Pubblichiamo un interessante contributo a firma della Presidente Anffas Sicilia, Gabriella D'Acquisto

Apprendo dal "Giornale" del 10/04/2009 che "anche gli uomini primitivi si prendevano cura dei disabili". Da uno scavo effettuato in Spagna si riviene il cranio di un bambino di circa 12 anni affetto da "craniosinostosi" una patologia che impedisce al cervello di svilupparsi normalmente (un disabile intellettivo ??) secondo gli studiosi il bambino non era autosufficiente, dunque il fatto che sia giunto fino ai 12 anni d'età testimonia (dice l'articolo) che qualcuno si è preso cura di lui.

La notizia sarebbe ripresa da "Focus Storia" e parla di un piccolo disabile che faceva parte di una comunità di Homo heidelbergensis, un ominide giunto in Europa più di 800mila anni fa. Viene da pensare che forse non sia vera la teoria secondo la quale "allo stato primordiale" l'uomo più feroce e più "primitivo" di ora (??!!??) si sia nel tempo liberato per "legge di natura" dei più deboli e dei malati e che poi invece la "civiltà" abbia instillato in quelle menti "pietas", solidarietà e quant'altro.

E se lo stato di natura fosse quello dell'accettazione della debolezza e della fragilità?

E se invece certe intolleranze fossero il frutto di una società fondata sul valore della "produzione" e dell'efficienza, di fronte alla quale ogni inciampo va soppresso e la selezione eugenetica seguisse inevitabilmente ad una concezione delle persone come "risorse" (e infatti si parla di "risorse umane") in sintesi, nell'invocare integrazione e solidarietà dobbiamo "creare una coscienza" o farla "riemergere" da (800mila) anni fa ? Riflessione della domenica sera…

Gabriella D'Acquisto
Presidente
Anffas Onlus Sicilia