Fonte www.vita.it - Lo stress legato alla cura di un figlio con disabilità pesa, e fa invecchiare prima. Lo ha stabilito un nuovo studio della University of Wisconsin-Madison secondo il quale le madri di persone con "bisogni speciali" sperimentano un maggiore declino di memoria e capacità cognitive con il passare degli anni rispetto alle mamme di figli normodotati. Un effetto collaterale che però, secondo gli scienziati, non colpisce i padri. «Queste donne affrontano più frequentemente di altre situazioni altamente stressanti a causa della disabilità dei loro figli», ha dichiarato il ricercatore Jieun Song. "Come è noto e provato, lo stress cronico porta declino della memoria, soprattutto tra le donne più anziane".

I ricercatori hanno esaminato e messo a confronto 128 genitori di persone con disabilità ad esordio infantile e 512 genitori di bambini normodotati, sottoponendoli a interviste, questionari e una batteria di test cognitivi. Ebbene, i danni più gravi alla memoria si sono registrati nelle mamme che hanno segnalato le maggiori difficoltà nella gestione dei figli con disabilità, anche se le madri che potevano contare sul sostegno di amici e parenti sono risultate più protette dal declino cognitivo. Inoltre le mamme di figli con disabilità - quelli dello studio erano con autismo, paralisi cerebrale, sindrome di Down e altre forme di disabilità intellettiva - hanno il doppio delle probabilità di sperimentare episodi di depressione e di presentare livelli "significativamente inferiori" di salute fisica.

Ma come mai tutti questi effetti negativi non si ripercuotono allo stesso modo sui padri? Semplice: i papà tendono a passare meno tempo con i figli, e non sono ugualmente coinvolti nella cura della casa. Inoltre dalla ricerca emerge come in generale gli uomini siano meno vulnerabili, rispetto alle donne, agli effetti dello stress sulla cognizione.

14 aprile 2015