Fonte www.superabile.it - L'unanimità del voto favorevole degli aventi diritto, ha accolto il lungo e significativo messaggio di Luca Pancalli all'Assemblea nazionale elettiva che si è svolta sabato scorso a Roma, momento niente affatto solo formale e statutario, ma tappa di riflessione sulla strada percorsa dal movimento, e orientamento sulla rotta da seguire nel prossimo quadriennio, dove la partita da giocare sarà di quelle caldissime, e riguarda la fusione di due mondi che sono sempre stati distinti e tempo fa anche lontanissimi.

"Oggi si rinnova, qui, la mia personale volontà di perseguire un progetto che ci ha visti protagonisti ormai da oltre 10 anni - ha detto Pancalli ai Presidenti Federali presenti, ai rappresentanti dei tecnici, degli atleti, degli enti di promozione-. Abbiamo preso in mano il movimento nel 2000, all'epoca, nella sciatteria terminologica, eravamo la Federazione Italiana Sport Disabili, rappresentavamo un piccolo ghetto nella grande famiglia dello sport italiano. Abbiamo immaginato di costruire un grande percorso che ci portasse non solo visibilità, possibilità di uscire dal ghetto, ma la dignità che meritiamo".

"Chiunque venga dagli spogliatoi è consapevole che il lavoro fatto ha permesso di goderne soprattutto agli atleti, che hanno ricevuto un riconoscimento che non è solo banalmente economico, ma è un atto politico. E alle Paralimpiadi di Londra, dopo 12 anni di lavoro, abbiamo tirato le reti, raccolto l'investimento fatto, non solo sul terreno del confronto agonistico, quanto in termini di comunicazione. Non è che i media sono stati folgorati sulla via di Damasco improvvisamente e si sono innamorati dei nostri atleti, è successo che negli anni, goccia a goccia, li abbiamo coinvolti nei giusti termini".

Poi racconta l'essenza stessa di ciò che oggi è il CIP: "Il CIP è un'idea, non solo un modello organizzativo: è l'idea che si possa in qualche modo ‘inquinare', positivamente, parte dello sport italiano con un'immagine positiva, una comunicazione dei valori positiva, diversa. Noi rappresentiamo atlete e atleti che si sono ripresi la propria vita attraverso lo sport, si sono mostrati in positivo alla società civile. Abbiamo conquistato la normalità nel contesto sportivo. Mi auguro che questa normalità possa contagiare il mondo olimpico".

Poi delinea il passaggio storico della fusione delle due realtà sportive. "Con la fusione tra olimpici e paralimpici, si abbatterà una barriera, un Muro di Berlino, ma tengo a rassicurare tutti che questo processo avverrà nei tempi che ancora non so ma senza lasciare sul campo nulla di quanto conquistato con fatica dal movimento in termini di visibilità, immagine, dignità. Questo è un abbraccio che noi vogliamo ricercare perché è un abbraccio di dignità, di risposta culturale, ma non deve essere un abbraccio mortale".

E analizza il peso specifico dei rapporti instaurati dal CIP per la crescita del movimento: "Quando dico che non dovremo lasciare nulla sul tavolo o al caso, intendo che andrà continuato il rapporto con l'INAIL, strategico, perché nella presa in carico di giovani che incontrano la disabilità è impensabile prescindere dallo sport, e, a proposito, comunico che la Convenzione con l'INAIL sarà rinnovata e anzi ampliata su altri fronti, ma intendo anche che dovrà continuare il rapporto con il mondo della sanità, degli ospedali e delle Unità Spinali, laddove si vive la sofferenza dei ragazzi, spesso adolescenti, purtroppo a causa delle cadute da motorino, che incontrano la disabilità".

"Perché tutti voi rappresentanti del mondo olimpico dovete sapere che i progetti di avviamento e promozione rivolti ai ragazzi con disabilità seguono strade diverse da quelle del bimbo normale che i genitori portano a fare sport. Noi abbiamo a che fare con ragazzi che devono essere condotti per mano, c'è un approccio psicologico di cui tener conto, e gli strumenti non sono quelli canonici".

Poi, ribadendo il concetto prioritario dell'azione promozionale, come primo step per sensibilizzare la platea di possibili atleti, aggiunge: "La promozione non può essere ricondotta a uno slogan di facciata, bisogna saperlo fare bene, entrare nelle dinamiche di chi, scusate il termine, è incazzato con la vita. Non tutti si chiamano Oscar Pistorius o Alex Zanardi, molti non hanno possibilità di comprarsi una protesi alla Pistorius che costa 25.000€ a gamba, e le ASL non passano più carrozzine adeguate. Insomma, ci scontriamo con un Paese che dice tante parole ma poi è indietro nei fatti. Ecco, dobbiamo proseguire l'azione politicizzando l'impegno, contestualizzandolo, tenendo conto di tutte queste variabili per arrivare a fare davvero promozione".

"Tutto questo non è semplice, ma penso che siamo noi a dover contagiare loro, i dirigenti delle Federazioni Olimpiche, farli innamorare di un progetto e un'idea. Anche quando da parte loro vedremo dei cali di attenzione, vedremo che non c'è la stessa passione, dovremo essere noi ad aiutarli a crescere, il vero successo dal punto di vista culturale sarà quando loro avranno acquisito nel loro dna la consapevolezza che nello sport italiano ci possono essere anche ragazzi in una situazione diversa".

Poi, per fugare ogni dubbio o timore, che il processo di fusione si possa complicare o che lo stesso addirittura possa arenarsi, nel caso vada via Luca Pancalli, segretario generale in pectore del candidato alla Presidenza Coni Raffaele Pagnozzi, precisa: "Non bisogna aver paura della contaminazione, sta a noi dimostrare la capacità di portare avanti politiche sportive nell'interesse della grande famiglia. Potrò crescere, diventare chi volete, io, ma quello che non mi toglieranno mai da dosso è la consapevolezza del destino, una giacca paralimpica che mi porto nel cuore. A me lo sport paralimpico è quello che ha dato tutto a 18, 19, 20 anni, è quello che mi ha ridato la speranza. E voglio essere la dimostrazione della capacità di lavorare insieme su un progetto, perché il progetto non è ancora ultimato. Le nostre posizioni sono sempre secondarie rispetto agli obiettivi, non mi interessa dove andrò io, mi interessa dove il mondo paralimpico andrà".

8 febbraio 2013