discriminazione_lavoroDibattito sul tema tra rappresentanti di Cgil, Fish, Fand, Regione e Provincia di Roma

Fonte press-info e Redattore Sociale - Il quadro della situazione occupazionale delle persone con disabilità nel nostro paese è "drammatico" e per rafforzarlo occorre il contributo di tutte le istituzioni: sono infatti numerose le azioni che, secondo le associazioni delle persone disabili, è possibile realizzare per migliorare lo scenario. Alcune idee sono state illustrate nel corso del dibattito "Più occupazione per i disabili. Una risorsa oltre la crisi: le proposte delle associazioni e del sindacato", tenuto nell'ambito della festa della Cgil alle Terme di Caracalla a Roma e al quale hanno preso parte rappresentanti del sindacato, di Fish* e Fand, della provincia di Roma e della regione Lazio.

"Alla Provincia – ha incalzato Dino Barlaam, Fish Lazio (Federazione italiana superamento dell'handicap) – chiediamo il rafforzamento delle convenzioni ex art.11, riducendo al massimo i tempi di chiamata. Alla Regione invece, considerato che il Pod (Programma operativo triennale per il diritto al lavoro delle persone disabili) è scaduto lo scorso giugno, chiediamo di procedere quanto prima ad una progettazione condivisa".

Tra le altre proposte, anche sostanziali modifiche all'atto di indirizzo regionale e l'avvio di sperimentazioni, anche a livello locale, che contemplino la figura di un rappresentante per la legge 68 all'interno delle aziende. "Come esiste per la 626 – ha spiegato Troiani in rappresentanza della Fand (Federazione associazioni nazionali disabili) – così potrebbe esistere per la legge 68". "Tra i dati positivi – ha rimarcato – il dato delle 263 persone che in due anni sono state avviate al lavoro, grazie alle convenzioni stipulate con la Provincia e attraverso di essa: l'unione di Fand e Fish su questa battaglia è stata fondamentale".

Inoltre, fra le azioni da compiere è stata sottolineata anche la revisione dell'Isee per il collocamento: "Se resta familiare, poche persone con disabilità avranno la soglia utile per essere inseriti nel mondo del lavoro". "Il nostro approccio – ha poi spiegato Francesco Costanzo, direttore Servizio I Dipartimento III, Provincia di Roma – è stato quello della massima trasparenza e della volontà di non spalmar troppo nel tempo gli avvii al lavoro. L'efficienza è nei numeri: sono stati 1242 nel 2010 gli avviamenti al lavoro e 616 le convenzioni attivate con aziende private". "Accorciare i tempi di chiamata è un ulteriore stimolo a migliorare in questa direzione, così come quello di lavorare con i privati per l'osservanza della legge 68/99" ha poi concluso.

Propositivo anche Brunello Capriolo, direttore vicario presso l'assessorato al Lavoro della Regione Lazio. "L'Isee familiare è certamente un limite per ogni persona con disabilità, così come è necessario cambiare l'atto di indirizzo generale. Sono proposte ragionevoli su cui però le Istituzioni di Regione e Provincia devono lavorare insieme". "Tra le ultime misure regionali – ha poi ricordato – non dimentichiamo gli oltre 7 milioni di euro di incentivi per le aziende che assumono personale con dsailità e gli oltre 2 milioni di euro da spendere ancora: dovremo decidere se indirizzarli al sostegno alle imprese per nuove assunzioni di persone con disabilità o rivolgerle invece all'abbattimento delle barriere nei luoghi di lavoro".

"La Cgil vuole il confronto – hanno poi ricordato Tina Balì, segretaria Cgil Roma e Lazio, e Nina Daita dell'Ufficio nazionale disabilità Cgil – e i risultati sono visibili con chi questo confronto lo ha saputo valorizzare: le associazioni, ma anche la Provincia. Alla Regione, invece, chiediamo di più: una progettazione triennale che coinvolga anche le proposte del sindacato. L'introduzione nella legge Finanziaria dell'art.9, articolo che permette alle aziende non in regola di superare anche il problema delle compensazioni territoriali in termini di assunzioni obbligatorie, è un segnale che ci fa chiedere: per che cosa o per chi si sta lavorando?".

7 settembre 2011