Fonte www.forumterzosettore.it - “In questi giorni che ci separano dal voto, il Terzo settore segue con massima attenzione lo sviluppo del dibattito politico e i temi proposti dalle varie forze in campo. Se è vero, da un lato, che la campagna elettorale inasprisce i toni della politica e tende ad accentuare le diversità tra i partiti, è vero anche che spinge i candidati ad aprirsi di più al dialogo con le parti sociali.
Recentemente il Forum Terzo Settore (cui Anffas aderisce) ha presentato le proprie richieste programmatiche in vista della nuova legislatura durante l’evento “Mettete in agenda la solidarietà”, che ha visto intervenire esponenti delle principali forze politiche candidate. È stato un confronto interessante, innanzitutto per la generale condivisione emersa sul ruolo del Terzo settore, che deve essere alleato dello Stato (dunque né sostituto né “supplente a chiamata”) nel realizzare politiche pubbliche volte al miglioramento delle condizioni di vita delle persone e alla tutela del bene comune. Riconoscere l’importanza della co-programmazione e della co-progettazione con la Pubblica amministrazione, incentivarla e farne una pratica consolidata è un passo imprescindibile: senza, qualsiasi misura sociale risulterà monca o non sarà in grado di dispiegare appieno i suoi effetti. Nessun candidato che abbiamo ascoltato ha messo in discussione la necessità di attuare l’amministrazione condivisa: al contrario, ha ritenuto essenziale un maggiore coinvolgimento del Terzo settore. Alla luce di questa conferma, però, chiediamo una risposta forte della politica sui temi per noi prioritari.

In Italia ci sono 4,6 milioni di persone in povertà assoluta e 4 milioni di famiglie a rischio povertà energetica: come si intenderà prevenire e contrastare questo grave fenomeno? Il Forum Terzo Settore aderisce alle proposte dell’Alleanza contro la povertà sul reddito di cittadinanza, sostenendo che non va abolito ma riformato, coniugandolo con politiche e servizi per l’inclusione sociale, l’inserimento lavorativo e la valorizzazione delle competenze.
Nel nostro documento programmatico si sottolinea la necessità di andare verso un modello socio-economico “umano”, che metta al centro bisogni e aspirazioni delle persone: i futuri governanti del Paese lavoreranno per implementare un piano di sviluppo dell’economia sociale?
E ancora: come si comporteranno sull’accoglienza e l’integrazione di profughi e migranti?Le nostre richieste prevedono il passaggio dall’approccio emergenziale dei CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) a una concezione di accoglienza come servizio pubblico potenziando il SAI (Sistema Accoglienza Integrazione). Prevedono anche la riforma della legge sulla cittadinanza, che consenta un accesso effettivo a chi ne fa richiesta.

Sul fronte internazionale ci si impegnerà davvero per una soluzione al conflitto in Ucraina? Da obiettivo primario di tutta la politica fino a pochi mesi fa, la pace sembra essere diventata un concetto lontano, non davvero meritevole di essere perseguito in questo momento. Al contrario, crediamo che l’Italia debba essere promotrice di pace in Europa e nel mondo, che debba adoperarsi per l’immediato cessate il fuoco in Ucraina e per una risoluzione del conflitto che affermi una pace giusta e duratura.
Questi sono solo alcuni dei punti su cui ci aspettiamo scelte politiche coraggiose da chi presto rappresenterà il nostro Paese. Così come ci aspettiamo che al Terzo settore sia riservata l’attenzione che merita: dopo la “dimenticanza” nel decreto Aiuti bis, il successivo provvedimento approvato in Consiglio dei ministri (dl Aiuti ter) ha previsto i ristori al Terzo settore contro il caro-energia. Speriamo però di non dover assistere ancora a simili “salvataggi in extremis”. La campagna elettorale sta per finire e non c’è tempo da perdere: se non si perseguirà un modello di sviluppo più sostenibile e inclusivo il nostro Paese non riuscirà a uscire dalla crisi che sta attraversando”.