lavagnaItalia fanalino di coda per i finanziamenti all'istruzione: ma il problema non è solo questo*

Fonte www.edscuola.eu - Ennesima tabella di confronto con i paesi europei, ennesimo scappellotto: l'Italia (non è una novità, ma una triste conferma) per la cultura e scuola spende poco, pochissimo. Molto meno, per dire, di Stati che hanno un patrimonio artistico ridicolo in confronto al nostro. E' per questo, si dice, che la scuola italiana è di bassa qualità: ci sono pochi investimenti, pochi fondi. E' vero. O meglio, è vero che la scuola arranca. Non è del tutto vero che sia "di bassa qualità", come viene dato per scontato ogni volta negli articoli: il problema della scuola italiana, semmai, è che è di buona e media qualità, talvolta anche alta ed altissima, ma questa qualità è distribuita a casaccio, a macchia di leopardo, proprio perché, non essendoci in realtà finanziamenti certi e investimenti strutturali e strutturati, le scuole si reggono sulla buona volontà del corpo docente che capita in servizio, e quindi se un anno in un istituto ti ritrovi con personale motivato e disposto a fare anche senza finanziamenti, la cosa funziona, se invece l'anno dopo il personale cambia o non è più disposto a lavorare molte ore gratis e solo per la gloria va tutto a catafascio e amen.

I soldi, dunque servono: servono per dare continuità ai progetti, servono per far funzionare a regime le sperimentazioni inventate per spirito di servizio dai docenti e dai dirigenti illuminati, servono per l'organizzazione ed il mantenimento delle buone pratiche . Ma non sono solo quelli il problema. Il problema fondamentale, secondo me, è che noi tutti, docenti, dirigenti, anche genitori, vorremmo sapere e capire, prima di avere i soldi e presentare i progetti, che cavolo di scuola si vuole in Italia.

*Articolo di Galatea Vaglio ripreso da L'Espresso

Per leggere l'articolo integrale, cliccare qui

23 aprile 2013