Fonte www.personecondisabilita.it - Lo scorso 25 ottobre la Giunta regionale lombarda ha approvato la Dgr 856. Un provvedimento che avvia una prima, significativa attività di cambiamento ed evoluzione del modello di welfare lombardo.

Attenzione ai nuovi bisogni e a quelli "scoperti", valutazione multidimensionale del bisogno, presa in carico integrata, progettazione individuale e budget di cura sono le parole chiave di questo processo. Un provvedimento che segue le orme tracciate dalla Dgr 392 (che delinea i percorsi di presa in carico per le famiglie di persone con autismo) e dalla Dgr 740 (che definisce le modalità di utilizzo delle risorse destinate alla Lombardia dal Fondo per la non autosufficienza).

La Dgr 856 integra questi provvedimenti e li integra in una cornice più ampia, promuovendo interventi in favore di persone anziane non autosufficienti, soggetti con disabilità fisica o mentale, minori in difficoltà, donne vittime di violenza, persone affette da ludopatie. Una platea complessiva di circa 15mila persone.

Per promuovere questi interventi, vengono mobilitate risorse aggiuntive pari a 50 milioni di euro. Si tratta di fondi di provenienza "sanitaria": 20 milioni dal Fondo socio-sanitario per la Famiglia 2013 e 30 milioni residui dal Fondo sanitario regionale 2012.

Risorse che, ha precisato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, rappresentano un'anticipazione dei 330 milioni di euro che andranno a costituire la dotazione complessiva del "Fondo regionale a sostegno della famiglia e dei suoi componenti più fragili". Risorse che serviranno per pagare le rette per le residenze di minori con gravi disabilità (fino a 115 euro al giorno), mentre per la residenzialità leggera il voucher è di 12 euro al giorno. Per le Rsa (Residenze sanitarie assistenziali) e Rsd (Residenze sanitarie per persone con disabilità) aperte il voucher mensile è di 500 euro.

Protagoniste di questa "rivoluzione" saranno le Asl cui verrà chiesto, nel giro di poche settimane, di riformare profondamente il proprio modello di lavoro rispetto a quello "formigoniano" degli anni passati. Verranno infatti chiamate a porre al centro del sistema di queste nuove misure i progetti individuali di assistenza.

"Ma protagoniste devono essere anche le persone con disabilità, le loro famiglie, le nostre associazioni impegnate nei territori - commenta Franco Bomprezzi, presidente di Ledha -. Senza l'impegno e il monitoraggio attivo dell'attuazione delle linee di intervento proposte dalla Regione si rischia infatti rapidamente l'annacquamento delle novità e il ritorno a visioni burocratiche dei servizi. Dobbiamo invece tutti insieme scommettere sull'innovazione, e questo provvedimento non può che essere salutato con soddisfazione e speranza".

6 novembre 2013