“Il nostro essere Anffas ci può far affermare che ci saremo, l'uno accanto all'altro, pronti per intervenire e per aiutare, non solo Anffas ma tutti, in modo che le prove di futuro auspicate dall'assemblea nazionale diventino via via sempre più concrete e solide realtà": questo è quanto ribadito dall’assemblea annuale delle associazioni socie Anffas che, nel rispetto delle vigenti normative anti Covid-19, si è svolta venerdì 3 luglio u.s. in modalità online e che ha visto oltre 180 partecipanti.

 

Un’assemblea decisamente particolare che con estrema commozione ha ricordato le terribili esperienze vissute dalle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo e dei loro familiari in questi lunghi mesi e non ancora, purtroppo, terminate e tutte quelle persone, parte della grande famiglia Anffas, che l’associazione ha perso a causa del virus: persone con disabilità, dirigenti, familiari e operatori che rimarranno per sempre nei ricordi e nel cuore di Anffas, vittime di un sistema che in maniera evidente non ha funzionato, che ha fatto emergere vecchie e nuove criticità e che soprattutto ha lasciato alle persone con disabilità e alle loro famiglie l'amara consapevolezza che le loro vite siano state, ancora una volta, considerate in alcuni momenti come di minor valore o sacrificabili.

 

Anffas ha saputo affrontare questo periodo di emergenza in maniera ottimale - anche grazie alla rapidissima costituzione della sua Unità di Crisi Nazionale Covid-19 - supportando sin dal principio e con le più diverse modalità di fruizione, non solo i suoi associati ma la generalità delle persone con disabilità e loro familiari, non lasciando indietro nessuno, producendo innumerevoli documenti e indicazioni utili, proposte normative, ecc.

 

E Anffas, ancora una volta, non si ferma.

 

Da questa tempesta - che non è detto sia terminata - infatti, l’Associazione ha deciso di uscire ancora più forte e combattiva: durante i lavori assembleari, infatti, sono state illustrate tutte le molteplici attività che Anffas sta ponendo in essere a tutti i suoi livelli per affrontare un futuro che di certo ha solo la prospettiva di ulteriori e crescenti difficoltà di varia natura - economica, sanitaria, sociale - e che impone mai come in precedenza di mettere “la persona al centro” e di rafforzare il lavoro di rete al suo interno, con Fish e il Forum del Terzo Settore,  con le reti  di livello europeo ed internazionale di cui Anffas è parte attiva. L’assemblea ha altresì ribadito che è quanto mai importante anche il rapporto con lo Stato e le sue articolazioni territoriali, dando piena attuazione al principio costituzionalmente garantito della sussidiarietà orizzontale ed utilizzando gli strumenti della co-programmazione e co-progettazione quale nuova modalità qualificante nella costruzione di un rapporto sinergico tra gli enti di terzo settore e le pubbliche amministrazioni nel perseguimento del bene comune, coesione e solidarietà sociale e attività di interesse generale. Il tutto per garantire ad ogni cittadino di avere parità di diritti ed opportunità.

 

Tutto questo sarà a breve tradotto in una apposita mozione che, richiamando quella già adottata in occasione della precedente assemblea da cui era nata una mobilitazione permanente per l'ottenimento di tutti i diritti sanciti dalle vigenti normative, vada a mettere ulteriormente in risalto le ormai croniche carenze registrate da taluni sistemi regionali nel dare compiuta attuazione alle normative sui vari territori ed a rendere esigibili i discendenti diritti: al primo punto di tale mozione Anffas ha deciso di porre la richiesta di addivenire alla unica e definitiva adozione a tutti i livelli della definizione "persona con disabilità" così come sancito anche dalla Convenzione ONU, non già come esercizio semantico ma per porre ulteriormente l'attenzione sul concetto di persona anziché sulla diversità contrastando, anche in questo modo, lo stigma sociale che anche da ciò ne deriva.

 

Una mozione che ovviamente si focalizza anche sui temi della urgente necessità di arrivare alla emanazione degli interventi e delle prestazioni sociali (LEP), aggiornamento dei LEA, all’adozione di una apposita legge sul riconoscimento e sostegno alla figura del caregiver familiare, all’adeguamento generalizzato delle indennità pensionistiche e provvidenze economiche e agevolazioni per le persone con disabilità e i loro familiari, così come uno spazio viene dedicato ad evidenziare nuovamente l’importanza del progetto individuale e personalizzato espressamente previsto dall'art.14 della L. 328/2000 – che resta, come sancito anche da numerose sentenze, lo strumento più idoneo a garantire che ogni persona con disabilità possa vedere realizzato un Progetto di Vita partendo dai propri desideri, dalle proprie aspettative e preferenze e sancendo come un proprio diritto inderogabile quello di ricevere tutti i necessari supporti e sostegni indicati nel progetto stesso e finanziati attraverso un budget di progetto anch’esso individuale, ciò anche per quanto riguarda la corretta applicazione delle l.112/2016 sul Durante e Dopo di Noi – e la necessità di garantire una valutazione multidimensionale in approccio multiprofessionale, con il diretto e pieno protagonismo della persona con disabilità e/o di chi la rappresenta, attraverso una nuova e capillare infrastruttrazione sociale che superi e sostituisca le vigenti inidonee unità di valutazione nelle loro attuali e diverse articolazioni e denominazioni e connessi strumenti utilizzati, quale momento partecipato per dare concreta attuazione ai nuovi paradigmi introdotti dalla CRPD, dal modello bio-psico-sociale e dalla verifica degli esiti dei sostegni erogati in termini di miglioramento dei vari domini della qualità di vita così come definiti a livello internazionale. 

 

Il futuro deve quindi essere diverso, un futuro che non potrà più vedere e concepire quanto accaduto nei mesi passati - attività scolastiche sospese, attività dei centri diurni sospese, centri residenziali blindati senza possibilità di contatto da parte dei familiari e dall'esterno, servizi alternativi e compensativi inesistenti, attività di supporto carenti, collaborazione da parte delle istituzioni e pubbliche amministrazioni non sempre all'altezza delle attese, persone collocate in grandi istituti e segregate senza nessun rispetto della loro dignità né con la possibilità di poter scegliere dove, come e con vivere anche quando non più in grado di poter vivere all’interno della casa o del nucleo familiare di origine – durante i quali le persone con disabilità e i loro familiari sono stati letteralmente dimenticati e i loro diritti accantonati.

 

Un pensiero collettivo espresso perfettamente nelle parole del presidente nazionale Anffas Roberto Speziale: “Con questa assemblea dobbiamo dare un segnale positivo e di speranza. Il nostro slogan deve diventare "Anffas prove di futuro", un futuro che non si limiti a ripristinare la situazione ante-pandemia ma che contribuisca a costruire un nuovo welfare partendo da un modello di sviluppo equo, inclusivo e sostenibile, così come indicato anche dalle Nazioni Unite negli Obiettivi 2030 e dove finalmente i diritti delle persone con disabilità ed i connessi servizi siano resi a tutti i livelli concretamente esigibili e considerati a tutti gli effetti livelli di intervento e servizi essenziali inderogabili da garantire in modo omogeneo sull'intero territorio nazionale".

 

Il resconto e gli atti dell’assemblea sono disponibili a questo link