cittadinanzattivaCittadinanzattiva vs Inps

Fonte www.affaritaliani.libero.it e www.superabile.it Il nuovo modo di valutazione "a ribasso" e di respingimento delle richieste di provvidenze rappresenta una delle principali criticità riscontrate e segnalate a Cittadinanzattiva da parte dei cittadini. Tale modo di agire da parte dell'Inps "dà luogo nei confronti dei cittadini a un'indebita negazione di un diritto costituzionalmente garantito", afferma Cittadinanzattiva nel rapporto Vip, comprovato dall'alto numero di ricorsi al giudice da parte degli stessi cittadini e dall'elevata percentuale di loro accoglimenti da parte della magistratura.

I dati dimostrano che persiste l'incremento delle giacenze dei ricorsi. L'invalidità civile incide sul valore complessivo del 2010 per il 43%.

Gli esiti. Aumentano quelli favorevoli per l'Istituto e diminuiscono quelli sfavorevoli. Resta prevalente la vittoria dell'Istituto nelle sentenze in materie previdenziali, con una media del 50,8% sulle sentenze favorevoli (53,4% nel 2009). Con particolare riguardo all'invalidità civile il peso della soccombenza è pari al 57,7% sulle sentenze sfavorevoli (61,5% nel 2009). Nella maggioranza dei casi, quindi, il ricorso presentato dal cittadino avverso i verbali emessi dall'Inps è accolto favorevolmente dalla magistratura, "a dimostrazione che sussiste più di qualche problema nelle modalità di valutazione del grado d'invalidità".

Piani straordinari di verifica. Un ulteriore aspetto critico è rappresentato dai Piani straordinari di verifica delle invalidità civili precedentemente concesse. Cittadinanzattiva reputa che sia giusto individuare e punire i soggetti che usufruiscono indebitamente di tali benefici, ma allo stesso modo considera importante utilizzare lo stesso metro di valutazione nei confronti del personale medico che ha concesso indebitamente tali indennità. "Crediamo – dice l'organizzazione – che verifiche di questo genere debbano essere effettuate rispettando le regole, senza commetter alcun abuso nei confronti dei cittadini. Sono purtroppo molte le storie segnalate alla nostra organizzazione di abusi relativi allo svolgimento di tali piani straordinari di verifica. Inoltre, va segnalato come la cosiddetta lotta ai falsi invalidi, così come condotta sino ad oggi, si presenti come solo una scusa per attuare una politica di forte contenimento della spesa assistenziale. Una scusa perché il numero delle indennità non confermate è molto esiguo e molto più limitato di quello precedentemente annunciato dal presidente Inps in una intervista al Corriere della Sera del 16 febbraio 2011, il quale ha affermato che a fronte di 100 mila controlli nel 2010, l'Inps ha revocato il 23% delle indennità d'invalidità controllate. I dati ufficiali smentiscono tali dichiarazioni e dichiarano che i casi di non conferme per il 2010 si attestano al 10%: quindi 1 su 10 e non 1 su 4 come affermato dal presidente Inps Mastrapasqua".

Regioni. Dai dati emerge che sono comunque ancora le regioni del centro-sud a far registrare la maggiore percentuale di "non conferme" e in particolare Sardegna (22%), Umbria (21%), Molise (19%), Calabria (14%), Sicilia (14%).

Scarso risparmio. Ne consegue che "i risparmi per le casse dello Stato derivanti da tali programmi di verifica non sono così ingenti, come invece si ipotizzava". Alcune stime parlano di 70 milioni di euro come risultato di queste operazioni di "risparmio". "Ipotizzando il massimo del risparmio – spiegano Cristiano Gori e Carlo Giacobini di Welfare Oggi -, si giunge a circa 70 milioni di spesa annua in meno nel 2009/2010. Nel 2011/2012 poco meno di 100 milioni di euro. In poche parole l'1% della spesa per le invalidità ". Cifra che potremmo considerare irrilevante rispetto alla spesa complessiva in materia d'invalidità civile: 17 miliardi di euro circa.

