Fonte www.superando.it - Tutti i più qualificati esperti dell’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani (se ne legga a questo link l’elenco completo) hanno diffuso un importante comunicato che si apre così: «La crisi legata al coronavirus non può essere risolta solo con misure di emergenza e di sanità pubblica; anche tutti gli altri diritti umani devono essere affrontati! Tutti, infatti, senza eccezioni, hanno il diritto a interventi salvavita e questa responsabilità spetta ai Governi dei vari Paesi. La scarsità di risorse o l’uso di regimi assicurativi pubblici o privati non deve mai essere una giustificazione per discriminare determinati gruppi di pazienti, perché tutti hanno il diritto alla salute».

Entrando poi nel dettaglio dei gruppi attualmente a maggior rischio di discriminazione, gli esperti dell’ONU citano in primo luogo proprio «le persone con disabilità», e in successione «le persone anziane, le comunità di minoranza, le popolazioni indigene, gli sfollati interni, le persone colpite dalla povertà estrema e che vivono in ambienti sovraffollati, coloro vivono in istituti residenziali, i detenuti, i senzatetto, i migranti e i rifugiati, le persone in situazione di tossicodipendenza, i gruppi LGBT [lesbiche, gay, bisessuali e transgender, N.d.R.] e persone di genere diverso». «Questi e altri gruppi – si scrive – devono ricevere supporto dai Governi».

Soffermandosi poi sui «progressi nelle scienze biomediche», la nota dichiara che «essi sono molto importanti per realizzare il diritto alla salute», ribadendo però che «ugualmente importanti sono tutti i diritti umani» e a tal proposito «i princìpi di non discriminazione, partecipazione, responsabilizzazione e responsabilità devono essere applicati a tutte le politiche relative alla salute».

Pieno sostegno vieni quindi espresso per tutte le misure raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, necessarie a sconfiggere la pandemia, invitando ogni Stato «ad agire con determinazione per fornire le risorse necessarie a tutti i settori dei sistemi di sanità pubblica, dalla prevenzione e individuazione al trattamento e al recupero».

«Ma affrontare questa crisi – proseguono gli esperti delle Nazioni Unite – è molto più di questo. Gli Stati devono adottare ulteriori misure di protezione sociale affinché il loro sostegno raggiunga coloro che sono maggiormente a rischio di essere colpiti in modo sproporzionato dalla crisi. E questo include anche le donne, che si trovano già in una posizione socioeconomica svantaggiata, che sopportano un onere assistenziale ancora più pesante e che vivono con un aumentato rischio di violenza di genere».

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