Fonte www.personecondisabilita.it - Molta attenzione al contenitore, meno al contenuto. Così il Forum Terzo Settore* Lombardia commenta la nuova legge regionale di riforma del sistema socio-sanitario (numero 23/2015), evidenziando come la novità più rilevante sia “la trasformazione delle ASL in ATS e delle Aziende ospedaliere in ASST”, si legge in un articolato commento del Forum Terzo Settore Lombardia. In altre parole: “Si parla molto di integrazione e presa in carico, ma non è affatto chiaro in quale modo questa sarà pianificata e implementata, con quali finalità e nemmeno se e come sarà valutata”, si legge nel documento del Forum.

Le premesse alla riforma del sistema socio-sanitario regionale (contenute in larga parte all'interno del “Libro Bianco”) erano state giudicate dal Forum “interessanti e significative”. In particolare nei passaggi di critica all'attuale modello di welfare regionale, in cui si chiedeva di aggiornare una normativa, fondata su un modello ospedaliero, ormai vecchia e da superare. Gli obiettivi del progetto di riforma erano stati riassunti nello slogan “Dalla cura al prendersi cura” che sintetizza – in modo assai efficace – l'esigenza di superare la frammentazione degli interventi per promuovere la presa in carico delle persone con fragilità e definire una chiara azione di regia complessiva per rispondere in modo integrato ai bisogni complessivi delle persone.

Tuttavia, le premesse alla riforma (integrazione dei servizi, presa in carico integrale della persona, promozione dei cittadini e delle comunità) non sembrano trovare un'applicazione coerente nella nuova legge.

Al contrario: “Salta immediatamente all'occhio come i principi fondamentali del cosiddetto welfare lombardo – libera scelta, parità tra pubblico e privato, concorrenza tra enti erogatori – non solo vengano confermati ma, in buona misura, radicalizzati”.

Il maggior rischio, aggiunge il Forum Terzo Settore Lombardia, è che vi sia poca chiarezza sui compiti e responsabilità di ciascun attore del sistema. E che l'inerzia del funzionamento degli operatori e dei servizi “lasci la situazione sostanzialmente immutata, derubricando i processi di integrazione alla mera esecuzione di pratiche burocratiche”.

Nel testo di legge viene inoltre ribadita (fino a diventare legge) la distinzione tra accreditamento e contrattualizzazione delle unità di offerta. “Accentuando gli elementi di concorrenza a scapito di quelli di cooperazione e integrazione”, si legge nel documento del Forum Terzo Settore Lombardia. Che evidenzia come questa riforma porterà a un'ulteriore netta separazione tra il governo della rete socio-sanitaria (in capo alla Regione) da quella sociale (in capo ai Comuni).

Di fatto, i Comuni continueranno a giocare un ruolo subalterno rispetto a quello regionale. In questo modo la risposta “sanitaria” rimarrà sempre e comunque più “conveniente” per i cittadini e le amminstrazioni comunali. A scapito dell'attivazione di quelle risposte sociali capaci di mobilitare e moltiplicare le risorse naturali presenti nella società. E che potrebbero – ad esempio – ridurre la pressione verso i servizi residenziali socio-sanitari.

“La legge regionale 23/2015 sembra quindi essere destinata a governare la rete sanitaria e sociosanitaria – si legge nel documento del Forum – rafforzandone l'approccio sanitario anche quando prevede l'integrazione tra questi e il sistema dei servizi sociali”.

*Cui Anffas Onlus aderisce

13 ottobre 2015