Spese di organizzazione. I 70 milioni di euro sono inoltre esigui se si rapportano ad alcune spese che lo stesso Istituto ha dovuto sostenere per permettere lo svolgimento degli programmi straordinari di verifica: ad esempio, Cittadinanzattiva punta l'indice sull'aumento vertiginoso dei compensi per i medici esterni: dal 2009 al 2010 il costo è raddoppiato, da circa 5,5 milioni di euro a circa 11 milioni di euro. Inoltre, evidenzia il rapporto, l'ammontare degli interessi passivi che l'Inps paga ai cittadini sulle prestazioni pensionistiche arretrate si attesta nel 2010 a 34 milioni di euro; 100 mln del 2009. L'incidenza, su tali interessi, della componente relativa agli invalidi civili ammonta al 62,2% (nel 2009 pari al 64,9%), pari a 21.148.000 di euro sui 34 sopra citati.

Verificare performance Inps. "Tali cifre – argomenta Cittadinanzattiva - ci portano ad affermare che sarebbe prioritario un Piano straordinario di verifica delle performance dello stesso Istituto e della sua gestione, anche alla luce delle non velate critiche provenienti dalla Corte dei Conti che sottolineano la presenza di costi interni almeno discutibili".

Per quanto riguarda i problemi maggiori segnalati dai cittadini relativamente al rapporto con l'INPS, il rapporto evidenzia problemi sull'esito dell'accertamento, ritenuto inadeguato nel 35,3% dei casi nel 2010 e nel 37,2% dei casi nel 2011; lentezza dell'iter burocratico (26,3% nel 2010, pressoché confermato nel 2011), tempi lunghi per l'erogazione dei benefici a cui si ha diritto (23,8% nel 2010, 25,4% nel 2011), problemi sulla rivedibilità (14,6% nel 2011, dato in flessione, con l'11%, nel 2011).

Segnalati anche più burocrazia e difficoltà per il cittadino. "La differenza è dal nostro punto di vista facilmente spiegabile - afferma Cittadinanzattiva - riconducibile ad una serie di questioni, alcune delle quali segnalate proprio dai cittadini: a inizio 2010 è entrata in vigore la nuova procedura informatizzata di riconoscimento delle minorazioni civili introdotta dall'Inps ". Tale procedura, infatti, nata come innovazione che intende facilitare e velocizzare tutto il processo, ha creato e crea ai cittadini e agli stessi medici Inps più di qualche problema. Spiega il rapporto Vip: "Per avviare la procedura i cittadini devono utilizzare strumenti informatici che non sono praticabili da tutti gli interessati. Le persone più anziane per l'avvio della procedura sono di fatto costrette a rivolgersi a soggetti terzi, mentre tutti erano nella possibilità di farlo autonomamente". Inoltre, i costi di cui i cittadini devono farsi carico sono aumentati e non di poco: "Sono stati segnalati casi in cui si giunge a pagare 180 euro per la presentazione della domanda".

Lungaggini. Secondo il rapporto, per ciò che riguarda i tempi di liquidazione 2010 delle indennità economiche, nel 14% dei casi non è stato rispettato il tempo soglia dei 120 giorni e nel 37% dei casi quello dei 60 giorni. "Tali lungaggini e difficoltà sono state confermate anche dagli stessi medici Inps, che hanno segnalato con una lettera ai vertici dell'Istituto i problemi tecnici che caratterizzano il sistema informatico, nonché i problemi di carattere organizzativo per il relativo inserimento dei dati dei verbali e di sovraccarico di lavoro (dovuto principalmente all'impegno richiesto dal piano straordinario di verifiche)".

Medico Inps assente nella metà delle commissioni. Solo nel 46% dei casi è stata garantita la presenza del medico Inps all'interno delle Commissioni mediche Asl, nonostante la normativa lo preveda. Questa criticità ha avuto ed ha forti ripercussioni sulle ripetute visite alle quali è costretto a sottoporsi il cittadino (Asl, Inps, Cms) e quindi sui tempi generali della procedura.

Per approfondire

Vai al sito della campagna www.sonounvip.it

21 dicembre 2011