Fonte www.disabili.com - È arrivato il caldo e con lui la voglia di andare in vacanza (o perlomeno di iniziare a programmarla). Già, vacanza…ma dove? Dove possiamo trovare strutture turistiche accessibili ma anche e soprattutto servizi che ci permettano realmente di godere di relax, divertimento, comodità, senza imbatterci in barriere o disservizi? Per dare una mano nella scelta di destinazioni turistiche che rispondano a requisiti di –almeno minima – accessibilità, sono state raccolte dalla redazione di disabili.com alcune informazioni sulle spiagge accessibili di ogni regione italiana, cercando ad esmepio notizie attraverso il web.

I parametri su cui si è basata la ricerca sono l’accessibilità non solo della spiaggia (vedi l’accesso al mare), ma anche dei lidi balneari e i servizi forniti in loco. Va detto che per alcune regioni è stato davvero molto difficile ottenere informazioni al riguardo, ed è sconcertante che nel 2015 ancora ci siano così tante barriere non solo fisiche, ma anche d’informazione, conferma ancora una volta di quanto il settore turistico avrebbe da guadagnarci nel perseguire non solo la messa in campo dei servizi di ospitalità per tutti ma anche la loro promozione. È consolante, comunque, vedere che alcune regioni stanno sempre più puntando ad una integrazione totale dei servizi alla comunità, che non si limitano solo alla disponibilità di passerelle, sedie da mare per disabili o percorsi per gli ipovedenti, ma aprono anche ad altri tipi di disabilità, come le spiagge autismo-friendly.

La Toscana e l’Emilia-Romagna, da quanto si è avuto modo di raccogliere a livello informativo, risultano essere tra le regioni più sensibili in materia, promuovendo non solo l’accessibilità con stabilimenti idonei, ma anche l’integrazione con iniziative di coinvolgimento e sostegno rivolte ai tutti i tipi di disabilità.

Uno degli errori che si riscontrano spesso è, infatti, il pensare che l’accessibilità di una spiaggia si limiti alla presenza di una passerella che colleghi lo stabilimento alla spiaggia arrivando fino, in alcuni casi, sul bagnasciuga. In realtà la questione è molto più complessa, e questo è solo un elemento che compone gli svariati accorgimenti per rendere una spiaggia accessibile a tutti (non solo persone con disabilità).

Vediamo un po’ quali sono gli altri. In primis sicuramente partire già dalla progettazione, che dovrebbe mirare ad un ambiente accessibile e ospitale.

Secondo l’articolo 1, comma 251, della legge 296/2006 “è fatto obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione”.

Utili possono essere a questo proposito le linee guide redatte da Laboratoriosipuò, in cui si tracciano una serie di requisiti di accessibilità che uno stabilimento dovrebbe avere per definirsi tale. I requisiti ottimali sono:

1) presenza di un parcheggio riservato in prossimità dell’accesso allo stabilimento;

2) accesso a tutti i servizi presenti (area ricreativa, ristorazione, ecc);

3) possibilità di scegliere una postazione sulla spiaggia che possa essere attrezzata e resa accessibile;

4) presenza di ausili che consentano di entrare e uscire dall’acqua;

5) presenza, nell’area ricreativa, di giochi utilizzabili da bambini con disabilità.

Ma per essere effettivamente accessibile, quelli considerati indispensabili sono:

1) presenza di un parcheggio adiacente allo stabilimento balneare;

2) percorso pedonale adeguato e riconoscibile, che conduce allo stabilimento;

3) accesso alla reception e al bar di spiaggia;

4) servizio igienico adeguato;

5) doccia adeguata;

6) accesso all’area attrezzata della spiaggia (ombrelloni, lettini, ecc) mediante adeguata passerella;

7) spogliatoio adeguato;

8) sistema di guida e orientamenti specifici per persone specifiche e ipovedenti;

Per “adeguato” si intende che rispetti la legge 9 gennaio 1989, n.13 “Disposizione per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati” e la relativa Circolare n.259 del 23 gennaio 1990 del Ministero della Marina Mercantile che ne estende l’applicazione agli stabilimenti balneari. Per l’accessibilità a bar e ristoranti si rimanda la DM 236/89. La mancanza di uno dei requisiti indispensabili rende lo stabilimento balneare o la spiaggia non accessibile.

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23 giugno 2015