che si trova alla fine
del documento). Lodevole, inoltre, la scelta di discutere dell'articolo 13 della
convenzione il cui principio viene troppo spesso trascurato: sono ancora troppo
pochi i paesi che non hanno limitazioni discriminatorie all'accesso alla
giustizia.
Strömgren richiama uno studio condotto dall'IDA proprio
sullo stato dell'arte dell'implementazione della Convenzione da cui emerge
che pochi sono gli Stati che hanno iniziato una revisione sistematica della
propria legislazione in linea con i dettami della Convenzione. Precisa, però,
che la preoccupazione più grande è causata da quegli "aggiustamenti" che alcuni
Stati stanno implementando ma che sono incoerenti con la Convenzione. Per
tutti questi motivi l'IDA propone l'istituzione di un Fondo delle Nazioni
Unite per promuovere l'implementazione del trattato. Lasciando ad un secondo
momento la discussione sulla sua costituzione ed il suo regolamento, precisa che
tra gli scopi dell'utilizzo del Fondo ci deve essere anche quello del
mainstreaming dei principi della Convenzione nel lavoro delle Agenzie
delle Nazioni Unite; della promozione della sua implementazione a livello
nazionale ma, innanzi tutto, si deve prevedere l'ampia partecipazione
delle organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità e delle loro
famiglie.
Strömgren conclude caldeggiando una dichiarazione
dell'Assemblea Generale e della Conferenza degli Stati Parte in cui si chiarisca
che la Convenzione è l'unico strumento di riferimento nell'ambito della
disabilità e che tutti i documenti ad esso precedenti che risultano essere
inconsistenti con i principi enunciati devono essere abbandonati (ad
esempio il "Programma Mondiale d'azione concernente le persone con disabilità" o
i "Principi delle Nazioni Unite per la Protezione delle Persone con Malattia
Mentale").
Infine, è importante evidenziare che una sessione particolare è
stata dedicata al tema della "Crisi economica globale, povertà e
implementazione della convezione" co-presieduta dall'IDA stessa e dal
Dipartimento delle Nazioni Unite per gli Affari Economici e Sociali (DESA).
Molti paesi riversano in condizioni di povertà davvero allarmanti, esacerbate
dalla crisi economica in atto e che, inevitabilmente, colpisce le fasce più
deboli, tra cui le persone con disabilità, i cui diritti non rientrano nelle
Strategie Nazionali di Riduzione della Povertà (PRS - Poverty Reduction
Strategy) e tanto meno nelle strategie per il raggiungimento degli
Obiettivi del Millennio. Quest'ultimo tema è talmente "caldo" che
la giornata mondiale delle persone con disabilità 2009, che si celebra il
3 dicembre, avrà come titolo "Raggiungere gli Obiettivi del Millennio per
tutti: Empowerment delle persone con disabilità di tutto il mondo e delle
comunità in cui vivono".
7 settembre 2009
Per approfondire
Leggi i documenti
ufficiali della II Conferenza degli Stati Parte (in inglese)
Leggi il "concept
note" sulla giornata internazionale delle persone con disabilità 2009
(in inglese)