contattoAll'incontro era presente anche Anffas Onlus

Si è svolto nei giorni scorsi l'incontro fra il sottosegretario al Welfare con delega al terzo settore e alle politiche sociali Maria Cecilia Guerra e le associazioni del comitato editoriale del Gruppo Vita, tra cui anche Anffas Onlus (rappresentata in tal sede da Marco Faini e Carla Torselli). Molti gli argomenti trattati, tutti molto importanti per il futuro delle politiche sociali e del terzo settore. Tra questi: 5x1000; Agenzia delle Onlus; ISEE.

Partiamo dalle dichiarazioni del sottosegretario riportate dal sito di Vita.

5x1000 - "Non penso, né ho mai sostenuto che questo strumento vada cancellato. Anzi sul piano generale nel settore del sociale sono per mantenere tutte le (poche) strumentazioni esistenti, senza togliere nulla. Il 5 per mille però per così come è, è uno strumento instabile e frammentario che impedisce la programmazione agli stessi enti fruitori e che a mio avviso sconta tre grandi problematicità. Il primo è il nodo della democrazia fiscale: in Italia ci sono 10 milioni di incampienti che non sono tenuti a pagare l'Irpef e che di fatto non hanno parola sulla destinazione di 400 milioni di euro pubblici. Questo non lo trovo giusto. Secondo nodo: l'eccessiva concentrazione delle risorse del 5 per mille di pochi grandi enti, spesso quelli che "investono" di più in pubblicità. Terzo: il conflitto di interesse degli enti che gestiscono i Caf pur essendo iscritti agli elenchi del 5 per mille. Ribadito il fatto che io non voglio eliminare il 5 per mille, le prospettive non sono rosee: ad oggi non sono in grado di dare alcuna rassicurazione sulla stabilizzazione della legge, né sul finanziamento del 2013».

Il sottosegretario, quindi, ha negato ogni intenzione di sopprimere o comprire l'attuale gettito ma ha evidenziato alcuni problemi strutturali dell'attuale meccanismo: l'impossibilità per gli incapienti di contribuire al sostegno del Terzo Settore, l'oggettiva differenza di raccolta oggi esistente tra soggetti in grado di svolgere massicce campagna di comunicazione e soggetti che agiscono a livello locale, il problema della eterogeneità dei beneficiari.

AGENZIA DELLE ONLUS - «Ad oggi la chiusura dell'Agenzia non è stata ancora decisa. La decisione finale non spetta al nostro ministero, ma al Consiglio dei ministri e comunque avverrà in brevissimo tempo. Quello che finora ha fatto il Welfare è stato uno studio di fattibilità per vedere se eravamo in grado di tenere in pancia le funzioni di controllo. In questo senso lo studio ha dato esito positivo. Rimarrebbe poi aperto il nodo della promozione, e su questo siamo all'ascolto di ogni proposta. Non nascondo però che questo governo abbia più di una perplessità sulla reale efficacia dimostrata dall'Agenzia in questo dieci anni. Ma ripeto le due strade quella della chiusura e quella del rinnovo della consiliatura sono ancora aperte».

Non vi sono, quindi, volontà né di risparmio né di considerare inutile l'operato della agenzia, almeno rispetto alla funzione del controllo (problemi si pongono invece rispetto alla funzione della promozione). Allo studio vi è invece una ipotesi di scioglimento dell'Agenzia, ma ricollocando la funzione di controllo, dopo adeguati e necessari accordi con altri settori del Governo e dell'azione statale (p.e. Agenzia delle Entrate), nell'ambito delle Direzioni Generali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

ISEE - «Il rischio che abbiamo in parte mitigato con la revisione della delega assistenziale-fiscale è che la riforma dell'Isee potesse nascondere un giro di vita sulla compartecipazione e quindi aumentare la quota a carico della famiglia. Detto questo, l'Isee va considerato come uno strumento di misurazione e non come una politica sociale in se stessa e quindi deve essere uno strumento tecnicamente fondato. Sul versante dell'accesso alle prestazioni io vorrei tranquillizzare perché sono favorevole a non legare alla riforma dell'Isee l'accesso alle indennità di accompagnamento ».

E' stato quindi chiaramente precisato e ribadito che l'ISEE è e deve rimanere uno strumento di misurazione, e non uno strumento per attuare politiche sociali e che la misurazione della condizione economica del richiedente la prestazione/servizio deve rimanere un passaggio separato dalla volontà di attuare le politiche sociali (a livello regionale e territoriale), che anzi risalterebbero in tutta la necessaria trasparenza, per esempio praticando scelte in ordine alla tipologia di servizio/prestazione, piuttosto che di soglia di contribuzione.

E' stato così ribadito che agire "a monte" sullo strumento (per esempio sulla scala di equivalenza) in assenza di adeguati e validati studi econometrici, al fine di agevolare questa o quella tipologia di bisogno, non rientra nelle intenzioni del Ministero e del lavoro già avviato su questi temi. Determinante insomma, per il Sottosegretario, è la credibilità tecnica dello strumento, perché solo in questo modo lo si potrà proporre a tutte le Regioni. Importante, inoltre, è sottolineare che è opinione del Ministero legare la fruizione delle prestazioni/servizi sociali alla contribuzione da parte dei richiedenti non per ragioni "ideologiche", ma per ragioni contingenti legate alla crisi delle risorse.

Riguardo al legame tra riforma ISEE/definizione del limite di reddito per l'accesso alle prestazioni, il Sottosegretario ha altrettanto ben definito che:la delega per la riforma fiscale e assistenziale approvata dal precedente Governo è in realtà ferma, sia per quanto riguarda i contenuti che per gli obiettivi di "recupero e risparmio" a suo tempo stabiliti.

LIVELLI ESSENZIALI - Il sottosegretario ha annunciato che è intenzione del Governo riattivare il tavolo di confronto per tentare di giungere alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali, in chiave di raggiungimento progressivo nel tempo di condizioni di esigibilità e garanzia di risorse e quindi di diritti per i cittadini.