Fonte Corriere della Sera - Hanno disturbi dell’apprendimento e del linguaggio, dello spettro autistico o altre disabilità del neurosviluppo in età evolutiva. Sono bambini, più fragili degli altri, che hanno bisogno di terapie di riabilitazione con logopedisti, psicologi, terapisti della neuropsicomotricità e altri esperti nel trattamento di questi specifici disturbi. Terapie che sono state sospese, come altre attività ambulatoriali, durante quest’emergenza da Covid-19. Un’interruzione prolungata, però, può comportare regressioni: è come se si sospendesse un farmaco necessario per curarsi. Da qui l’iniziativa del CRC (Centro di Ricerca e Cura) Balbuzie di Roma, specializzato nella riabilitazione dei disturbi del linguaggio e dell’apprendimento e convenzionato col Servizio sanitario, di continuare i trattamenti a distanza con la teleriabilitazione, in linea con le indicazioni date dalla Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Sinpia) a supporto di ragazzi, famiglie e operatori in questo momento così difficile, ancora più complicato per i piccoli pazienti in quarantena.

Percorso riabilitativo a distanza

«Per bambini già fragili un’interruzione prolungata delle terapie rischia di provocare una perdita delle competenze acquisite con la terapia, ma anche il mancato raggiungimento di nuovi obiettivi terapeutici, con dei danni importanti sul loro sviluppo - spiega Donatella Tomaiuoli, direttrice del CRC Balbuzie di Roma -. Per questo, in seguito alla sospensione delle attività ambulatoriali, da oltre un mese abbiamo implementato la teleriabilitazione, una prassi già utilizzata presso il nostro Centro, in condizioni di normalità, avendo un polo dedicato alle nuove tecnologie e alla ricerca. La riabilitazione a distanza non consiste nel fare una videochiamata o dare dei suggerimenti ai genitori ma è una vera e propria terapia - chiarisce Tomaiuoli -. Si tratta di trasferire le attività svolte in ambulatorio nella casa del bambino, con l’intervento di tutti i professionisti già coinvolti nel progetto individuale per la presa in carico del piccolo paziente».

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