Fonte www.personecondisabilita.it - Nel corso delle ultime settimane LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità ha continuato a monitorare l'andamento della campagna vaccinale in Lombardia, confrontandosi con le proprie associazioni attive sui territori e raccogliendo le segnalazioni dei singoli cittadini che si sono rivolti ai nostri uffici. L'attivazione delle procedure per raccogliere i nominativi e le adesioni alla campagna vaccinale delle persone con disabilità che frequentano i servizi diurni in Lombardia è un risultato positivo.

Inoltre in alcuni territori, sono iniziate anche le somministrazioni dei vaccini alle persone con disabilità che li frequentano. Tuttavia permangono alcuni dubbi e importanti criticità nello sviluppo della campagna di immunizzazione in Lombardia a favore delle persone con disabilità.

Criticità che LEDHA ha segnalato in una lettera inviata giovedì 4 marzo all'assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari Opportunità, Alessandra Locatelli.

A quanto risulta a LEDHA, le persone con disabilità in carico a servizi e misure domiciliari non sono ancora state contattate. Sembra che siano stati richiesti alle ATS i nominativi delle persone in carico alla misura B1 del FNA.

"È un buon segnale -scrive il presidente di LEDHA, Alessandro Manfredi nella lettera all'assessore Locatelli- ma crediamo sia importante che le informazioni circa le previsioni sulla vaccinazione coinvolgano tutte le persone con disabilità che ricevono sostegni e servizi per la permanenza a domicilio". Ad esempio le persone che beneficiano della Misura B2, chi ha avviato un Progetto di vita indipendente, chi sta portando avanti un progetto per il "Dopo di noi" in base a quanto previsto dalla legge 112 e così via.

LEDHA, inoltre, non ha notizie circa l'inserimento dei caregiver familiari e professionali negli elenchi delle persone da vaccinare. Fatta eccezione per gli operatori che lavorano a diverso titolo nel servizi diurni e residenziali. "È opportuno che la copertura vaccinale riguardi tutte le persone che svolgono compiti di assistenza e di cura nei confronti delle persone con disabilità a casa, come a scuola oltre che nei servizi", sottolinea il presidente di LEDHA.

La preoccupazione maggiore, tuttavia, riguarda le tante persone con disabilità che non sono in carico ad alcun servizio e che  vivono una condizione di comorbilità che li espone a situazione di grave rischio per la salute in caso di contagio. In base a quanto previsto dalle linee guida nazionali dovrebbero essere collocate nella cosiddetta "Fase 1" (al pari degli "over 80"). Al momento, in base alle informazioni raccolte da LEDHA, non risulta che sia stata assunta alcuna iniziativa per poter permettere a queste persone di segnalare la propria situazione e quindi di poter chiedere di essere inserite nel piano vaccinale con priorità assoluta. 

"Si tratta di situazioni che stanno generando situazioni di grave ansia e preoccupazione nelle persone coinvolte e nei loro familiari -conclude la lettera il presidente Alessandro Manfredi-. Contiamo sul suo tempestivo interessamento perché si possa risolvere anche questa situazione critica".