Fonte www.disabili.com - Quella del 2012 che si è appena conclusa, è stata senza dubbio l'edizione delle Paralimpiadi che più di tutte le altre sarà ricordata come quella che segna un prima e un dopo. Come mai prima d'ora, infatti, lo sport praticato dalle persone con disabilità, si è guadagnato una visibilità e una considerazione finora sconosciute a quella che, fino a ieri, era la "sorella minore" delle Olimpiadi.

Ebbene, i numeri e le impressioni ci dicono che i Giochi di Londra sono stati davvero l'inizio di qualcosa di nuovo, nella percezione stessa della disabilità tutta. A questo proposito, pubblichiamo il commento di Pietro Barbieri, Presidente della FISH (Federazione Italiana per il superamento dell'Handicap, cui Anffas Onlus aderisce), a Londra nei giorni delle Paralimpiadi:

"In moltissimi pub le TV erano sintonizzate sui giochi e gli avventori li seguivano con interesse e passione. Ho visto megaschermi nei parchi pubblici dove la gente faceva il tifo durante le partite di calcio dei non vedenti o durante le finali dei 100 metri. I telegiornali sportivi aprivano sempre con le notizie sui giochi paralimpici con servizi accattivanti e dettagliati. È stata la BBC, con il suo lavoro, a creare interesse e partecipazione. Ed a questo si aggiungano tutti gli interventi strutturali per tentare di rendere realmente fruibile la capitale inglese."

Una piccola tiratina d'orecchi, quindi, ai media italiani che hanno seguito le Paralimpiadi in spazi limitati e riservati, come ricorda la Fish nel suo comunicato. Comunicato che così prosegue:

"Un risultato che restituisce, almeno nel Regno Unito, un'immagine di reale interesse non solo verso gli atleti e i protagonisti primi, ma anche un più importante effetto: le persone con disabilità vengono intese come incluse in una società, in una collettività più ampia che verso di loro dimostra interesse non occasionale.

Lo spettacolo più sorprendente - annota infine Barbieri - si è visto per le strade, fra la gente, alle fermate d'autobus rese accessibili e nell'osservare un'organizzazione che non punta solo ad una buona logistica, ma anche a trasmettere un messaggio culturale."

Ma perché questa prospettiva si consolidi è necessario anche un maggiore impegno da parte dei Governi. In tal senso Giuliano Bellezza, responsabile Diritti Sociali UISP, ai microfoni del Giornale Radio Sociale commenta: "Vogliamo che non si spengano i riflettori su questa realtà. E poi un appello: anche a costo di rivedere l'impianto del sistema olimpico, le risorse degli Stati e dei Governi per lo sport e soprattutto per lo sport destinato alle persone con disabilità, siano adeguate. L'obiettivo principale deve essere che il movimento olimpico susciti nelle istituzioni locali una diversa cultura dello sport di base, con particolare attenzione allo sport sociale e per persone con disabilità."

Un percorso verso l'inclusione che passa anche attraverso lo sport.

13 settembre 2012