Fonte www.west-info.eu - Il 95% delle coppie danesi opta per l'interruzione volontaria di gravidanza alla scoperta di un nascituro affetto da Trisomia 21. Una scelta delicatissima, che svela un trend poco noto nella perfetta Scandinavia. Inaspritosi dopo l'implementazione delle linee guida nazionali sui controlli prenatali per le donne a rischio emesse dal Governo danese nel 2004, anno a partire dal quale il numero di bambini nati con la sindrome di Down è crollato drasticamente, fino a dimezzarsi nel 2006.

Questo lo sfondo da cui è nato "Uno su ottocento", il fotoracconto di Mario Wezel sulla vita di Emmy, 5 anni e affetta da Trisomia 21.

Venuta caparbiamente alla luce dopo screening che avevano garantito alla coppia un rischio di anomalie genetiche del feto bassissimo (1:800), ma Emmy era proprio quel numero 1, raccontano i suoi genitori. Quello che ha colto alla sprovvista Aarhus, seconda città più popolosa del Paese.

Difficilissimo trovare un asilo per lei, continuano Martin e Karina: "L'inclusione non è davvero prassi in Danimarca". Ma non sembra essere affatto scoraggiata la piccola Emmy, che nel frattempo fa passi da gigante. Mentre continuerà a seguirla Wezel, ormai affezionato. Deciso a ritrarre il mondo visto dagli occhi di Emmy, invece della Sindrome guardata dall'esterno.

18 luglio 2014